Capt. 10

1.6K 97 0
                                    

" Non è meraviglioso questo posto ? sembra un quadro " la profonda voce di Taehyung arrivò al più piccolo dalla terrazza a picco sul mare della loro suite.
" Carino " fu il suo laconico commento gettando un'occhiata distratta al panorama mozzafiato che si godeva sotto di loro per poi rientrare, zoppicando leggermente, in camera e sdraiarsi sul letto.
Sentì distintamente il sospiro del suo compagno e, senza poter far nulla per impedirlo, una morsa si strinse intorno alla sua gola facendo inumidire i suoi occhi.
Era stato dimesso dall'ospedale quella stessa mattina ed era rimasto molto sorpreso quando la macchina, invece di riportarlo in hotel, aveva attraversato l'intera città per poi prendere l'autostrada viaggiando per ore.
Taehyung era al suo fianco con l'espressione di un gattino con ancora il boccone appena rubato in bocca e, incurante della sua apatia, da quando si era presentato nella sua camera d'ospedale per aiutarlo, non lo aveva lasciato un secondo trattandolo come se fosse di vetro e potesse rompersi da un momento all'altro.
In un'altra occasione avrebbe trovato questa cosa molto dolce e probabilmente l'avrebbe stretto forte e tramortito dai baci, invece ora l'unica cosa che voleva fare era urlare ... urlare forte ... urlare di lasciarlo in pace ... urlare di smetterla di sorridergli e trattarlo come se andasse tutto bene ... urlare di rimetterlo sul primo aereo e spedirlo in Corea dimenticandosi di lui.
Da quando si era svegliato in quel letto e se lo era trovato addormentato, con il viso ancora deturpato dai lividi, su di una sedia con la testa appoggiata alla sua mano non gli aveva praticamente rivolto la parola.
Ignorando il dolore che vedeva nei suoi occhi aveva deciso che la sua vita così come la conosceva fino al giorno prima era finita.
Aveva fallito su tutti i fronti, non solo era andato a letto con un cliente, probabilmente se ne era anche follemente innamorato, ma come ciliegina sulla torta a causa dei suoi occhi offuscati da arcobaleni e unicorni era stato quasi ucciso, che sarebbe stato il male minore visto che era il suo lavoro, ma la cosa che non riusciva a sopportare era il male che quel pazzo scatenato aveva fatto a Taehyung colpendolo in viso più volte e arrivando a un soffio dal violentarlo.
Il più grande era un uomo molto intelligente e aveva intuito cosa gli frullasse nella testa per cui, con infinita pazienza, gli stava lasciando tempo e spazio per riprendersi.
Senza volerlo, Taehyung probabilmente pensava stesse dormendo, aveva ascoltato una telefonata tra il manager ed Alessandro, così aveva saputo che Jared era stato arrestato e che lo stilista aveva insistito a che prolungassero il soggiorno in Italia fino a che tutto non fosse andato al suo posto.
Ed ora erano a Portofino, lo aveva estorto a Mr. Kim durante il viaggio, chiamarlo di nuovo così provocò un piccolo sorriso che sconfisse solo per un attimo le lacrime.
Sentì la porta del bagno chiudersi e dopo qualche minuto l'acqua della doccia scorrere.
Senza accorgersene tirò un sospiro di sollievo, neanche avesse dovuto sopportare chissà quale sforzo per essere in uno dei luoghi più belli sul pianeta con probabilmente l'uomo dei sogni di ogni persona al mondo dai 10 ai 90 anni.
Taehyung lasciò che l'acqua portasse via le lacrime che finalmente poteva lasciare libere di scorrere.
Si sentiva totalmente impotente da giorni.
Fin dal primo istante quando Jungkook si era svegliato dopo l'operazione, aveva capito che qualcosa non andava, e nel momento che l'altro aveva scostato la mano tra le sue ed evitato il suo sguardo, ne aveva avuto la conferma.
Non c'era voluto molto per intuire quello che stava macinando in quella bellissima testolina.
Era sicuro che la paura esternata dal più piccolo nei giorni scorsi, cioè il timore che quello accaduto tra di loro potesse annebbiare i suoi riflessi, nei suoi pensieri si fosse purtroppo tramutata tragicamente in realtà ad una velocità che nessuno aveva potuto intuire e fermare.
Una cosa che per Taehyung era assurda, anzi, grazie al suo atto di coraggio, nonostante fosse ferito gravemente, aveva pensato prima a lui che a sé stesso salvandolo dalle grinfie di quel criminale.
Un brivido percorse il suo corpo bagnato accorgendosi di essere chiuso in quella doccia da chissà quanto.
Senza fretta chiuse l'acqua per poi avvolgersi nell'accappatoio dell'hotel e fermarsi davanti allo specchio fissandolo intensamente come se, nella vita reale e non solo nelle favole, potesse quel semplice oggetto rispondere ai suoi quesiti o risolvere al posto suo quella situazione.
Rientrò in camera silenziosamente raggiungendo l'armadio dove la cameriera ai piani aveva sistemato i suoi abiti, la ringraziò mentalmente perché lui era l'ultima cosa che avrebbe avuto voglia di fare in quel momento, indossò una camicia con disegni floreali e un pantalone morbido nero, pensando già alla cena, e infilando i suoi mocassini neri di Gucci preferiti si accostò al letto scoprendo che il suo compagno si era nel frattempo addormentato.
Rimase per qualche istante a fissarlo come incantato, era ancora molto pallido e aveva qualche segno sul viso che si era procurato cadendo durante l'aggressione, ma niente di tutto ciò poteva lontanamente contaminare la sua bellezza.
Lentamente si sedette al suo fianco attento a non svegliarlo e non riuscì ad impedire alle sue lunghe dita d'infilarsi tra le ciocche nere accarezzandogli i capelli, per poi scendere leggere lungo la mascella fino a sfiorare le labbra.
Nel sonno Jungkook istintivamente le socchiuse e il maggiore non poté evitare di pensare quanto bene lo avesse fatto sentire quella bocca e a quanto piacere gli avesse donato anche se per poco tempo.
Un sorriso amaro solcò il suo viso, aveva passato tutta la vita ad evitare coinvolgimenti emotivi e l'unica volta che si era permesso di lasciarsi andare si era innamorato di un ragazzo che non lo voleva .
- Aspetta cosa ? innamorato ? - il tempo di formulare questo pensiero e si ritrovò risucchiato negli occhi scuri di Jungkook che lo stavano guardando pieni di qualcosa che gli fece perdere un battito prima di accelerare al galoppo.
Fu solo un attimo prima che realizzasse dove e con chi fosse, strinse le palpebre e indurì i lineamenti " cazzo stai facendo ? "
cercò di scostarsi obbligando Taehyung ad alzarsi ed allontanarsi.
" Niente, stavo solo controllando se dormissi " disse mentre andava verso il balcone evitando così che vedesse il suo viso lievemente arrossato.
" Se vuoi farti una doccia io ora scendo un po' in giardino, ho del lavoro arretrato da controllare " il maggiore riprese il controllo del suo corpo e afferrata la borsa con il pc fece per uscire " abbiamo la cena alle 19,30 ora italiana, se ti fa piacere puoi raggiungermi prima per bere qualcosa, altrimenti ci vediamo direttamente al tavolo " aspettò un qualche segno che non arrivò e con un sospiro si chiuse la porta alle spalle.
Jungkook passò le dita lungo il percorso che quelle del manager avevano lasciato sulla sua pelle in una scia rovente e si pentì di aver reagito a quel modo.
In fondo stava facendo tutto questo per lui, avrebbe potuto benissimo mollarlo a Firenze e continuare la vacanza da solo o con qualsiasi accompagnatore avesse desiderato, invece con un'infinita pazienza gli stava dando tutto il tempo per guarire.
Inutile negare che la sua mente e il suo corpo si fossero dichiarati guerra, da un lato la sensazione di fallimento personale che lo stava facendo sentire inadeguato nei confronti di quell'uomo sicuro di sé e di successo, dall'altro il desiderio di lasciarsi andare e viversi ogni secondo, minuto, ora al suo fianco fino a che sarebbe durata.
Stando attento alla ferita si alzò per dirigersi verso il balcone, magari ammirare quel panorama stupendo al tramonto lo avrebbe aiutato a prendere una decisione.
Appoggiato alla ringhiera fece dei profondi respiri godendosi il silenzio e i profumi che lo circondavano prima che la sua attenzione fosse attirata da una figura sotto di lui che si stava sistemando ad un tavolino nella terrazza a picco sul mare, difficile non notare quella camicia, pensò sorridendo inconsciamente, in effetti era impossibile non notare l'intera figura di Mr. Kim, qualsiasi cosa avesse addosso.
Con questo pensiero e lo stesso sorriso si diresse verso il bagno, avrebbe impiegato un po' più del solito a farsi la doccia, costretto a stare attento alla fasciatura e ad alcune contusioni ancora presenti sulla sua pelle.
Taehyung si sentiva osservato da un po' e la cosa lo stava facendo innervosire, alzò gli occhi verso il balcone della loro camera notando fosse vuoto, alla fine guardandosi intorno fu catturato da un paio d'incredibili occhi blu il cui proprietario era un bellissimo ragazzo seduto nei divanetti a pochi passi dietro di lui.
Lo sconosciuto alzò il bicchiere nella sua direzione mimando un brindisi mentre uno splendido sorriso si apriva su di una dentatura bianchissima e perfetta.
Probabilmente la smorfia che fece il manager in risposta avrebbe scoraggiato chiunque ... tranne quel ragazzo che imperturbabile si alzò avvicinandosi al tavolo " sento già il vento tra i capelli immaginando a quale velocità mi manderai a quel paese ma ... sei veramente troppo bello per non provarci neanche " tutte le parole che erano salite nella gola di Tae sparirono all'istante e si ritrovò a ridere di quell'approccio decisamente poco convenzionale.
" In effetti hai rischiato parecchio, ma l'arte dell'improvvisazione va premiata in questo caso, il mio nome è Taehyung ".
" Molto piacere, sono Andrew " la stretta, mentre si sedeva di fronte a lui fu calda e piacevole, ma niente a che vedere con quello che sentiva anche solo sfiorando le mani di Jungkook.
" Ti va' di bere qualcosa con me Taehyung ? " tutto il suo viso era in attesa e il manager rimase qualche istante indeciso " in effetti sto aspettando un amico per l'aperitivo anche se non sono sicuro che arrivi in tempo " non riusciva a capire perché non avesse allontanato quel ragazzo, lui era lì con Jungkook, anche se in quel momento non era sicuro che le cose si sarebbero risolte così facilmente come credeva, ma sicuramente aggiungere qualcuno che voleva portarselo a letto non era la soluzione migliore " magari sarà per un altro giorno ".
" Beh ... ci avevo sperato, e se il tuo amico non arrivasse per niente ... " lasciò la frase in sospeso mentre si alzava allungando verso Taehyung un biglietto da visita e dopo avergli fatto l'occhiolino andò via perdendosi all'interno dell'hotel.
Le nocche del più piccolo si strinsero forte contro il metallo mentre ogni movimento a quel tavolo veniva scannerizzato e analizzato dai suoi occhi ridotti a due fessure.
Finita la doccia ed essersi preparato per la cena era tornato sul balcone per vedere se Tae stesse ancora lavorando e con un nodo in gola a stringersi sempre più aveva assistito a quella disgustosa scena - chi cazzo era quel bamboccio che ci provava con il suo uomo ? - quel pensiero rimbalzò furioso nella sua testa prima che un altro lo riportasse alla realtà - ti correggo coglione ... forse sarebbe il tuo uomo se non lo avessi trattato di merda dopo che si è preso cura di te per giorni, ora è solo un superfigo, single, in vacanza in Italia -.
Con sollievo vide lo sconosciuto allontanarsi anche se non gli era sfuggito il biglietto lasciato sul tavolo, forse semplicemente si sarebbero visti più tardi.
Controllò l'ora, mancava ancora un pochino alla cena, e decise di accettare quell'invito a bere qualcosa, cercando di capire se avesse totalmente mandato tutto a puttane o se aveva ancora qualche speranza con Mr. Kim.
" Ciao " Taehyung sussultò, era ancora con la testa all'incontro con Andrew, il cui biglietto bruciava nella tasca, e non si aspettava certo che Jungkook scendesse prima per stare con lui " ciao Jungkook " un po' titubanti cercarono gli occhi dell' altro ritrovandosi poi a sorridere senza avere il coraggio di dire nulla.
Ordinarono da bere e iniziarono a parlare di cose assolutamente a caso, come se fossero veramente due estranei appena incontrati, ed il senso di disagio era tangibile per entrambi.
" Sei riuscito a lavorare ? Dalla camera si sentivano parlare parecchie persone e forse ti hanno disturbato " la curiosità
di Jungkook era arrivata al limite " no tranquillo nessuno mi ha parlato o disturbato e sono riuscito a finire le cose in
sospeso " scoprire le bugie fa sempre male, ma quelle di cui sei già a conoscenza ti uccidono dentro e il più piccolo sentì una morsa intorno al proprio cuore stringersi sempre più fino a fargli mancare il respiro.
Una cameriera venne a chiamarli e mentre andavano verso il tavolo Jungkook si augurò di riuscire a tenere a bada la nausea, mangiare qualcosa e poi rifugiarsi in camera al più presto, senza vedere o sentire niente di quello che Taehyung aveva in programma per la serata.
Il maggiore per tutto il tempo aveva tenuto d'occhio ogni espressione di Jungkook per cercare di capire se lentamente si stesse riavvicinando e aveva fatto uno sforzo enorme per non baciarlo o semplicemente abbracciarlo e prendergli per mano.
La cena fu silenziosa e imbarazzante e anche se non voleva Taehyung, pensando che il motivo del suo cattivo umore fosse la sua aggressione, si ritrovò a sbottare a metà del servizio " per quanto ancora andrai avanti così ? devi smetterla di sentirti in
colpa ".
" Smetterla ? SMETTERLA ? " la voce alta e lo sbattere delle posate fecero girare alcune persone sedute agli altri tavoli.
" Guarda, hai ragione, la smetto subito " e senza dire altro si alzò per poi uscire dal ristorante e dirigersi verso la loro camera.
Il maggiore sentendo la rabbia montargli dentro abbandonò anche lui la sala seguendo Jungkook per affrontarlo e mettere fine una volta per tutte a quella situazione che stava diventando insopportabile.
Entrarono praticamente insieme e appena chiusa la porta Taehyung si trovò gli occhi neri del compagno piantati nei suoi a pochi centimetri.
Jungkook dimenticò quel ragazzo, dimenticò il biglietto, dimenticò tutto quando si ritrovò a pochi centimetri da quel viso stupendo, ma deformato dalla rabbia e dal dolore, e allora capì ... capì che doveva tirare fuori quello che lo stava macerando dal quel giorno e tentare di recuperare il rapporto che stava nascendo prima di quella maledetta sera.
" Come puoi chiedermi di smetterla ... " il suo tono si spense lentamente diventando quasi un sussurro " per colpa mia quel pazzo stava per violentarti e non voglio pensare a che altro avrebbe potuto fare dopo " scrollò la testa disperato e si allontanò di qualche passo dandogli le spalle.
" Ma non è successo " sussurrò Taehyung accostandosi a lui mentre cercava di tranquillizzarlo, ma sembrava che il minore non lo ascoltasse neanche " se non fossi stato troppo occupato a guardarti incantato sul palco avrei potuto fare il mio lavoro ed accorgermi che se non lo vedevo più era solo perché stava per colpire e tu come ... come puoi ancora desiderare di avermi accanto dopo che ho permesso che ti venisse fatto del male ? ... se ti fosse successo qualcosa io ... tu non puoi capire ... ".
" Credi veramente che non capisca ? anche io stavo impazzendo, ma non perché ero in pericolo e sapevo che avrebbe potuto farmi qualsiasi cosa, a quel punto non mi sarebbe importato, ormai la mia mente aveva smesso di ribellarsi ... sai perché ? " il più grande si accostò alla schiena di Jungkook appoggiando delicatamente le mani sui fianchi stretti del ragazzo " perché mi aveva detto di averti ucciso ... ed io ... io mi sono sentito morire dentro, perché il pensiero di andare avanti senza di te mi aveva annichilito dal dolore, e tutto solo per colpa mia che ti avevo coinvolto in quella situazione ... in quell'istante non m'importava più di cosa potesse fare al mio corpo speravo solo che la mia anima potesse raggiungerti ovunque tu fossi ".
Senza dire altro Taehyung lo fece girare e s'impossesso' della sua bocca in un bacio che non lasciava dubbi su quanto quel contatto gli fosse mancato per tutti quei giorni rimarcando il fatto che  lo volesse eccome, non solo al suo fianco in quel momento, ma nella propria vita il più a lungo possibile.
Jungkook si fece facilmente travolgere dal piacere che quella bocca aveva il potere di fargli provare, anche a lui erano mancate quelle labbra e quella lingua che, mentre strusciava eroticamente sulla sua, mandava continue scosse lungo il suo corpo.
Sarebbe stato così facile lasciarsi andare tra le sue braccia e non pensare più a nulla, ma la mente di Jungkook decise di mettersi contro quei due ragazzi e senza preavviso vomitò nel suo cervello di nuovo tutti i dubbi e i sensi di colpa portandolo ad allontanarsi da Taehyung rifiutandolo " no ... t-ti prego ... io ... non me la sento ... ".
Il maggiore si staccò da lui mentre lo sguardo, fino a qualche secondo prima velato dal piacere, s'indurì cercando di non far vedere quanto quel rifiuto gli avesse fatto male, e non per il sesso perché di quello ne avrebbe benissimo fatto a meno dandogli tutto il tempo necessario a riprendersi, ma perché la sua testa lo stava portando via da lui e si sentiva sempre più inerme ed incapace di contrastarla.
Senza dire una parola si girò e uscì da quella camera che, dall'esterno sembrava un piccolo paradiso ma che si stava rivelando per quei due giovani ragazzi un girone dell'inferno, lasciando il più piccolo immobile al centro della stanza, con le mani tra i capelli, incapace di fermarlo.
" Dalla tua faccia devo dedurre che la lite a cui abbiamo assistito tutti a cena non si sia risolta " la voce calda di Andrew s'infiltro' tra i pensieri di Tae, troppo concentrato a fissare i cubetti di ghiaccio all'interno del suo drink, per accorgersi dell'arrivo dell'altro ragazzo.
" Devi avere un quoziente intellettivo da paura per averlo capito " un sorriso ironico accompagnò quelle parole che avevano il solo intento di allontanarlo, ma che invece scatenarono una risata contagiosa trascinando alla fine anche il manager.
" Posso sedermi a bere qualcosa e magari farti dimenticare per un po' i tuoi problemi ? " ad un cenno affermativo di Taehyung spostò leggermente più vicino uno sgabello lasciandocisi cadere sopra, prima di fare un cenno al barista e ordinare per tutti e due.
Jungkook dopo aver fatto una doccia calda, che ebbe il potere di allontanare momentaneamente i suoi pensieri, si preparò per la notte indossando una t-shirt nera ed un pantaloncino dello stesso colore e poi, inquieto si aggirò per la suite come un leone in gabbia.
Dopo un paio d'ore in cui ogni scenario possibile si era affacciato alla sua mente, già decisamente sovraccarica, si alzò dal letto ormai ridotto ad un groviglio di lenzuola, e scese al bar dell'hotel sperando di trovare lì Taehyung e poterlo riportare nel loro letto.
Nonostante fosse molto tardi, parecchie persone si erano attardate sulla terrazza per bere qualcosa approfittando della temperatura piacevole, ma i suoi occhi impiegarono veramente poco a trovare la camicia indossata da Taehyung e con una stretta allo stomaco lo vide seduto molto vicino allo stesso ragazzo del pomeriggio.
Gli sguardi e i sorrisi sui loro volti erano inequivocabili e, anche se aveva l'impressione che il più grande non fosse proprio lucido, ciò non fece meno male.
In quel momento li vide alzarsi, e fu nell'istante in cui il ragazzo sconosciuto prese la mano di Tae per poi incamminarsi verso le scalinate che portavano alla baia sotto di loro che Jungkook spense il cervello ritornando in camera appena in tempo per rigettare quel poco che aveva mangiato a cena, dopodiché in lacrime si addormentò.

- Bodyguard - vkook  kookv Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora