Capitolo XXIV

1.8K 125 205
                                    

Dontmakemefallinlove - Cuco

14 Ottobre 1973

Sirius appoggiò la fronte sulla porta della camera di Gideon e fece un sospiro tremante, un pugno già alzato per bussare.
Era stato impulsivo, uno sciocco, a chiedergli di parlare, cosa gli avrebbe detto? Aveva veramente qualcosa di concreto di cui discutere?
Dopo qualche secondo prese coraggio e bussò piano un paio di volte, al terzo tocco quasi gli venne da girare i tacchi e andarsene, ma Gideon aprì la porta.

«Insomma?» gli chiese senza convenevoli appoggiandosi casualmente allo stipite, i capelli rossi che gli facevano ombra dandogli un aspetto quasi pauroso. Aveva una semplice veste nera da mago che gli scendeva fino ai piedi e un mantello legato con delle corde spesse e intrecciate intorno al collo, una di quelle vesti che mettevano solo i purosangue. «Volevi parlarmi?»

Sirius si ricompose smettendo di guardare i vestiti dell'altro e si stirò con le mani la sua maglietta dei Queen che in quel momento sembrava stupida e inappropriata.
Annuì facendosi strada nella stanza del più grande, qualche musica di una band di maghi risuonava calma dal giradischi. «Non so di cosa però...»

Gideon si chiuse la porta alle spalle e accese con la bacchetta qualche candela, Sirius non riuscì a fare a meno di notare quanto l'odore che emanavano gli ricordasse casa sua, tutte le cose che faceva Gideon gli ricordavano casa sua in realtà, ma non in un modo cupo, più in un modo semplice e istintivo. Gli ricordava cosa significasse veramente essere un mago, senza doversi sentire in colpa.

«Vuoi dichiararti?» gli chiese scherzoso facendolo sedere su una poltrona vicino al suo letto, poi gli offrì una tazza di tè.

«Ti piacerebbe...» mormorò Sirius mentre aggiungeva zucchero, tantissimo zucchero nella tazza. Remus lo avrebbe richiamato per tutto quello zucchero e lui gli avrebbe catapultato un cucchiaino nei capelli, Gideon invece non sembrò nemmeno notarlo. «Sono qui per Remus...» ammise e Gideon fece un sorrisetto enigmatico.

«Vuoi dirmi che sei omofobo come ha fatto il tuo ragazzo?» gli chiese rubandogli la zuccheriera da sotto il naso, anche lui mise una quantità esagerata di zucchero e Sirius capì perché non gli avesse detto niente prima.

«Cosa?» chiese confuso, Gideon scacciò l'argomento con una mano e Sirius se lo lasciò scivolare addosso, aveva passato abbastanza tempo con il rosso per capire che nessuno lo avrebbe mai veramente capito del tutto se non suo fratello, troppo enigmatico anche solo per provarci.

«Quindi... di cosa dobbiamo parlare?» incalzò di nuovo Gideon gesticolando sulla sua poltrona con dei piccoli gesti fluidi ed eleganti, studiati fin da piccolo come tutti gli altri bambini purosangue. «Che avrà mai fatto Remus al piccolo erede per ridurlo così?»

«Ti ho già detto di non chiamarmi così.» lo ammonì senza offendersi veramente, Gideon aveva un modo di parlare asfissiante, che ti metteva sempre davanti alla verità, ma Sirius era andato a parlargli proprio per questo quindi non avrebbe avuto senso arrabbiarsi.

«Giri intorno all'argomento, non vuoi rispondermi?»

«Voglio ma non so se devo, ho paura di capire cose che forse non sono pronto a capire.» Gideon lo avrebbe aiutato, Sirius lo sapeva, voleva essere aiutato a capire. Ma allo stesso tempo guardava gli occhi verdi e bramosi di sapere di Gideon e si sentiva in soggezione, senza parole davanti al ragazzo.

«Vuoi ma non devi... non è questo il bello del desiderio? Che supera il dovere?» Sirius adorò quella risposta, quelle stupide parole che non rispondevano a niente ma allo stesso tempo erano così affascinanti. «O magari non vuoi affatto parlarmi e ti nascondi dietro il fatto che non dovresti?»

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora