Cap. 1: La Figlia del Sole

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Dal giorno dell'assemblea erano ormai passati vent'anni. Venti anni dal Battesimo del Sole, l'insolito rituale a cui le madri desiderose di consacrare i propri figli neonati alla causa dei Figli del Sole sottoponevano i nascituri, entro e non oltre un mese dal parto. Così voleva la tradizione.

Leonella era ormai cresciuta, e aveva raggiunto e superato la maggiore età. Come sua madre aveva i capelli biondo cenere e solo un po' arricciati. Al contrario di lei che li aveva sempre portati lunghi sulle spalle, tuttavia, Leonella li aveva sempre tenuti un po' più corti, appena sotto le spalle e con una piccola frangia incolta e selvaggia. Sempre come sua madre era di statura e corporatura media, con profondi occhi blu. Il viso, ovale e sottile, non aveva alcunché di speciale o fuori dall'ordinario, relativamente parlando: una minuscola spruzzata di lentiggini sbiadite sul naso, appena appuntito, e un mento poco pronunciato. Qualcuno avrebbe potuto dire che era una versione più giovane di sua madre.

Per l'appunto, avrebbe potuto. Se avesse voluto farsi male.

Leonella non era mai stata una persona particolarmente socievole, questo bisognava ammetterlo: il suo volto, quasi sempre corrucciato e malinconico, appariva distante a chiunque non la guardasse con attenzione, e rabbioso per chi invece si dava la pena di osservarla meglio. Ma Leonella non era né distante né arrabbiata, benché una parte di lei volesse allontanarsi da tutto e un altra fosse spesso furente col mondo: era solo stufa e rassegnata.

Perché devo farlo?

Questa domanda era una delle ricorrenti, nella sua mente: fin da quando aveva memoria, aveva seguito il cammino dei Figli del Sole, ma quasi subito aveva iniziato a chiedersi il perché. Non per voglia, certo: non era stata lei a scegliere.

D'altra parte, non se n'era mai andata. Non perché volesse restare, ma in cuor suo sapeva di non conoscere altra vita e così, non potendo scegliere la strada da seguire, aveva optato per qualcosa di più semplice, ovvero il suo nome: da Leonella, lo aveva accorciato nella forma più mascolina di Lèon.

Fin da quando era piccolissima era stata cresciuta come una Figlia del Sole, e come tale aveva vissuto per molto tempo lontana da tutti, circondata soltanto da altri cadetti come lei che, sempre come lei, venivano addestrati per pensare soltanto a ciò che veniva loro richiesto, a ciò che doveva essere fatto e al come dovevano farlo.

Ora era alla vigilia della sua consacrazione come Figlia del Sole Attiva, una carica per cui molti suoi conoscenti avrebbero ceduto un braccio.

Poteva esistere, secondo le tradizioni della confraternita, un solo Figlio del Sole Attivo, scelto tra coloro che, durante l'addestramento, si erano distinti come i migliori e i più qualificati, o che comunque avevano colpito positivamente gli insegnanti. Il compito di un Figlio del Sole Attivo era quello di andarsene in giro e compiere missioni per l'Assemblea del Sole.

Ironia della sorte, Leon non aveva mai avuto alcun reale interesse a diventare una Figlia del Sole Attiva. Aveva seguito quel tipo di addestramento per volontà di sua madre, ma non aveva né sperato né desiderato di riuscire.

La mia solita fortuna. Pensò, fissando il soffitto della stanza.

Sdraiata in branda, ascoltando il respiro regolare dell'altra cadetta con cui condivideva l'alloggio, pensava al giorno dopo mentre la notte scorreva via silenziosa, passandosi tra le mani la sola cosa di sua madre che potesse portare sempre con sé, un minuscolo ciondolo di vetro con dentro una sua ciocca di capelli.

Non riusciva a dormire, non in quello stato: troppi pensieri si accavallavano nella sua mente, e troppe emozioni la stavano assalendo tutte in una volta.

Non voleva la carica di Figlia del Sole Attiva, ma rifiutare avrebbe deluso sua madre. Il che, onestamente, sarebbe stata un'altra contraddizione.

La Galassia del SoleWhere stories live. Discover now