6. Celyaphin

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Quando aprì gli occhi credette di sognare.

Quella era luce. E la distesa di azzurro, il cielo. Sotto di esso si vedevano delle case e dei palazzi. Persone. Centinaia di persone. E i colori. Scuri, chiari, pastello e fosforescenti. Erano bellissimi.

Ma come poteva sapere se era la realtà? Rhys le aveva detto che aveva sognato per anni. Amarantha era morta e lei aveva continuato a vederla e a soffrire.

E se quello fosse stato un altro sogno? Magari indotto da qualcuno come Rhys, ma al servizio di Amarantha. Forse era una nuova forma di tortura. Luce che si sarebbe trasformata nella più buia oscurità.

Nascose la testa sotto le coperte e chiuse di nuovo gli occhi per non pensarci. Forse quegli stessi gesti erano un sogno.

Perciò rimase lì dov'era, fino a quando qualcuno entrò nella stanza. Istintivamente abbassò la coperta per capire chi fosse.

Se fosse stata Amarantha non avrebbe comunque avuto modo di proteggersi da lei. Ma non era Amarantha.

Era... Una Fae. Aveva capelli castani, i riflessi biondi, occhi grigio-azzurri. La pelle rosea era visibilmente abbronzata dal sole caldo, ma era comunque chiara. Le stava sorridendo.

Celya l'aveva già vista. L'aveva vista nella mente di Rhys.

<<Sono Feyre. La compagna e moglie di Rhysand. La Signora Suprema della Corte della Notte.>> Si presentò con voce dolce.

Celya avrebbe voluto muoversi per presentarsi come si deve, ma sapeva che ogni movimento le avrebbe provocato dolore.

<<Sono Celyaphin. Piacere di conoscerti.>> Rispose.

Il sorriso di Feyre si allargò. Con un frusciare di vesti, si stava avvicinando al letto. Celya ammirò ogni movimento. Era semplice e leggero, ma allo stesso tempo sicuro di sé. La veste azzurra si spingeva avanti ad ogni passo.

<<Non è un sogno, Celyaphin. Sei a Velaris. Rhys ti ha portata due giorni fa. Come ti senti?>> Si sedette con cura accanto a lei, facendo attenzione a non spingersi troppo verso di lei.

Celya si chiese se le parole di Feyre fossero vere. Se tutto fosse vero. Dopo anni... Non sapeva più distinguere la realtà dal sogno, come poteva distinguere verità e bugie?

<<Dici che non è un sogno, ma... Come faccio ad esserne sicura? Tu... Tu non sei Amarantha, lo so.>> Abbassò lo sguardo e strinse la coperta tra le mani. Se non era un sogno, quelle parole avrebbero potuto offendere Feyre.

<<No, non sono lei.>> Disse Feyre, infondendo dell'odio nell'ultima parola. <<Ma l'ho conosciuta.>> La sua voce di nuovo gentile. <<E l'ho affrontata e sconfitta, Celyaphin. E non potrei mai dirti una bugia. Non dopo tutto l'orrore che hai passato.>> Coprì una mano di Celya con la sua. La presa forte.

<<Come sai cosa ho passato? Rhys ti ha...>> Madre... Quegli orrori, lei aveva visto la sua vita!

<<Non vergognartene.>> La voce di Feyre assunse un tono di lieve rimprovero. Poi tornò incoraggiante. <<Anch'io ho sofferto, non come te, ma so cosa vuol dire. Tu... Non vergognartene mai. Quel dolore ha formato la persona che sei oggi.>>

<<Non sono sicura di sapere chi sono.>> Ribatté Celya. In fondo era vero. Chi era lei? Solo la figlia di Amarantha. Non aveva mai avuto nessun'altra informazione.

<<Sei viva, Celyaphin. Ora puoi vivere e lo scoprirai. Col tempo.>> Feyre era lì per spronarla? Perché?

<<Rhysand ti ha detto tutto?>> Lei... Rhys aveva...

A Court Of Light And Darkness {ACOLAD 1}Where stories live. Discover now