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«Che tempaccio

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«Che tempaccio...» mormorò Ron, seduto poco distante da lei.
Hermione annuì, alzando poi gli occhi verso la finestra: fuori, la tempesta si scatenava.
La biblioteca quel pomeriggio era silenziosa, più del solito, più di altri anni. La paura ormai opprimeva tutti e non c'era nemmeno più bisogno di nasconderlo, tutto era riportato settimanalmente sulla gazzetta. La domanda più grande era: a cosa serviva tutto quello? Per quanto ogni giorno si sforzassero di vivere la loro vita da adolescenti, bastava uno sguardo in più a ciò che li circondava – anche ai professori – che il terrore ritornava a scorrere nelle loro vene. E quindi la domanda era: ma tutto ciò a cosa serviva? A niente. Perché per metà delle persone presenti in quella biblioteca non c'era nemmeno un futuro, non importava quanti voti alti riuscivano a prendere, quanto bravi diventassero con la scopa o con le pozioni, non c'era nessun futuro fuori da quelle pareti. L'aria era opprimente e più cercavano di nasconderlo più nuove notizie arrivavano, i mangiamorte facevano piazza pulita nella Londra babbana e tutti temevano, che prima o poi, finiti i babbani, sarebbe toccato a loro. Non importava quanto puro fosse il loro sangue, quanto rimanessero nel buio della stanza senza portare attenzione su di loro, senza infastidire altre persone, sarebbero arrivati senza alcuna più distinzione, a prendere anche loro, perché nessuno era rimasto pronto ad opporsi a quelle ingiustizie.

«Anche vicino al camino, si gela.» aggiunse Ginny, allungandosi le maniche del maglione. Quel pomeriggio erano tutti e quattro lì, seduti alla ricerca di imprimere nella loro mente qualche pagina del libro di pozioni per l'esame del giorno successivo, ma tutto sembrava distrarli. Ron sfogliava il suo libro senza alcun interesse e forse quello era l'unico elemento che non era cambiato negli anni. Ginny sospirò, riportandosi i ciuffi dei capelli dietro le orecchie, mentre strofinava le mani per darsi calore. Harry, invece, sfogliava e leggeva attentamente quel libro che aveva trovato nella classe di pozioni, come se contenesse i segreti del mondo. «Ormai ci dorme pure con quel libro...» commentò Ginny, notando lo sguardo curioso di Hermione. Sorrise, spingendola di poco per intimarla a fare silenzio, poi tornò al suo libro dove Draco le aveva attentamente scritto la lista degli ingredienti e come preparare la pozione, cercando di convincerla a dargli ascolto almeno in quello – che lui sapeva bene – anche se contrastava con quanto scritto dal libro. Sorrise di nuovo, guardando la grafia elegante del suo ragazzo. Sorrise perché ne aveva ancora la forza, perché almeno c'era lui. sorrise ed alzò di nuovo lo sguardo verso i suoi amici, per quanto non fosse stata perennemente presente in quei mesi – trascorrendo molto più tempo nella stanza delle necessità – sapeva che su loro poteva contare, perché dopotutto erano sempre lì, a sostenersi. A risvegliarla dai suoi pensieri fu Ginny, però, che si sporse in avanti di scatto e portò lo sguardo fisso su qualcuno che attirava tutto il suo interesse: Blaise.
Erano oramai già due mesi che Ginny ed Hermione discutevano sulla necessità di informare Ron ed Harry sulla relazione delle due con i due Serpeverde, ma ancora non ne avevano trovato realmente il coraggio e come sempre si ritrovavano a guardarli da lontano, mentre prendevano posto su un banco poco distante da loro.

Venere e Marte; Dramione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora