21. Cambriel

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Celya tremò. Il suo intero corpo venne scosso da brividi.

Cam la capiva. Lui aveva avuto una reazione simile, anche se l'aveva nascosta.

Celya era sua sorella. E Cam era suo fratello.

<<Amarantha non era mia madre.>> Volle rassicurarla. <<E Reflian, era mio padre adottivo. Ma è come se fosse stato quello vero.>>

Ma lei non sembrava stare meglio. Era completamente sconvolta.

<<Quando l'hai saputo? Quando hai saputo di me?>> Tratteneva il pianto.

Cam si passò una mano tra i capelli, nervoso. <<Quando Thesan è tornato. Dopo che ti ha... Sistemato le ali.>> Le ammirò. Erano di bianco perfetto. Sembravano splendere di luce argentea. Come la luna nella sua completezza.

<<E come hai reagito?>> Cam si stupì della domanda. Nessuno gli aveva chiesto come stava, come l'aveva presa.

<<Ero scioccato. Lo sono ancora. Ma ora che ti ho conosciuta... Mi ricordi un sacco nostro padre. Hai lo stesso naso e la stessa forza.>> Anche se in quel momento non la mostrava.

<<Non sono forte. Non lo sono per niente. Sono terrorizzata. E... Sei mio fratello.>> Si torturava le ciocche arancioni che le ricadevano sulle spalle in morbide onde. <<Quello che hai detto prima... Credevo fosse un modo per rimorchiarmi.>>

<<Era ammirazione. Sei molto bella Celya.>> Era sincero. Non aveva mai visto una Fae così bella come lo era lei. Alcuni tratti erano di Amarantha che era stata bella, ma Celya... Paragonarla alla Luna era poco.

<<Smettila, ti prego.>> Si era di nuovo persa in chissà quale ricordo, un dolore ancora molto forte in lei.

Cam smise di guardarla. Capiva che aveva bisogno di spazio. Anche lui spesso ne aveva bisogno. E si rifugiava proprio su quella collina. Da lì poteva ammirare il mare, il cielo e la sua città. Si sentiva tranquillo, lontano da tutto tanto da sentirlo così vicino.

<<Hai avuto una vita felice? Amici, famiglia?>> Celya stava guardando come lui il sole che calava. Aveva lo sguardo lontano, il viso poggiato sulle braccia che stringevano le gambe. Quanta sofferenza in quegli occhi argentei.

<<Mia madre è morta dandomi alla luce, ma mio padre... Scusa, nostro padre c'è sempre stato e mi ha dato l'amore di cui avevo bisogno. Lo ammiravo. Oltre a lui c'era Daniel, ma ti ho già raccontato di lui.>> Per un attimo si perse nel ricordo della sua perdita. Il Signore della Corte della Notte che gli toglieva la vita. Strinse i pugni e andò avanti. <<Ho degli amici, sì. Sono come fratelli, alcuni più di altri. Ti piacerebbero.>>

<<Non mi conosci. Non sai cosa mi piacerebbe.>> Disse lei, con la tristezza sul volto.

Era così spenta, così arrabbiata. Ma perché? Cosa aveva visto e provato per non avere più la luce negli occhi? Quella luce che era il suo potere, era spenta per quel motivo. E lui doveva sapere cosa le era successo per aiutarla a recuperare quella luce.

<<Cosa ti è successo, Celya?>> La domanda suonò come una melodia. Non voleva obbligarla, voleva che si fidasse.

Si fidò. <<Se me lo permetti, te lo mostro. Ma... Non guardarmi diversamente, da come mi guardi ora. Ti prego.>>

Cam la scrutò. E poi annuì. Sapeva che era una Daemati. Un'altra cosa che aveva preso dal padre. Conosceva quell'invasione, e come quando era il padre a entrare nella sua mente, anche Celya non le diede fastidio. Era una luce. Un fascio di luce che delicatamente invadeva la sua mente, bussava sulle sue difese chiedendo accesso. Una carezza calorosa.

A Court Of Light And Darkness {ACOLAD 1}Where stories live. Discover now