Capitolo 159: La Guerra: Sottomissione

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Oh! You silly thing

You've really gone and done it now

Oh! You silly thing

You really gone and done it now

Domenica 25 Marzo 1979

Remus stava impazzendo.

Quella era l'unica spiegazione.

Il tempo passava lentamente, ogni secondo durava settimane - e poi le ore sibilavano tutte insieme, come missili, togliendogli il fiato.

Gli portavano i pasti, e quello era l'unico modo in cui poteva misurare le sue giornate. Nessuno gli parlava; forse erano stati avvertiti di non farlo. Forse faceva parte del suo mettersi alla prova. Sembravano, però, guardarlo. Loro lo stavano osservando.

Il branco tornava ogni notte a dormire: a volte c'erano Livia, Gaius e Castor. Altre volte no. Mai Greyback, anche se a volte Remus pensava di sentire il suo odore - ma quella poteva essere la follia. Dopo due giorni al buio non si fidava dei suoi sensi.

Dopo una settimana, non si fidava di nulla.

Non era mai abbastanza a suo agio, sempre irrequieto ed esausto; camminava avanti e indietro finché i suoi piedi non furono ammaccati. Dormiva poco e spesso; intrappolato tra scoppi intermittenti di incoscienza e insonnia. E faceva sogni terribili. Ogni brutto ricordo riaffiorava alla superficie della sua mente. Principalmente St Edmund, ma anche quell'estate dopo il quinto anno, quando era stato più solo e odiava Sirius.

Diventò paranoico, convinto che fossero gli altri - stavano controllando la sua mente, in qualche modo; costringendolo a vedere cose che non voleva vedere; cose che non c'erano.

A volte sognava che Sirius fosse morto. Poi, quando questo gli ebbe strappato tutto il terrore, sognò che ognuno dei suoi amici morisse, uno per uno. I loro fantasmi lo visitavano, piangendo o stridendo. Quando si svegliò, non ebbe mai avuto la sensazione che se ne fossero andati del tutto.

Altre volte Remus si chiese se in realtà lui era morto, e questo era un inferno estremamente specificamente progettato.

Alla fine della prima settimana, aveva perso ogni senso di vergogna. Pianse, ululò, gemette. Rideva in modo maniacale, oppure si rannicchiava in un angolo e sussurrava tra sé e sé. Cercò di avere conversazioni nella sua testa, ma non funzionava allo stesso modo di prima. La voce calmante di Grant si trasformò in Livia, Sirius, Castor e Remus rimase senza scampo.

Nei momenti di lucidità, cercò di evocare più magia, ma era molto difficile, ed era così debole.

A volte pensava di potercela fare. Altre volte poteva eseguire un incantesimo (sempre senza bacchetta; nessuno di loro faceva magie alla maniera dei maghi) per evocare qualcosa, o illuminare la stanza - e Remus sentiva quell'antico movimento di potere. Ma non durava mai abbastanza.

Alla fine, i genitori di Remus gli apparvero - nella sua testa, ma anche nella cella. Hope stava piangendo: era ancora malata, anche da morta, il viso scarno e smunto. Indossava un sudario bianco, e c'era della terra nei suoi capelli biondi - anche se Remus sapeva che era stata cremata.

Lyall era il peggiore, però; forse perché Remus non aveva basi solide su di lui, a parte alcune fotografie spontanee. Il Lyall che la sua febbrile immaginazione aveva sognato era spietatamente crudele, con un accento paffuto, di classe superiore e freddi occhi azzurri.

"Hai lasciato distruggere a quell'animale la mia bacchetta, vero?" Il fantasma esile gli sussurrò all'orecchio: "Avrei dovuto metterti fuori dalla tua miseria, anni fa".

All the young dudesWhere stories live. Discover now