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Dopo tutto quello che era successo il rapporto tra me e Olcan era decisamente migliorato, si era aperto con me, raccontandomi con fatica una parte della sua vita estremamente dolorosa e ciò aveva creato sintonia tra noi ma, sentivo che c'era qualcosa che lo turbava profondamente, qualcosa che non era ancora pronto a rivelare.

Ad Horn avevano iniziato a circolare voci sulla sparizione di Astrid, avevo scoperto che Olcan la stava cercando incessantemente e che si sospettava di un tradimento.

L'idea di essere una semplice umana incapace di aiutarlo in alcun modo si era radicata in me e le parole di Astrid anche se pronunciate per gelosia riecheggiavano continuamente nella mia testa:

"Nessuno ha bisogno di te. Guardati, cosa potresti mai fare tu, una semplice umana per questo popolo?".

Era dannatamente vero. Così com'ero, per Horn, per Olcan e per tutti coloro che amavo non potevo fare nulla se non dare un po' di sostegno come stavo facendo in quel momento.

Camminavo per le strade di Horn cercando di aiutare le persone che ne avevano più bisogno, orfani, anziani, donne vedove e malati, anche se era raro trovare Wulfgar affetti da qualche malattia.

Era così che sfogavo la mia frustrazione e cercavo di appagare il mio desiderio di essere uguale a loro.

La bambina che stavo accudendo in quel momento era un'orfana che aveva perso entrambi i genitori nella battaglia contro Vikar, si chiamava Kara e aveva più o meno sei anni.

Le facevo visita ogni giorno, portandole da mangiare, da bere e talvolta anche dei vestiti puliti.

In qualche modo quella bambina mi ricordava me stessa prima di arrivare nella terra della neve, ingenua e sognatrice.

Kara mi cinse le gambe con le braccia andandosi a riparare dietro di me, un comportamento insolito, non vi erano pericoli di alcun genere in quel momento così, mi abbassai per essere esattamente alla sua altezza.

" Cosa succede Kara? Perché ti stai nascondendo?"

Lei a quel punto alzò i suoi occhi grandi verso di me, era impaurita e quasi sul punto di piangere.

" La donna dei boschi è qui, ci sta fissando."

Voltai il viso verso il punto in cui stava guardando la bambina e mi scontrai con lo sguardo duro e gelido della volva che aveva unito in matrimonio me e Olcan.

Kara aveva ragione ad avere paura, quella donna faceva venire i brividi anche a me, non era tanto diversa dal giorno del matrimonio ma i suoi lunghi capelli bianchi non più intrecciati e lasciati al vento le conferivano ancor di più un aspetto mistico e terrificante.

Proprio in quel momento mi ricordai della parole pronunciate da mio marito quando stavo quasi per addormentarmi e potei sentire la sua voce risuonarmi nelle orecchie.

"E se ci fosse un modo?"

Quella sera ero troppo stanca per continuare quella discussione e non ero sicura che Olcan lo volesse veramente, quelle parole erano più un riflesso di ciò che stava pensando ed infatti non aveva più neanche sfiorato l'argomento ma se c'era un modo quella donna era la sola che poteva aiutarmi.

Senza pensarci una volta di più dissi a Kara di tornare a casa e mi diressi verso di lei

Da vicino quella sacerdotessa era ancora più inquietante ma la mia determinazione nello scoprire se c'era una minima speranza di diventare una Wulfgar allontanò il timore.

" E' raro vederti qui in mezzo alla gente comune"

Mi sentii una stupida per ciò che avevo appena detto, non sapevo come ci si rivolgeva ad una donna di tale importanza e così avevo aperto la bocca a dato fiato alle prime cose che mi erano venute in mente.

La volva non smetteva di fissarmi, era come ipnotizzata ma alla fine  sentendomi parlare smosse un poco la testa.

" Raro? Mia regina non ho mai messo un piede sulla terra di questa cittadina, sono gli uomini a venire da me."

"Eppure ora sei qui, perché?

Se la sacerdotessa aveva lasciato i boschi per entrare ad Horn doveva esserci un motivo e prima di rivolgerle la mia richiesta mi sembrava doveroso ascoltare la sua.

Alzò il braccio destro e passò il palmo della mano aperta davanti al mio viso, notai alcune rune disegnate sopra ma il loro significato mi era sconosciuto.

"Questo devi dirmelo tu, sono qui per ascoltare ciò che hai da dire."

Rimasi sconcertata da quell'affermazione e ci misi un po' per capire cosa stava succedendo.

La Volva era arrivata fino a li perché sapeva che avevo bisogno del suo aiuto, sapeva anche cosa mi stava passando per la testa?

" Come fai a sapere che ho qualcosa da chiederti?"

" Sono una volva, una sacerdotessa praticante le arti del Seidr, io vedo e so ogni cosa."

Mi guardai intorno, non volevo che occhi e orecchie indiscrete vedessero o ascoltassero la nostra conversazione ma purtroppo non era mai capitato che la volva si facesse vedere ad Horn e così tutto l'interesse dei cittadini era puntato su di noi.

La gente passava continuando a mormorare e capii di non avere molto tempo, presto le voci sarebbero arrivate anche ad Olcan e non avrei più avuto la possibilità di parlarle quindi fui schietta e diretta.

"Voglio diventare una Wulfgar, ho una speranza? So che..."

" Si, conosco un modo."

La felicità che provai in quel momento era indescrivibile.

" Ma saresti pronta a rinnegare te stessa, a rinunciare a tutto ciò che sei ora per diventare una Wulfgar?"

Ero pronta? Si, lo ero.
Una regina umana non era ciò di cui questo popolo aveva bisogno non era ciò di cui Olcan aveva bisogno.

La mia fragilità non mi consentiva di combattere le loro battaglie, di essere al loro fianco al suo fianco e ciò faceva estremamente male.

Quella che ero non mi avrebbe permesso di essere una grande guerriera nella terra della neve dove ogni uomo o donna aveva dentro di se l'antico sangue di Fenrir.

"Sono pronta a diventare la regina di cui questo popolo ha bisogno." 

La volva non disse più nulla, iniziò a camminare nella direzione del mare ed io istintivamente la seguii.

Non ci volle molto prima che la volva si fermasse, non eravamo tanto lontani dal luogo dove io ed Olcan ci allenavamo.

Mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa ma nulla, intorno a noi c'era solo il mare e una piccola altura di pietra ricoperta dal ghiaccio.

"Siamo arrivate."

La volva continuò a camminare fino ad arrivare all'altro lato dell'altura.

Rimasi estasiata da quello che mi si era parato davanti ed è lì che vidi per la prima volta ciò che aveva dato inizio a tutto.

" Benvenuta alle porte di Lyngvidr, mia regina."

WULFGAR - The land of snowWhere stories live. Discover now