capitolo 11

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Aprì lentamente gli occhi, li sentivo pesanti, stanchi, come se non avessi dormito per nulla, si allungo per arrivare al comodino e accese la lampada, quando mi girai di lato vidi l'orologio analogico appeso al muro, indicava le 3 e 20 del mattino, aveva dormito un ora e venti circa, non era dicerto ora di svegliarsi. Accanto a me c'era Michele, mi stava dando le spalle, quelle spalle muscolose di chi ci tiene al suo aspetto fisico, aveva ancora le cicatrici dello skate, quelle che ci si fanno quando si cade cento volte sullo stesso punto, quando rivedi la ferita riaprirsi e doverla disinfettare ancora e ancora, a pensarci gli veniva da sorridere, ricordava le risate fatte dopo una caduta, i mugolii silenziosi di quando gli disinfettava le ferite con l'acqua ossigenata.

Non si era accorto che l'altro lo stava osservando con gli occhi semichiusi, gli dava noia la luce, si sporse di nuovo per spegnerla, vedendo subito l'altro rilassare i muscoli del viso "che ci fai sveglio a quest'ora?"  si giro verso di lui mettendosi sul fianco "non riesco a dormire ma i miei occhi dicono il contrario" l'altro lo guardava solo, lo osservava senza dire nulla finchè non aprì bocca "sai nemmeno io ci riesco più, che ne dice se facciamo qualcosa?" annuì solo, guardo Michele mentre si alza dal letto e si dirige verso la porta, una volta che l'ha oltrepassata, Nicola, vede solo il buio, si mette a sedere sul letto stropicciando gli occhi stanchi, ma quando rivide l'altro sullo stipide della porta sembra che tutta la stanchezza svanisca nel nulla.

Aveva in mano tre scatole, una era del twist, aveva molti ricordi condivisi coi suoi amici di quel gioco, l'altro era una scatola delle scarpe, lì dentro ci avevano messo un gioco creato da loro una sera, il monopoli alcolico, quel gioco li aveva distrutti una sera, erano stati più di tre ore a giocarci e l'alcol si era fatto sentire, e per ultimo risiko, erano tutti giochi belli, ma quello dell'alcol li ispirava, a entrambi, più di tutti. 

Si alzò dal letto dirigendosi verso Michele, gli prese la scatola delle nike dalle mani "mi piace questo" un sorriso si creò in entrambi i volti, erano felici e non stavano facendo nulla, erano felici e volevano esserlo per sempre, catturare quel momento e tenerlo in eterno conservato insieme agli altri, erano felici e lo sapevano, sapevano di aver bisogno l'uno dell'altro, sapevano che la loro amicizia sarebbe stata in eterno, si sarebbe conservata, sapevano che se in caso un giorno prenderanno strade diverse ricorderanno con allegria il ricordo dell'altro, erano qualcosa, e quel qualcosa sarebbe stato eterno.

Quella sera avrebbe creato dei nuovi ricordi, dei nuovi loro, chissà se diventeranno un loro oppure rimarranno Nicola e Michele, due migliori amici.

I ricordi o li ami o li odi, ma almeno qualcosa rimane, qualcosa testimonia che sei esistito. Che siamo esistiti.

insieme nelle peggio cazzate-PiadinaTobbiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora