23 Aprile 2013, parte 2.

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Il due marzo ho fatto un esame per l'ammissione al Coreutico di Busto, ma purtroppo (o per fortuna?) non mi hanno presa.
E ora avevo davanti di nuovo il Coreutico che mi diceva che "ti ho battuto una volta, posso farlo anche stavolta"
Alessia infatti era stata presa.
Chiaramente non ce l'avevo con lei, per l'amor del cielo. Ma in tutta quella felicità ci doveva essere un po' di dolore, o no?
Lei inizia a ballare e tutta la sua classe grida il suo nome.
La mia e qualche amico grida il mio. È una battaglia all ultimo passo.
Per sdrammatizzare anche il mio prof e la prof di sostegno iniziano a ballare, facendo alzare un coro di commenti positivi e risate.
Esco dal cerchio e mi ritrovo su una sedia a fare respiri profondi.
"Santo cielo sei bravissima! Gli stai spaccando il culo!"
Vladimir si siede vicino a me, e mi guarda con un sorriso fiero.
"Grazie mille."
Si alza e se ne va.
Mi accorgo di non riuscire più a respirare, ho il petto pesante.
"Giadaaa"
"Dimmi Sha, sei bianca!" è preoccupata.
"Aiutami, portami nello stanzino lì"
Mi aiuta ad alzarmi e usciamo, raggiungendo una sala più piccola collegata a quella dove prima stavo ballando.
"Che succede amo?" chiede.
"Ho un attacco d'ansia. Non riesco a respirare."
Intanto mi ha raggiunto la prof di inglese, che mi intrattiene dicendomi che anche lei ce li ha, e mi racconta aneddoti molto divertenti per esempio "Una notte mi sono svegliata con l ansia e sono andata a stendere i panni".
È arrivata anche la Bea, e mi stringe la mano.
In tanti anni di amicizia non ricordo di averle mai stretto la mano e quindi è una sensazione nuova per me.
Poi non ricordo più niente e mi ritrovo a piangere come una fontana con la prof di sostegno.
"Via via, fatemi passare" Sento la sua voce che si fa spazio tra le altre che si sono ammucchiate intorno a me. Luca.
Mi prende per un braccio, mi alza, e mi abbraccia forte.
Continuo singhiozzare e mi accarezza i capelli dicendo che sarebbe andato tutto bene. Quando mi stacco da lui mi sono calmata, ma gli ho lasciato una chiazza di colore nero sulla maglietta.
"Oddio, scusami.." Dico imbarazzata mentre mi asciugo gli occhi.
"Oh suvvia, è solo una maglietta! Sono felice di esserci e sono felice di consolarti."
Gli sorriso prima di essere trascinata via da Bea, Giada e Greta in camera.

"Scusate se non sono una buona amica, e se vi ho rovinato la serata.."
Siamo sedute sul letto e stiamo parlando, finché non sentiamo bussare alla porta.
"Sarà la Simona a chiederti come stai"
Dice Giada.
"Si, di sicuro. Avanti!"
"Ei"
"Oddio Luca, cosa ci fai qui?" Lo guardiamo tutte in attesa di una risposta.
"È venuto a sapere come stai, scema"
Interviene Greta.
"Esatto" Luca lancia un occhiatina di gratitudine a Greta.
Prende posto vicino a me e mi abbraccia.
Mi faccio avvolgere da quell abbraccio con piacere.
È possibile che 'casa' sia una persona e non un luogo?

Sì. Con lui mi sono sentita a casa in quel momento, l unico posto in cui volevo stare erano le sue braccia.

Dopo varie risate lui se ne va.
Lo accompagno alla porta.
"Grazie, fratellone. Scusa per averti rovinato la serata, ti voglio bene"
"Ma scusa di cosa! Mi importa più di te che della serata. Ti voglio bene"
Mi abbraccia di slancio, e mi bacia la guancia.
"Notte",
"Notte."

Il richiamo dell'angelo.Where stories live. Discover now