CAPITOLO 27: Fastidio

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*Katsuki's pov*

Passarono giorni da quella domenica e le giornate passavano discretamente.

Fino a quando non iniziai a notare i nostri compagni più strani del solito.

Non ci bandai molto credendo fosse una mia strana impressione.

Un giorno di questi ero in camera mia e c'era pure Shoto.

Abbiamo sempre prestato attenzione a non dare sospetti, poiché non volevo assolutamente che sapessero della nostra reazione, e ho minacciato più volte capelli di merda e faccia da scemo di non spifferare niente in giro.
Dopotutto era passato solo un mese.

Se solo ripenso a quello che è successo con i miei mi vengono ancora i brividi, non voglio per nessun motivo al mondo tornarci con Shoto, non voglio tornarci mai più, in realtà.

Mi sentivo impotente davanti a loro e con Shoto nella stessa stanza, una sorta di disagio e senso di nausea insieme. Non stavo per nulla tranquillo.

Quella vecchia dopo quel giorno mi ha sempre bombardato di messaggi e chiamate su questo argomento, che io ho bruscamente ignorato. Odio quando si vuole impicciare nella mia giornata, anche con un solo "come stai?", mi da fastidio, ribrezzo e urto misti insieme.

In quel momento Shoto sapeva che ero nel mio mondo dei pensieri. Mi immobilizzato a fissare un punto morto per nessun motivo apparentemente, a pensare, e non era la prima volta che capitava in sua presenza, fortunatamente.

Si sedette accanto a me, anche se nella posizione in cui ero gli davo le spalle, e mi abbracciò la vita da dietro, svegliandomi dalla mia transe.

<<che palle>> sbuffai sussurrando e girandomi poggiando la testa su Shoto.
<<che è successo?>> mi chiese il bicolore capendo ovviamente che l'imprecazione non era rivolta a lui.

<<e tutto troppo strano ultimamente, mi manda a puttane il cervello>>
<<riguardo a cosa?>>
<<a quelle comparse che abbiamo in classe, ai tuoi... ai miei>> sbuffai parlando con disgusto alla fine.

<<da quanto non parli con i tuoi?>>
<<da quel giorno.>>
<<non credi che dov->>
<<no.>> dissi brutalmente, forse troppo.
<<ok...>> si rassergnò lui.

Alzai la testa per guardarlo in faccia.
<<non ti sei arrabbiato vero?>>
<<no no, è solo che mettendomi nei panni dei tuoi mi sentirei un po' male sapendo che il mio unico figlio mi odia e non vuole parlarmi>>

Non aveva tutti i torti, ma...
<<lo so, però non è colpa mia se mi danno urto.>>
<<infatti non sto dicendo che tu abbia torto, solo che secondo me dovreste trovare un modo per andare d'accordo, sono i tuoi genitori dopotutto.>>
<<tsk>>

Nei giorni successivi tutto sembrava compresso, mi sentivo come se tutti mi stessero appiccicati, cosa che mi urtava parecchio. Poi vedevo Shoto, lui sembrava tranquillissimo come se niente stesse succedendo. E allora perché avevo sta costante sensazione fastidiosa? Come se qualcosa stesse per andare a rotoli.

<<ti va se domani usciamo?>>
<<dove?>>
<<lo vedrai>> mi rispose Shoto sorridendo.

Era abbastanza strano il fatto che non mi dicesse dove andavamo. Non mi ha mai fatto una sorpresa o cose così, e io pure. Decisi di fidarmi e quella mattina ci dirigemmo verso un luogo ignoto.

Shoto aveva messo il navigatore ma aveva tolto l'impostazione di vedere la destinazione sullo schermo, per cui non avevo nessuna idea di dove stessimo andando.

La strada che stava facendo mi sembrava sempre più familiare e ne ebbi la certezza quando svoltò per quella via.

Mi fermai nel bel mezzo del marciapiede.
<<Shoto.>> lo chiamai.
<<dimmi>> disse girandosi con un leggero sorriso che poi si spense guardando la mia faccia.
<<perché mi stai portando a casa mia?>> dissi facendogli sgranare gli occhi.

<<ecco->>
<<credi che sia stupido? Che non me ne accorga?>>
<<assolutamente no. È solo che pensavo che->>
<<che cosa? Che avrei fatto pace con i miei come tu hai fatto con i tuoi cosicché vivessimo una vita rose e fiori? Pensavo di avertelo detto già più di una volta. A differenza dei tuoi, i miei non cambieranno mai->>
<<non è vero, io ci ho parlato e hanno det->>
<<ci hai parlato?!>>

<<si ma era solo per accordarci di incontrarci, non ho detto nulla su di te.>>
<<ah quindi loro fanno parte del tuo strambo piano?>>
<<ascoltami, vedrai che andrà tutto bene e loro non ti daranno fastidio>> rispose prendendomi il braccio e cercando di trascinarmi.
<<no Shoto non voglio!>> dissi frustrato liberando il braccio e abbassando lo sguardo.

<<Kat, andrà bene, devi solo fidarti di me>>

<<io mi sono fidato di te quando ti ho raccontato i problemi che ho con i miei e il fatto che non li voglio vedere... e tu l'hai usato contro di me per obbligarmi a parlarci. Come faccio a fidarmi ancora?>> dissi rialzando lo sguardo e fissandolo negli occhi.

Vidi il suo sguardo mutare il espressioni diverse, prima di raggiungere quella pentita.
Lo aveva percepito. Aveva percepito il mio problema, ma non come prima, lo aveva sentito davvero.

Ciò mi fece fare un passo indietro. Non per andare sulla difensiva, ma per ristabilire l'equilibrio con entrambi i piedi.

<<i-io...scusa, hai ragione.>> si rassergnò infine.
<<dai torniamo a scuola, a meno che non voglia andare da qualche altra parte>> propose poco dopo.

Annuii solo, per poi avviarci verso dove eravamo arrivati.

*Shoto's pov*

Pensavo che sarebbe stata una buona idea... ma invece non ho fatto altro che rovinare la giornata ad entrambi.

Posai lo sguardo su Katsuki.
Guardava in basso, senza pronunciare una parola.

Mi sentii doppiamente in colpa, un nodo alla gola che mi rendeva difficile anche parlare.

Gli presi la mano e intrecciai le mie dita alle sue.
Lui sussultò leggermente, probabilmente non se l'aspettava.

Di solito quando giravamo per strada Kat si comportava come a scuola e a casa dai suoi, il solito Bakugou incazzato con tutti. Probabilmente lo faceva per sentirsi superiore rispetto alla gente che passava.

Ma oggi no. È come se da quella discussione la sua maschera si fosse rotta e non potesse più usarla. E lo faceva sentire male, lo so, lo percepisco.

Odio quando è così, specie se per colpa mia, ma ormai il danno è fatto, bisogna andare avanti.

Ora il più era trovare un altro modo per convincerlo a parlare con i suoi.

Continuammo a stare in silenzio per tutto il viaggio e arrivati nei pressi della scuola Kat mi lasciò la mano, mettendole in tasca.

Entrammo nei dormitori, piuttosto affolati e rumorosi a causa dei nostri compagni radunati nella sala comune, ma dopo la nostra entrata tutto si fece stranamente più silenzioso.

Ci mandarono dei saluti nervosi, chiaramente fingendo che sia tutto normale.

<<è... successo qualcosa?>> chiesi confuso.

<<ecc->>
<no, no. Non è successo nulla, perché ce lo chiedi Todoroki-kun?>> interruppe Yaoyorozu tappando la bocca ad Ashido.

Quest'ultima si dimenò per liberarsi e una volta che ci fu riuscita pronunciò l'ultima cosa che volevamo sentire quel giorno.

<<è vero che tu e Bakugou state insieme?>>

_𝒞𝒾 𝓈ℴ𝓃ℴ 𝓆𝓊𝒾 𝒾ℴ_{Todobaku/Bakutodo}Where stories live. Discover now