capitolo 14

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Bussai rumorosamente per farmi sentire, Ludovica venne ad aprirmi in vestaglia da notte. Aprì la porta a metà, facendomi vedere solo metà di lei, mi stava nascondendo qualcosa e il suo sorriso lo confermava.
Con forza entrai dentro, senza chiederle il permesso, non m'importava. Le chiesi più volte dove fosse Astrid, ma lei continuava a dirmi di non averla vista.
La porta del salotto si aprì e apparve Astrid, appena mi vide scappò chiudendosi nella camera degli ospiti, che le aveva dato Ludovica. Mi fece dare la seconda chiave, ed entrai.

"Perché te ne sei andata?" Le chiesi rimanendo in piedi nella stanza, lontano da lei, se mi fossi avvicinato, lei si sarebbe allontanata.
"Perché..." si bloccò, come se le mancasse il respiro.
"Tom io sono..." prese un respiro profondo, potevo sentire il suo cuore battere all'impazzata, da qui.
"Sono incinta..."
"Lo so". Mi sedetti per terra e la guardai.
"Come fai a saperlo?"
"Ho trovato il test, perché non me l'hai detto?" Si guardò le mani, non riuscendo a guardarmi.
"Io volevo dirtelo il giorno stesso, ma quando sono tornata a casa, ti ho sentito dire che i bambini sono una perdita di tempo. Me ne sono andata perché non volevo essere un peso per te..." pianse, sfogandosi.
"O mio Dio". Pensai alla telefonata con il mio amico, era tutta colpa mia.
"Scusami Astrid".

Mi avvicinai a lei, anche se mi ero promesso di non farlo, abbracciandola e asciugando le sue lacrime.

"Quelle parole non erano mie, ho ripetuto ciò che avesse detto il mio amico, io amo i bambini, non hai idea di quanto io sia felice in questo momento". Lei si allontanò.
"Tu dici questo, solo perché vuoi calmarmi, io e il bimbo saremo un peso per te!" Giocò con i suoi capelli, per calmarsi.
"No amore, tu non sei un peso e non lo sarai mai. Ti amo Astrid e sono felice di averti ritrovato, pensavo di aver fatto qualche cavolata e di averti persa". Appoggiai la mano sulla sua guancia, mi avvicinai e la baciai, mi sembrava un sogno di poterlo fare.
"Sicuro che io non sia un peso?" Mi chiese ancora spaventata.
"Non vedo l'ora di costruire insieme a te questa famiglia". Sorrisi, per poi prendere dalla tasca un cofanetto rosso.

"Ieri quando ho sentito la notizia di vendite sul Giappone, sono scoppiato di gioia e in quel momento ho capito". Mi inginocchiai e aprii il cofanetto, mostrandole l'anello.
"Astrid, mi vuoi sposare?"
"Si". Le misi l'anello e la baciai.

Tornammo a casa e vide il casino che avevo combinato dalla rabbia e alcool. Sentendosi in colpa, mi aiutò a disinfettare le mani, per poinmetterci nel letto.

"Come mai non dormi?" Mi chiese, appoggiando la sua testa sul mio petto.
"Ho paura che tu te ne vada di nuovo..." mi diede un bacio.
"Rimango qui".
"Per sempre?"
"Per sempre". Sorrisi.

Buon pomeriggio💞
Vi avviso che la storia sta finendo, mancano gli ultimi due capitoli, ma non vi preoccupare, sto scrivendo una nuova storia su Tom.

Vi amo 3000❤

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