CAPITOLO 34 - Corteggiare

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I ripetuti colpi di tosse secca erano la conseguenza di una sigaretta concessa dopo alcune settimane di astinenza: Layla tratteneva a stento il filtro tra le labbra, in mezzo alle unghie laccate di smalto nero e, nonostante la difficoltà, cercava di gustarsi il momento al meglio.

Tiri centellinati, pieni, vissuti, come se stesse bevendo un godurioso frullato da una cannuccia, e poi quel pacchetto lo avrebbe consegnato a Oliver senza più usufruirne. Dalla diagnosi di gastrite, aveva ormai deciso di smetterla con il tabacco e di convertirsi alle gomme da masticare.

Lei, le gomme e una determinazione da far invidia: suonava come una barzelletta sganasciante.

Era in realtà una prova per stare meglio, per non avvertire più quegli spasmi insostenibili alla bocca della stomaco, per non puzzare di fumo e rendersi, perché no, una signorina un po' più gradevole; una di quelle prove che avrebbe duellato a spada tratta contro un vizio ben radicato, ma che sentiva di poter debellare.

Sì. Non era infattibile.
Infattibile era un vocabolo che voleva sforzarsi di non associare più alla sua vita.
Non ora che aveva ghermito un ambizioso motivo per marciare in avanti.

Per l'ultima volta, il fumo si rannuvolava intorno a sé; per l'ultima volta si infiltrava nei capelli; per l'ultima volta intorbidiva l'aria fuori dal camper, laddove quel mattino, oltretutto, sostava per ammirare lui e uno spettacolo che aveva ideato con il fine di sorprendere.

Ecco che lo vide arrivare, bello come un miracolo di matrice ultraterrena.

Sempre imponente, ma con quei lineamenti principeschi e incastonati nel viso come punti luce. Sempre vestito di colori abbinati alla rinfusa, ma con la capigliatura tessuta su una trama ordinata e fluente.

Sebastian si incamminava verso il tendone, e il cuore tremò fino a farle credere che si stesse perpetrando un maremoto tra le costole.

Per non farsi notare, disinquinò l'ambiente dalla sua presenza, nascondendosi dietro un fanale della vettura.

Rimase in allerta, con il sorriso sciabolato dalle emozioni, a scommettere sulla reazione al corteggiamento.

Primo passo per la sua bella: in fase di esecuzione.

Il piano del soldato era ufficialmente iniziato.




Intanto, assalito dalle ruminazioni circa la discussione verificatasi la sera precedente con Melinda, Sebastian piantò le Vans dinanzi all'ingresso dello chapiteau. Lo aveva raggiunto per incontrare Lorenzo e l'elettricista. All'orizzonte vi era l'infausta possibilità di rimandare la prima di Meravigliosa, dunque risolvere le complicazioni era di vitale importanza anche per lui. Tuttavia, i disordini interiori e le impellenze non impedirono che si accorgesse di una insolita carineria.

• Per il mio amico con le ali. •

Così era scritto su un pezzo di carta appiccicato a un lembo della tensostruttura. Strizzò la fronte, la mano si allungò sino a disinserire il peduncolo di un tulipano che era stato legato al bigliettino con del nastro adesivo.

Lo annusò, ma alle narici non gli giunse nessun buon odore. Neppure cattivo. Niente. Si chiese allora se i tulipani profumassero.
Meglio non cercare la risposta su internet.

Piuttosto, rifletté e ci mise un attimo a capire da chi avesse ricevuto il suo primo dono floreale in trentadue anni di balbettìi e capitomboli. Una sola personcina lo chiamava in quel modo, e l'apprezzamento del gesto si instaurò nei muscoli del viso tornati ad allentarsi. Soffiò su un ciuffo di capelli che gli era cascato sull'occhio e, con un angolo della bocca piegato verso l'alto, girò il biglietto nel lato opposto.

CarovanaWhere stories live. Discover now