CAPITOLO 24: Trasporto

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*Katsuki's pov*

<<Hey.>> dissi staccandomi leggermente dall'abbraccio così da poterlo guardare in faccia.
<<Fai vedere a quel pezzo di merda chi è Shoto Todoroki>>

Lui annuì sorridendo.
<<grazie>> disse solamente con uno dei sorrisi più belli stampato in faccia, per poi rubarmi un altro bacio.

Dopo quel giorno Shoto accettò la proposta di suo padre e quello stesso sabato sarebbe andato a casa sua per parlare della "cosa urgente" di cui scriveva nei messaggi Endeavor.

<<ti prego.>>
<<no>>
<<ti scongiuro.>>
<<Shoto, no. È una questione di Todoroki, io non c'entro niente.>>
<<Lo so ma voglio che ci sia pure te, come testimone di quello che ha fatto>> mi implorò il mio ragazzo.
<<Te l'ho già detto, il discorso dei ricordi è solo l'1% del male che ha fatto alla tua famiglia. Te devi parlare di cose più importanti e io non c'entro nulla, sarei solo d'impiccio. Quindi non vengo.>.

...

<<ricordami perché mi hai convinto a venire?>> chiesi scocciato mentre Shoto mi trascinava per mano.
<<perché mi ami tanto e sarai sempre al mio fianco>>
<<che gran cagata>>
<<lo so, ma al momento dobbiamo pensare ad altro>>
<<In cui io non c'entro niente>>
<<tu c'entri perché sei il mio ragazzo.>>
<<uff...ok ok.>> mi arresi, non c'era modo di far cambiare idea a quel cervello ghiacciato.

Dalle poche indicazioni che mi aveva detto Shoto casa sua era più lontana dalla scuola rispetto alla mia, per questo quando ci doveva andare lo venivano a prendere i fratelli sempre in macchina.
Ma evidentemente a Shoto non piaceva ancora l'idea di presentarmi al resto della sua famiglia come il suo ragazzo, cosa che mi fa molto irritare, siccome io l'ho già presentato, ero praticamente costretto, ma comunque l'ho fatto.

Arrivammo davanti alla fermata dove avremo preso un autobus per raggiungere la casa di Shoto, nella periferia di Tokyo.

L'autobus arrivò e noi salimmo sedendoci in due posti quasi infondo al trasporto.
Il viaggio sarebbe durato una cosa come 10 minuti, senza contare che l'autobus doveva fare 4 fermate prima di arrivare alla nostra.

Mi misi più comodo sul sedile in tessuto e mi girai verso Shoto. Aveva una faccia perplessa.
Non deve essere facile aver passato una infanzia come la sua, questo lo capisco, ma è arrivato il momento che tiri fuori le palle.

<<oi>> sussurai tirandogli una leggera gomitata, svegliandolo dai suoi pensieri e rivolgendomi lo sguardo.
<<andrà tutto bene. Se no non mi avresti trascinato con te manco fossi un cane, giusto?>> cercai di tranquillizzarlo facendolo sorridere lievemente.
<<si hai ragion->>
<<HEY! AUTISTA!! FERMI L'AUTOBUS! HA PASSATO LA MIA FERMATA!>> urlò un uomo alzandosi dai primi posti.

<<mi scusi signore, ma doveva premere il pulsante rosso per chiamare la sua fermata.>> spiegò l'autista continuando a guidare.
<<E CHE CAZZATA È MAI QUESTA?! PULSANTE? AI MIEI TEMPI SI FERMAVANO OVUNQUE!>>
<<signore, la prego di sedersi e se si vorrà fermare premi il pulsante>>
Il signore si sedette e premette con violenza il pulsante.
<<BENE! L'HO FATTO! ORA FERMATI!>>
<<non posso fermarmi nel bel mezzo della strada, appena trovo una fermata la farò scendere.>>

<<M'HAI ROTTO IL CAZZO, SE NON VUOI FARMI SCENDERE ALLORA DEVO RICORRERE ALLE MANIERE FORTI!>> urlò lui puntando una pistola verso i passeggeri.
<<Tutti giù! Ha una pistola!!>> urlò Shoto allarmando i passeggeri.

_𝒞𝒾 𝓈ℴ𝓃ℴ 𝓆𝓊𝒾 𝒾ℴ_{Todobaku/Bakutodo}Where stories live. Discover now