Capitolo LXV

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Trees II - McCafferty

18 Ottobre 1975

Fabian ascoltava il professor Silente distrattamente, nemmeno lo guardava. Strinse la mano di Gideon, mentre gli occhi gli bruciavano per le lacrime che aveva versato tutta la notte. Si sentiva prosciugato, come se avesse pianto tutti i liquidi all'interno del suo corpo, si sentiva svuotato persino del suo sangue.

«... Non abbiamo trovato Evan Rosier, pensiamo che chi ha attaccato Gideon possa averlo rapito.» Continuò a spiegare Silente. Fabian sentì mancargli un battito, si portò la mano del fratello al petto e la strinse mentre si girava verso Silente.

«È stato lui» sibilò senza esitare, lasciando andare tutta la rabbia repressa, per qualche attimo assomigliò terribilmente a Gideon «È un mangiamorte. È stato lui a fare questo a mio fratello.»

Silente sospirò non sapendo bene come fargli capire che quella sua idea fosse alquanto improbabile «È solo un ragazzo, Fabian, non abbiamo nessuna prova concreta che non sia in pericolo proprio in questo istante.»

«Aspetti che Gideon si svegli! Lui dirà cos'è successo!» esclamò mentre Gideon continuava a rimanere svenuto per i farmaci. Sembrava quasi che dormisse, se non fosse stato per il nuovo taglio lungo e profondo che gli deturpava la guancia destra e le fasce che lo coprivano nel vano tentativo di guarirlo. Fabian sapeva che gli sarebbe rimasta una cicatrice profonda. «Confermerà la mia versione!»

«Sono sicuro che risolveremo tutto con il suo risveglio.» lo rassicurò il preside, mentre Fabian iniziava a perdere fiducia in lui. Chi gli diceva che si sarebbe svegliato? Perché dovevano aspettare che Gideon si riprendesse per fare qualcosa? Silente sapeva veramente cosa stesse facendo?

«Mi deve credere! Io lo so che è stato Evan! Lo percepisco!» Fabian sentì la pelle ruvida della mano di Gideon stringere quella morbida della sua a quella frase, come se approvasse. Ma Fabian probabilmente lo aveva solo immaginato.

Remus era rimasto tutta la notte lì, un po' perché non voleva lasciare la Medimaga sola, un po' per compassione, un po' perché non voleva tornare in camera sua e parlare con Sirius. Doveva chiedergli scusa.

«Ieri sera...» iniziò a parlare, decidendo che una punizione per quello che avevano fatto lui e i suoi amici ne valesse la pena, se fosse servito ad aiutare Gideon «Io e Sirius...» si bloccò qualche secondo, rendendosi conto di aver voluto salvare tutti gli altri da un'eventuale punzione, forse inconsciamente sperava di ottenere una punizione solo con Sirius «Abbiamo visto Evan Rosier nel dormitorio dei Serpeverde con un cappotto addosso, sembrava preoccupato e l'ho visto uscire mentre io e Sirius andavamo via.»

«Perché non l'hai detto prima?!» scattò Fabian alzandosi in piedi. Remus sollevò le spalle.

«È stata una notte lunga, mi dispiace.» disse tenendo un tono pacato davanti allo sguardo di fuoco di Fabian. Lasciò dondolare le gambe giù dal lettino, anche se era troppo alto per farlo e i suoi piedi erano costretti a strisciare sul pavimento. «Sirius era appena andato via quando è arrivato Gideon, poi sono stato tutta la notte ad aiutare Madame Pomfrey e mi è passato dalla mente...»

«Ti è passato dalla mente?!» lo accusò Fabian, per niente lucido «Mio fratello potrebbe morire e a te è passato dalla mente di aver visto il potenziale colpevole di tutto ciò??»

Silente appoggiò una mano sulla spalla di Fabian e lo invitò a sedersi nuovamente, il ragazzo inalò un po' d'aria cercando di calmarsi «Non c'è bisogno di arrabbiarsi con Remus, Fabian, lui ha fatto quello che poteva...»

«E con chi mi dovrei arrabbiare?! Perché ovviamente non concordate sul fatto che sia stato Evan!» Argomentò Fabian quasi istericamente, asciugandosi infastidito una nuova lacrima «Mi dovrei arrabbiare con lei, professore? Che ha lasciato che tutto ciò accadesse?»

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniWhere stories live. Discover now