capitolo 8

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Ero in mezzo a gente completamente fradicia, l'odore tipico delle feste aumentava ogni momento di più, sapeva di alcol, sudore e vomito, non era proprio uno spasso, ma quando si è ad una festa si può alzare un po' il gomito, per questo  presi anche io un bicchiere in mano iniziando a bere mentre cercavo quei due. Tutte le volte che stavano insieme da ubriachi combinavano qualche casino, l'altra volta erano in mutande su un tavolo mentre io stavo cantando, serata molto interessante che non racconterò, quella sera abbiamo bevuto fottutamente troppo, non mi ricordavo niente la mattina dopo ma c'era Anna che ci raccontò tutto.

Dopo aver finito quel bicchiere la mia memoria si interruppe, mi sveglio su un qualcosa di duro e scomodo, apro gli occhi e mi accorgo di essere sul pavimento, davanti a me il viso addormentato di Nicola, mi alzai notando di essere a casa sua, avevo la schiena dolorante, la mente che stava esplodendo e un odore di alcol addosso che faceva paura, ma almeno questa volta eravamo vestiti. Oltre a Nicola non c'era nessuno, il che era strano, di solito eravamo tutti insieme dopo una festa, accesi il telefono e chiamai Alex 

"oi Miche, alla buon ora, sono le 11 e mezza"

"ma te dove sei? non dovevi venire a casa di Nicola?" chiesi dirigendomi verso la cucina per mangiare qualcosa

"dovevo, poi è venuto Ettore, a preso Nicola, me, te e Filippo e te e Nicola vi ha portato a casa sua, io e Filippo invece siamo voluti venire con Ettore, siamo andati a casa sua, dormito lì e alle otto mi sono svegliato e sono andato a casa mia, anche se la testa mi sta esplodendo " disse come se fosse la cosa più normale del mondo.

Sentii dei rumori dietro di me, è Nicola mezzo assonato "chi è?" "Alex, perchè?" "chiedigli se vuol venire a mangiare qui, io chiamo Ettore ed Anna, poi chiamiamo Giorgio e Federico" disse prendendo il succo dal frigo "ve bene, Alex vuoi venire a mangiare qui?" neanche un secondo che mi rispose subito "ovvio, arrivo tra cinque minuti" e riattaccò.

Mi avvicinai a Nicola, bevendo il succo che aveva appena versato metà per terra metà nel bicchiere "non è che sei ancora brillo?"  "no, ho solo sonno" neanche il tempo di farmi rispondere che suonò il campanello "chi è ora?" "non lo, vado ad aprire".

Aprii la porta vedendo Alex lì fuori "com'è che sei qui? ti abbiamo chiamato due secondi fa", "ero qua vicino e stavo venendo a casa tua", "ti stavi auto invitando a mangiare qui?" chiesi "ovvio, sennò non ero Alex Caputo"

insieme nelle peggio cazzate-PiadinaTobbiWhere stories live. Discover now