Capitolo XCIV

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- Dedicato alla dolce Diletta, la mia fioca luce notturna

Sweet Creature - Harry Styles

10 Marzo 1978

Remus calciò un sassolino per la strada, affondò le sue mani nelle tasche, sentendo un'emozione che da troppo poco tempo aveva lasciato.
Lasciò che le dita sprofondassero nei pantaloni della tuta, pensando che tutti lo stessero giudicando per essere uscito praticamente in pigiama, graffiò la stoffa con le unghie.

Aveva bisogno di aria, aveva bisogno di vedere il mondo capovolto, perché sentiva il suo stomaco sottosopra.

Era il suo diciottesimo compleanno, doveva essere terribilmente felice, doveva saltare per le strade e sentirsi giovane.

Remus sviò per la foresta proibita, corse fino a farsi scoppiare i polmoni, lontano dagli occhi e dalle voci che sempre avviluppavano il suo povero cervello fragile.
Aveva dimenticato come dormire, come mangiare, perché non stava ancora bene? Erano passati così tanti anni, così tanto dolore, così tante lacrime, che chiunque avrebbe creduto che Remus fosse riuscito a superarlo, eppure si ritrovava sempre al punto di partenza, frustrandosi ancora e ancora.

Sirius era arrabbiato, James era cambiato, forse per sempre, Peter non voleva mettersi in mezzo a nessuna discussione. Remus avrebbe voluto urlare, mentre sentiva il terribile e familiare desiderio di tagliarsi.

Sirius voleva una risposta quel giorno e Remus odiava se stesso, perché sapeva che avrebbe dovuto definitivamente rifiutare, anche se il cuore chiedeva pietà e di essere accontentato per almeno una volta.

La sua ombra lo inseguiva come un demone, prendendo forme mostruose all'incontrare di ogni ostacolo. Remus corse più velocemente, era sempre stato bravo a correre, a scappare, ma forse anche quello era falso, forse non aveva nessun talento se non un corpo più avvantaggiato per la licantropia. Non gli piaceva farlo, però, in realtà odiava correre molto più di quanto lo odiasse Sirius, odiava la sensazione di bruciore ai polmoni e il male lancinante ai fianchi. Odiava persino il dolore ai muscoli che lo accompagnava nei giorni a venire. Ma correva, correva, correva e correva. Come uno squilibrato. Correva e non si tagliava. Era un buon patto. Cercava di ricordarsi cosa gli avesse detto la sua psicologa l'ultima volta che l'aveva vista. Gli aveva detto di affidarsi a Sirius, di non allontanarlo, ma come poteva? Come poteva affidare tutto quel dolore ad un raggio di sole come Sirius? Lo avrebbe spento, Sirius non se ne rendeva conto, ma lo avrebbe spento.

Remus voleva un amore gentile. Voleva essere stretto e amato, esattamente come Sirius faceva. Voleva Sirius. Amava Sirius. Ma andare a vivere con lui sembrava... non sembrava nemmeno una proposta reale. Sembrava un sogno irraggiungibile.

Remus si fermò contro un albero, appoggiò una mano sul tronco e prese fiato, distrutto, sopraffatto, sempre costeggiando la foresta proibita, senza mai entrarci però. Forse sarebbe dovuto correre fra alberi e scomparire, unirsi ai mostri come lui. Avrebbe spezzato il cuore a Sirius, ma se la sarebbe cavata prima o poi. Almeno non lo avrebbe mai condannato ad una vita con lui.

Era così solo. Era così solo. Così solo.

Eppure aveva tutto. Si strinse le braccia al petto e si avvolse le mani sui polsi, cercando di accantonare l'idea di tagliarsi. C'erano giorni in cui era così difficile voler vivere... Un mastodontico dolore improponibile a qualsiasi anima umana.
Ma Remus non era nemmeno umano... era un non umano. Non era nemmeno una creatura. Non era niente. Era solo un egoista, che rubava i secondi ai suoi amici, già con l'intento di lasciarli prima o poi.

Perché non si permetteva di far crescere niente nella sua vita? Avrebbe voluto crescere rose nella sua mente, invece che ombre. Avrebbe voluto farsi coprire di rose. Ma avrebbe solo notato le spine, non la bellezza dei petali. Non vedeva mai la bellezza dei petali della vita.
Avrebbe usato le spine per tagliarsi, per svuotarsi di quel sangue malato che gli scorreva disgustosamente nelle vene, influenzando ogni cellula con quel virus mostruoso e incurabile.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDonde viven las historias. Descúbrelo ahora