CAPITOLO 77 - Sognare

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All'ombra della sera, mente e corpo marciarono coesi lungo i circuiti di un desiderio inscalfibile. Difatti, non vi furono lunghi intervalli di tempo tra il baluginio dell'idea e la piena volontà di concretizzarla.

«Adrian.»

«Dimmi, Bass.»

«Voglio fare una piccola pazzia.»

Da pochi minuti aveva smesso di vestire i panni di un oculato giudice, sebbene, per tutta la durata della gara polacca, non avesse fatto altro che pensare a cosa vi fosse un po' più a nord. Fu un rovello giuntogli d'improvviso che, inarrestabile, si infranse come la spuma di mare sulla battigia del suo ardimento.

«Che vuoi fare?»

«Perdere il volo per Liverpool.»

«E... perché?» domandò ancora il funambolo, il quale si mostrò poco sconvolto dall'imprevedibilità che sciorinava attraverso il sorriso sghimbescio. In effetti, non era nulla di inedito: dallo scivolone a Barcellona, vero preludio dell'obbligata rinuncia alle volate, Adrian Caine fu persuaso a credere – e non era l'unico a sostenerlo – che Sebastian avesse solo cominciato a modificare i campi d'azione ove esercitare il suo estro acrobatico.

Benché non potesse più verticalizzarsi sui tettucci dei camper, non mancò il congegno di mille azzardi alternativi per mantenersi la vita dinamica e sconvolgente. Un vero fantasista, non lo si poteva negare: a supplire le spaccate bucanti l'aria, le audaci decisioni prese a terra.

E, dunque, tanto più di Ohiye e dei volteggi alle cinghie, risultavano spettacolose la pianificazione di acquistare un camper meno morigerato, l'intenzione di contrarre matrimonio in pochi mesi e, nel frattempo, la scelta di scappare perfino dal circo come un reietto. Quale nuovo e spericolato numero si era inventato per stupirsi l'esistenza?

«È troppo vicina a Varsavia per non farci un salto.» Gli si arricciarono gli angoli degli occhi in tante crepe e le ciglia si incastrarono nel risvolto del Carhartt verde ottanio ormai disceso fin sulle palpebre. Nello sfondo, calche di atleti e spettatori defluivano rapide dai portoni del complesso sportivo, mentre lui, sobriamente sconfinferato, inclinava il capo per risultare convincente. Strofinò un palmo sul deltoide dell'amico, proprio come si fa sulla lampada magica di un genio, e propose senza più indugiare: «Ti rubo solo un giorno in più e ti rimborso il volo per Madrid. Vieni con me, domani?»

«E dove?»

«Vado a trovare Andrius.»


Vilnius, Lituania Ottobre 2017

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Vilnius, Lituania
Ottobre 2017

Il dormiente pietrisco, calcato dal gommino del bastone in massello, componeva i lastricati da cui protuberavano ampollosi mausolei e tumuli modesti. Fosco il tardo mattino, a intorbidire stuoie di foglie rosse e muschietti abbarbicati alle radici di arbusti secolari; nebbiosi i silenzi, che avvilivano i timpani inoltratisi nei sepolcreti; brumoso lo sguardo smeraldino posato sulle terminazioni a croce di lapidi antiche.
Gli si attecchiva addosso l'umidità della morte.

CarovanaWhere stories live. Discover now