Sogno che diventa realtà

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Toni's pov
Mi ha fermata. Ha fermato tutto quello che stava succedendo tra di noi. Ho confermato le mie paure, la Fattoria sta diventando per lei troppo importante. Prima non avrebbe mai rifiutato di farlo con me. Quando lo facciamo, non è solo sesso occasionale, è un modo per dimostrare il nostro amore verso l'altra. Fermati. Questa frase sta risuonando ormai da mezz'ora nella mia testa. Non ho mai avuto un suo rifiuto in questo, però a quanto pare, fa parte della vita. Non so cosa mi tenga ancora in questa casa, perché se fosse per me tornerei nel mio appartamento ed inizierei a bere bevande energetiche. Forse è la curiosità di vedere la gioia di Cheryl dopo aver incontrato suo fratello a tenermi legata a questo letto. Non so che fare, mi sento uno schifo. Ho visto i suoi occhi quando sono entrata in doccia, erano innamorati, vogliosi, invece dopo qualche secondo sono diventati completamente vuoti. Mi ha lasciata nel bagno come se fossi una qualunque. Chissà cosa le sarà passato per la testa in quei secondi.

Cheryl's pov
Evelyn: -perfetto, pronta a cominciare?- annuisco, guardandomi nei paraggi e deglutendo ogni volta che una suora mi passa accanto.
Evelyn: -prego, puoi entrare- apre l'enorme porta di legno, della quale ormai so tutti i dettagli a memoria, per quanto l'abbia guardata in questi dieci minuti, nei quali Evelyn continuava a spiegarmi le sensazioni che avrei percepito una volta entrata. Faccio un grande respiro.
Evelyn: -prego- lentamente entro nella stanza completamente buia, illuminata da un piccolo lume, appeso sulla parete. Al centro dello spazio che mi circonda, c'è uno sgabello. Mi dirigo titubante verso di esso, tendendo tutti i sensi all'erta nel caso succedesse qualcosa. Tasto con la mano lo sgabello prima di sedermi. Per i primi secondi non succede nulla, niente Jason nei paraggi, niente di niente. Mentre decido di uscire ed andare da Evelyn dicendo che non ha funzionato, uno strano odore mi penetra le narici. Strizzo gli occhi a causa dell' essenza, talmente forte che mi fa girare la testa. In poco tempo tutte le forze mi abbandonano. Inizio a non vedere più niente, il lume che rischiariva leggermente la stanza scompare.
: -hey- sono sveglia? Mi guardo intorno e noto che il posto nel quale sto ora è totalmente diverso da quello dove stavo qualche secondo prima. Aspetta, riesco a pensare. Nei sogni si può pensare? Provo a muovere una mano e per poco non mi prende un colpo appena vedo la mia mano destra a pochi centimetri dalla mia faccia. Conto le dita. Cinque. Nei sogni non si può contare, cosa sta succedendo?
: -hey- ripete la voce che ho sentito all'inizio. Mi volto di scatto, verso la direzione da qui proviene e il mio cuore salta un battito. Lui in persona, qui, davanti a me che mi guarda con il suo solito sorriso.
Cheryl: -JJ- non riesco a trattenere le lacrime. Scatto verso di lui, fermandomi però quando sono a qualche metro di distanza. E se non fosse reale? E se abbracciandolo finirei per farlo scomparire? Lui mi guarda divertito.
Cheryl: -sei davvero reale?-
Jason: -certo sorellina- riprendo la mia corsa, saltandogli letteralmente a dosso e facendolo addirittura cadere per terra. Si mette a ridere, quella risata che per tanto tempo ho cercato di ricordare ma che poi se n'è andata, lasciando al suo posto solo un ricordo confuso, è ora qui che squilla nelle mie orecchie.
Jason: -Cherry, finirai per strozzarmi così- Cherry. Ora ho capito cosa sia la felicità.
Cheryl: -non posso crederci, com'è possibile?-
Jason: -tutto è possibile, ricordi?- me lo ripeteva sempre, soprattutto quando avevo ansia per un compito in classe. Sorrido al ricordo.
Cheryl: -quanto tempo ho?-
Jason: -per cosa?-
Cheryl: -per stare con te- il suo volto si rabbuia.
Jason: -qui il tempo va più lentamente, un minuto qui corrisponde a cinque minuti lì-
Cheryl: -decido io quando tornare? scuote la testa.
Jason: -succede all'improvviso, però ci incontreremo sempre ora che hai trovato il modo di vedermi- mi prende il volto tra le mani, dandomi un bacio sulla fronte.
Cheryl: -mi sei mancato JJ-
Jason: -anche tu Cherry- da quanto non sentivo questo soprannome. Dopo avergli dato un'ultima occhiata, mi concentro sullo spazio circostante. È ThornHill. Confermo la mia ipotesi quando vedo il giardino dove ogni volta giocavamo a nascondino o acchiapparella.
Cheryl: -ma ThornHill è stata bruciata- lui non risponde, mi guarda semplicemente con i suoi soliti occhi vacui. Continuiamo a camminare. Tutti i rumori e gli odori mi sembrano così reali. Ormai ho confermato di non star sognando, però sono sicura di non essere neanche nella realtà.
Non so quanto tempo sia passato, stiamo semplicemente camminando, mano nella mano, in silenzio, dove le occhiate che ci scambiamo si esprimono più di qualsiasi parola. Ci sediamo sulla panchina, la stessa dove nostra madre ci leggeva favole. Penelope Blossom che legge favole? Ebbene sì, però erano favole degli anni ottanta, niente elettronica, niente vestiti decenti, e soprattutto niente omosessualità. Se anche in quell'epoca erano presenti persone omosessuali, venivano esiliate e derise dalla società. Però come si dice, il destino è già segnato e neanche le stupide favolette di mia madre avrebbero potuto tenermi lontana dalla mia attrazione verso le ragazze. Mentre siamo seduti sulla la panchina, tutti i rumori che sento, diventano sempre più ovattati. Gli odori si fanno più tenui.
Cheryl: -Jason-
Jason: -tranquilla sorellina, ci rivedremo- mi fa l'occhiolino. Annuisco mentre l'immagine di mio fratello inizia a svanire. La vista si offusca mentre il mio cervello smette di pensare. Tutti i ricordi diventano un tornado confuso che continua a sbattere sulle pareti della mia testa.
Evelyn: -Cheryl- qualcuno mi scuote il braccio. Apro gli occhi, sbattendo più volte le palpebre.
Mi trovo in una stanza, con un letto tipico degli ospedali. A questa vista rabbrividisco. È la stessa in cui ho vissuto quei tre giorni infernali, quando mia madre mi ha praticamente venduta a quelle suore.
Evelyn: -ti senti meglio?- mi giro e vedo Evelyn che mi fissa.
Evelyn: -hai urlato e ho pensato che ti fosse successo qualcosa. Quando sono entrata avevi perso i sensi- non ho urlato.
Evelyn: -prova ad alzarti- faccio come mi dice e con mia grande sorpresa, riesco a scendere con estrema facilità dal letto, senza nessun giramento di testa.
Evelyn: -ricordi cos'è successo?-
Cheryl: -sì, ho incontrato Jason- dico sorridendo.
Evelyn: -te l'ho detto, la Fattoria aiuta tutti-
Cheryl: -posso andare?- devo ammettere che questa stanza mi mette abbastanza in soggezione, facendomi ricordare anche quando Toni mi ha salvata.
Evelyn: -se ti senti bene certo- guardo l'orologio e sono già le dieci di sera è tardissimo. Prendo la mia giacca, appesa sul attaccapanni, vicino alla porta, ed esco velocemente dalla stanza. Sono già stata in questo posto perciò trovo molto facilmente l'uscita. A domani JJ.

Toni's pov
Sento il rumore di un'auto nel vialetto. È tornata. Vorrei alzarmi dal letto, andare in bagno e lavarmi il viso per mascherare i miei occhi rossi, però per quanto ci provi, il mio corpo non ne vuole sapere di alzarsi. Rimango così sotto le coperte, girata di fianco, fingendo di dormire.
Cheryl: -Toni, io- smette di parlare appena mi vede. Tengo gli occhi chiusi, lottando con tutta me stessa per non aprirli. Sento che si siede sul bordo del letto. Inizia ad accarezzarmi la guancia.
Cheryl: -Toni, so che non stai dormendo- mi muovo leggermente per farle capire che ha ragione.
Cheryl: -Toni, scusa-
Toni: -per cosa?- dico facendo la finta tonta.
Cheryl: -so che sei arrabbiata-
Toni: -non è vero-
Cheryl: -allora sei delusa- non rispondo, ha colpito in pieno il segno.
Cheryl: -TT-
Toni: -hai visto JJ?- in un secondo sembra dimenticarsi di tutti i problemi.
Cheryl: -sì, è stato bellissimo- dice con tono sognante.
Toni: -sono felice per te- dico sincera nonostante non stia credendo molto a tutta questa cosa della Fattoria e del risveglio dei morti. Sorride.
Cheryl: -abbiamo parlato, ho sentito la sua voce-
Toni: -ora sei felice?- mi volto verso di lei guardandola negli occhi.
Cheryl: -sì, finalmente dopo anni sono davvero felice-
Toni: -quindi con me non lo sei veramente?-
Cheryl: -Toni, non dire sciocchezze, sai che ti amo- quella Fattoria e quella Evelyn le hanno davvero fottuto il cervello.

Before the sparkWhere stories live. Discover now