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Guardare l'alba era diventata un'abitudine ormai, da quando le temperature avevano iniziato ad alzarsi, tutte le mattine mi svegliavo presto e mi dirigevo verso la spiaggia.

Vedere il sole sorgere da quella distesa d'acqua era qualcosa che mi dava incredibilmente piacere e mi trasmetteva una sensazione di serenità e libertà.

Quel giorno però, di pace ve ne era veramente poca, erano giorni che il villaggio era in fermento, ed anche la spiaggia già di mattina presto, brulicava di pescatori.

La primavera era ben inoltrata e si poteva ricominciare a fare scorte per l'inverno successivo, ma ciò che veramente rendeva le persone del villaggio così agitate, era l'arrivo imminente degli uomini che provenivano dalla terra della neve.

Re Hakon, mio padre, aveva il desiderio di stringere accordi con loro, per motivi che a me dovevano restate sconosciuti e così, aveva inviato un emissario con pochi altri uomini oltre mare, per invitarli nella nostra casa.

L'invito era stato accettato ma Orvar, anche se con buone notizie, tornò profondamente sconvolto ed impaurito.

I suoi racconti avevano messo in soggezione l'intero villaggio, li aveva descritti non come uomini ma come bestie, prive di paura e con tradizioni molto diverse.

Nonostante il caos che c'era intorno continuai a guardare l'orizzonte e quando il sole fu completamente sorto, potei scorgere le vele delle navi dei Wulfgar, questo era il nome di quella gente su cui si erano sentite tante storie, e così, presa dalla curiosità rimasi giusto il tempo di scorgere alcuni dettagli, dato che, molto probabilmente mio padre mi avrebbe vietato di uscire in quei giorni, come faceva solitamente quando avevamo delle visite.

Le imbarcazioni non erano comuni alle nostre, erano più grandi e molto più slanciate ma ciò che prese la mia attenzione fu la decorazione della prua su cui non era stata intagliata la testa di un drago come era consuetudine, ma la testa di un lupo con le fauci spalancate.

Questo dettaglio mi incuriosì al tal punto che ebbi la voglia di sapere molto più di qualche storiella di quel popolo.

Improvvisamente qualcuno iniziò a suonare il corno, per informare del loro arrivo, così mi alzai frettolosamente dalla spiaggia e cominciai a dirigermi verso casa.

Una volta rientrata trovai mia sorella Hel con le mani conserte e con lo sguardo preoccupato e appena mi vide mi strattonò in maniera poco gentile.

"Liv, Si può sapere dove sei stata? Tra poco saranno qui!"

Era sempre stata molto apprensiva nei miei confronti , quasi come una madre, le volevo bene ed era l'unica persona di cui mi fidavo ciecamente.

"E con questo? Tanto non li vedrò neanche"

"Nostro padre ha richiesto la presenza di tutta la famiglia, devi essere presente anche tu"

"Sul serio?"

Hel non rispose, si sbrigò a farmi sedere per domare la mia lunga chioma bionda in una treccia.

Non riuscivo a capire, ero confusa, mio padre non mi aveva mai considerata come una figlia, evitava qualsiasi contatto con me, non che con le altre fosse molto diverso ma io ero particolarmente inesistente.

Ero l'ultima di sette femmine, praticamente con la mia nascita perse ogni speranza di avere un maschio dato che da allora mia madre non era stata più in grado di concepire, ecco perché mi sembrava così strano che avesse richiesto anche la mia presenza, anche se, ad essere del tutto onesta, non mi dispiaceva poi così tanto.

WULFGAR - The land of snowWhere stories live. Discover now