L'eterna Notte

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Erano le tre di notte. Faceva freddo. E a Percy venne la brillante ispirazione di svegliare Annabeth con un'idea ben precisa in mente.
<<Quindi ci stai?>> aspettava una risposta nervoso
<<Sei impazzito per caso?>> lo guardò con sospetto.
Ma controbattè deciso <<Dai Annabeth ti prego, volevo fare questa cosa da tempo...con te>>
Annabeth corrugò le sopracciglia e si alzò, dirigendosi verso l'armadio, sospirando e borbottando ad alta voce
<<Ah, cosa mi fai fare, Santi Numi!>>
Appena la sentì Percy la raggiunse e la abbracciò da dietro <<Grazie, sei la migliore>>
La sua ragazza arrossì a quel gesto e a quelle parole.

Dopo una manciata di minuti un vento gelido già si scagliava contro la loro faccia come una spada.
Percy prese delicatamente per mano Annabeth e lei, come d'abitudine a quell'azione, intrecciò le dita alle sue, beandosi del calore che trasmettevano.
Ancora nessuno dei due riusciva a credere di aver assecondato la pazzia di lui, e star passeggiando per le strade vuote di Londra, a notte fonda.
<<Scommetto che ti sta piacendo>> le sussurò lui con un ghigno. <<Mhm forse per una volta hai avuto un'idea decente, ma solo perchè sai quanto amo la pofondità del silenzio>>
Percy sorrise beffardo all'affermazzione e l'ammirò mentre scuoteva il capo in segno di resa.

Ogni tanto si sentiva qualche mezzo di trasporto, sempre attivi in città così grandi, ma comunque ovattati dalla lontananza.
Ed era tutto così in armonia.
Tutto così intimo e segreto.
Era, tutto così loro.
Parlarono ininterrotamente a voce bassissima, come se avessero paura di rovinare la magica atmosfera creatosi.
Mentre Annabeth appoggiava la propria testa sulla spalla di Percy, e lui l'attirava ancora più vicino. Come se non avesse abbastanza della sua presenza e delle emozioni che scalpitavano ogni volta a causa del contatto fisico. E del suo profumo, che sarebbe riuscito a riconoscere ovunque. Era freddo e forte, proprio come Annabeth. A lei piaceva rappresentarsi attraverso piccole cose del genere, giusto per ricordarsi chi fosse, per non perdersi mai.

Arrivarono al famoso e adorato, da loro due in primis, "St James's Park" e si sedettero su una panchina ghiacciata.
Obiettivamente, l'ambiente era alquanto inquietante, ma ad essere sinceri, era l'ultimo dei loro pensieri.
La luce della luna, offuscata dagli alti alberi, illuminava i loro profili, facendoli sembrare irreali.
Annabeth senza dire niente, all'improvviso, si sporse verso Percy, e si baciarono. Uno di quei baci casti e puri. Quelli che a malapena ti sfiorano le labbre, ma che dicono tanto. Quelli per cui loro due andavano giù di testa. Avvenivano raramente, solo in momenti come quelli, tanto speciali e unici.
Si appoggiarono fronte contro fronte e Percy stringeva con una cautela ammaliante il viso di lei tra le mani.
<<Ti amo. Cavolo se ti amo, Annabeth>>
Lei aprì le labbra in un sorriso che fece perdere un battito al ragazzo, e quindi quasi per avere la certezza che fosse tutto reale, ripetè la stessa identica cosa, alzando di più il tono della voce e guardando in alto, come a volersi farsi sentire pure dalle stelle. <<Ti amo! Cavolo se ti amo, Annabeth!>>
Lei scoppiò a ridere, senza allontanarsi dal suo viso. E pensò che non ci fosse realtà più bella di quella che stesse già accadendo.
E non esitò ad urlare verso il cielo anche lei <<Ti amo, Percy!>>

E mentre tornavano a casa,
Avevano i respiri che sapevano di felicità.
Anche un poco di malinconia.
Ma che, sopratutto, sapevano di loro due.
E per quella notte, insieme, si sentirono eterni.

Spazio Autrice:
Capitolo breve, ma intenso.
O almeno spero (Se vi va ditemi cosa ne pensate).
Come avrete già leggermente intuito scrivo di loro a Londra. Sono consapevole del fatto che siano Americani, ma il posto è a me caro, perciò ho deciso di cambiarlo. Inoltre saranno tutte AU -o quasi-
Detto questo,
Alla prossima lettura.
-As

I nostri respiri-Percabeth OneShotWhere stories live. Discover now