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La morte di Vikar aveva lasciato una certa aria di serenità nel villaggio.

Nessuno aveva più parlato di quanto accaduto, neanche un sussurro celato.

La vita scorreva tranquilla e sembrava che tutti non percepissero più il pericolo alle porte di Horn.

Tutti tranne Olcan.

Aveva tenuto fede alla sua promessa e nelle ultime settimane aveva passato gran parte delle giornate ad allenarmi.

Non c'era andato leggero, i muscoli mi dolevano e la stanchezza era diventata una costante.

Avevo provato più volte a fargli capire che non riuscivo a tenere quel ritmo ma Olcan non sentiva nulla, né le mie lamentele né altro.

Era come se stesse attendendo qualcosa, qualcosa di brutto, era teso e sempre in allerta, non parlava e spesso dopo gli allenamenti spariva per ore tornado in tarda notte, per poi riandarsene all'alba.

Tutte le mattine ci incontravamo sempre sulla riva del mare, era il posto più adatto per addestrarmi ma, svegliandomi ancora una volta senza di lui al mio fianco decisi che per quel giorno sarei mancata al nostro solito appuntamento.

Ero furiosa e decisamente fuori controllo, non poteva trattarmi in quel modo.

Non sapevo praticamente nulla di ciò che gli passava per la testa o di ciò che faceva quando non era insieme a me e neanche provando a parlarci avevo risolto nulla.

Quando avevo iniziato a credere che le cose tra noi potessero andare bene si era allontanato, mettendo ancora più distanza e non ne capivo il motivo.

Mi vestii con fatica per il dolore alle braccia e alle gambe e uscii di corsa sperando in qualche modo di trovare Ella, dovevo sfogarmi e magari cercare di capire cosa stava accadendo a mio marito.

Cercai in ogni luogo che mi era stato mostrato e in ogni via di Horn ma nulla.

Ella era sparita.

La morte di Vikar aveva lasciato un vuoto incolmabile nel suo cuore, il dolore nel vederlo morire era stato più grande di quanto lei credesse di poter sopportare.

Aveva espresso il desiderio di essere lasciata sola per un po' e soprattutto di non essere cercata.

Fino a quel momento avevo rispettato la sua richiesta ma ora avevo davvero bisogno dell'aiuto di qualcuno di fidato e non vi era altra persona che mi ispirasse fiducia più di Ella.

Sconsolata ripresi la via per tornare a casa quando mi ricordai del posto dove mi avevano portata il giorno in cui sposai Olcan.

Pensai che fosse il luogo perfetto per chi come Ella voleva stare lontano da tutto.

Raggiunsi il limitate della foresta e con un po' di timore mi inoltrai nel fitto bosco senza pensare a cosa sarei andata in contro.

Dopo qualche ora capii di essermi completamente persa, per quanto mi sforzassi non riuscivo proprio a ricordare nulla della strada percorsa quel giorno sia per il buio, sia perché ero troppo distratta per memorizzare il cammino.

Vagai tra gli alberi fino a quasi sera, mi sembrava di ritornare sempre nello stesso punto e quando vidi che il sole stava per tramontare mi feci prendere dal panico.

Non sapevo dove fosse Ella, non sapevo dove mi trovassi o come tornare indietro, non potevo neanche sperare nell'aiuto di Olcan.

Per come si era comportato nelle ultime settimane dubitavo persino che si fosse accorto che ero sparita.

Cercai disperatamente un qualsiasi dettaglio che potesse aiutarmi a tornare indietro ma tutto mi era sconosciuto ed ora che stava calando la sera, era difficile anche riuscire a vedere qualcosa.

In quel momento mi resi conto di quanto in realtà fossi sola in quella terra selvaggia.

A Sarpsborg  avrei avuto mia sorella Hel e anche le altre, che non avrebbero perso un solo istante a cercarmi.

Mi accasciai alle radici di un albero e pregai tutti gli dèi che conoscevo per uscire da quella situazione.

Non so per quanto tempo rimasi li seduta ma in un certo istante sentii dei rami spezzarsi, mi alzai di scatto e mi guardai attorno sperando di  non veder comparire qualche animale affamato ma, per mia sfortuna, quello che vidi era molto peggio.

Davanti a me comparve un uomo imponente, aveva un viso giovane e sembrava non avere cattive intenzioni ma poi i miei occhi videro ciò che aveva sulla fronte e mi si gelò il sangue.

Era chiaramente un Wulfgar, ma un Wulfgar esiliato, marchiato con il simbolo del confino per essere riconosciuto da tutti.

Si avvicinò con cautela, fermandosi a qualche passo di  distanza da me,  chiaramente non voleva farmi scappare e per istinto portai la mano sulla spada, pronta a lottare se avesse voluto farmi del male.

"Sei la regina umana di Horn."

Era un'affermazione, quest'uomo sapeva chi ero e non era affatto rassicurante.

"Come fai a sapere chi sono?"

" Le voci girano e non ci sono molti umani tra la nostra gente. Cosa vuoi? Perché sei qui tra i confinati?"

Quell'uomo credeva che fossi lì per una ragione e sapere che vi era più di un esiliato in quella parte del bosco mi fece venire i brividi.

Non potevo dire di essermi persa, non sapevo come avrebbe reagito e non potevo mentire perché lo avrebbe capito, così decisi di raccontare una mezza verità che  giustificasse la mia presenza in quel luogo.

"Sto cercando una persona"

"È un esiliato?"

"No ma ho cercato in ogni luogo senza successo"

"Quindi non sei qui per un accordo"

Non attese una risposta, sul suo viso si dipinse un sorriso inquietante e si rivolse a me con tono ironico.

" Seguimi, ti riporto indietro. Qualcun'altro potrebbe accorgersi che sei qui, di certo non vorrei uno scontro con il re"

Si voltò ed iniziò a camminare, rimasi per un po' ad osservarlo, insicura sul fatto di seguirlo o meno ma non vedevo altre soluzioni in quel momento così, lo seguii stando sempre a debita distanza.

Mano a mano il paesaggio intorno a me tornò familiare e mi tranquillizzai quando fummo vicino la cittadina.

" Non posso andare oltre"

"Ti ringrazio per avermi riportata indietro"

"Io aspetterei per i ringraziamenti"

Improvvisamente sentii dei versi raccapriccianti e vidi comparire mio marito affiancato da Bjorn nella sua forma "animale".

Mi guardò furente, continuando a ringhiare.

"O- Olcan..."

Bjorn venne a prendermi portandomi vicino a loro e tenendomi il più lontano possibile dal confinato, anche se, la rabbia che emanava Olcan non mi fece sentire affatto al sicuro.

"Bjorn, riportala indietro e assicurati che non scappi ancora.
Io mi occupo di lui"

Credeva che fossi scappata e anche se non mi sentivo nel torto sentii di dovergli una spiegazione.

"Non sono scappata! Cercavo di..."

Il suo ringhio mi obbligò a chiudere la bocca, si avvicinò minaccioso rimanendo a pochi centimetri dal mio viso facendomi vedere chiaramente i tratti del suo lato animale.

"Con te donna, faremo i conti dopo!"





Buongiorno a tutti🌼

Eccomi tornata con nuovo capitolo!
In questo periodo ho moltissimi impegni e come avete potuto constatare non aggiorno con frequenza!
Seguendo il consiglio di alcuni di voi ho deciso di pormi un limite di scadenza.
Aggiornerò ogni due domeniche sperando di riuscire in questo obiettivo💜

Buona lettura🌺








WULFGAR - The land of snowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora