capitolo 1

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Quella mattina ero seduto comodamente sui sedili posteriori della mia limousine, lasciando che questi mi riscaldassero dal gelido freddo invernale. Controllavo che tutto fosse al suo posto, la cravatta era ben legata, tenuta ferma da uno spillo, i capelli perfetti e al loro posto, le scarpe erano pulite, nel taschino c'era il fazzoletto, i gemelli dorati risultavano il mio brand e il profumo che avevo scelto non era troppo forte, così da non dare fastidio, ma ugualmente lasciava il segno al mio cammino.
Sfogliavo le pagine del mio taccuino decidendo cosa far indossare alle modelle che mi stavano aspettando per prepararsi per il Galà, i colori che avevo scelto erano perfetti per la stagione che stavamo vivendo, ovviamente c'era quel particolare che lo rendeva mio, come ad esempio la collana di perle bianca, l'anello nero con la gemma rossa e i tacchi trasparenti avvolti da brillantini che li rendevano stupendi e brillanti. Cosa farebbe la moda senza di me? Sicuramente cadrebbe in basso.

Fermai la macchina, quando i miei occhi furono rapiti dalla vetrina ben decorata di un mio negozio. Scesi e corsi dentro, ma prima di farlo, osservai la vetrata. Il manichino era stato girato verso sinistra e la gamba destra era verso il lato della porta, dove da lì entravano gli addetti per esporre ciò che vendevano in quel negozio, lasciando vedere lo spacco del vestito, tagliato non proprio perfettamente. Il vestito giallo canarino, era stato ricoperto da un velo trasparente cucito a mano, ma non bastò per tenerlo sù, così il/la ragazzo/a aveva legato intorno una cintura nera di pelle. Ai lati della vetrata, come per nasconderli, c'era un cappello che dalla sua bruttezza percepii il disgusto del creatore di quella vetrina nel buttarlo lì, avrei fatto anch'io la stessa cosa. I sandali marroni erano stati sostituiti da un paio di tacchi neri bassi.

Vedendomi tutti si zittirono e smisero di lavorare, anche le clienti seppero il perché. L'unico che non si era accorto di me, era il direttore troppo preso a sgridare una ragazzina che non faceva altro che farle notare la mia presenza.
Guardai la ragazza, poteva avere vent'anni sennò qualche anno in più, aveva i capelli lisci corti e non fu una sua scelta tagliarli, ma un bene per non far vedere il macello che aveva combinato facendosi la tinta da sola. Poteva essere alta un 1.67 ma con quei stivaletti neri che avevo scelto, arrivava ad 1.75 circa, sulle sue unghie erano ancora rimasti i rimasugli di smalto rosso che si era messa un mese/due settimane fa.

"Siete voi che avete decorato la vetrina?" Le domandai guardandola nei suoi occhi grigi.
"Non si preoccupi, ho già provveduto al suo licenziamento e il risarcimento dei danni subiti". Rispose l'uomo.
"Sto parlando con voi per caso? No, allora avete fatto voi quello?" Domandai per la seconda volta, la ragazza impaurita annuì.
"Come vi chiamate?"
"Mi chiamo Astrid". Balbettò spaventata.

Dal mio taschino presi il bigliettino di visita, il mio assistente mi diede una penna e scrissi il nome della ragazza, per poi consegnarglielo.

"Vi aspetterò domani alle sei in punto, un minuto di ritardo e vi potrete considerare già licenziata". Me ne andai, partendo a tutto gas per arrivare al Galà puntuale, anche se non sarebbe iniziato senza di me, io ero il diamante e l'unico modo per farlo guardare al tutto il mondo, serviva la mia presenza anche solo per un secondo.

Buongiorno💞
Finalmente una storia su Tom, come vi avevo promesso, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, vi prometto che il prossimo sarà più lungo.

Vi amo 3000❤

𝗜𝗹 𝗕𝗮𝗿𝗼𝗻𝗲Where stories live. Discover now