10.

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Non appena conclusi l'intervento mi sciolsi i capelli facendoli ricadere lungo le mie spalle e notai che erano le 8 di sera, andai al piano superiore per prendere un caffè e davanti a me trovai Zulema.
Si voltò verso la mia direzione non appena percepì i miei passi e a stento mi reggevo in piedi, l'intervento era durato veramente tanto e Meredith era perfetta.
In tutti gli aspetti.
"Salve." la salutai educatamente e mi fece un cenno bevendo il suo caffè.
Frugai nel camice afferrando una banconota ma mi fermò, autoritaria.
"Offro io, te lo sei meritato oggi." disse seria e la ringraziai appoggiandomi nella macchinetta aspettando il mio caffè.
Afferrai il bicchiere una volta pronto e decisi di andare a sedermi nel divano, la evitai rilassandomi nello schienale ma l'araba mi raggiunse abbastanza tesa.
"Hai fatto colpo su Meredith, è raro." disse ad una certa e incrociò le gambe, aveva assunto una distanza di sicurezza e misi la testa di lato guardandola.
"È fenomenale in sala operatoria." dissi sorridendo e mi tolsi le scarpe portandomi le ginocchia al petto.
"Lo so molto bene, per questo ho voluto assumerla qui con me." sussurrò appena e annuii senza guardarla.
"Hai asfaltato Lauren prima." disse piano con un sorriso sul viso e sembrava che stesse aspettando solo quello.
"E?" dissi confusa voltandomi piano verso di lei e mi guardò, sfidandomi.
Non si stancava mai di prendermi in giro.
"Dal tono di voce che hai assunto nei suoi confronti, devo dire che ti urta anche la sua di presenza, assurdo." disse ridendo appena e serrai la mascella sospirando in panico, non volevo perdere il controllo ma era impossibile.
"Le da fastidio che ho risposto così alla sua fiamma? Magari la prossima volta quando la vedo, posso metterle il tappeto rosso così può sfilare." dissi nervosa e mi alzai buttando il bicchiere nel cestino non volendo parlarle.
Ancora non mi ero tolta dalla testa quel bacio e le sue parole taglienti di oggi.
Non significavo nulla per lei però comunque mi tormentava apposta.
Mi avevano affidato una stanza per il turno di guardia e presi le chiavi, frugando nel mio camice e ovviamente Zulema mi inseguì, volevo scappare.
"Eh no bionda, non ci siamo proprio!" urlò alle mie spalle e sospirai entrando in stanza togliendomi il camice.
Chiuse la porta alle sue spalle e afferrai la mia bottiglia d'acqua bevendo piano per riprendermi un attimo.
Ero senza fiato ad averla così vicina.
"Non fare finta di niente, forse dimentichi spesso con chi cazzo stai parlando e potrei licenziarti anche ora per le tue affermazioni sarcastiche." aggiunse alzando la voce e la rabbia scorreva impetuosa nelle mie vene.
"Affermazioni sarcastiche? Vogliamo parlare delle sue? Non fa altro che deridermi ogni secondo, qui dentro." dissi alzando la voce anche io e uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia.
Ero sconvolta per il suo gesto ma solo dopo mi accorsi del mio errore.
Avevo alzato la voce al mio capo.
A Zulema Zahir.
I suoi occhi neri erano glaciali e lo schiaffo era stato talmente forte che in stanza era calato un silenzio assordante.
Per non parlare della botta che avevo ricevuto, a dir poco forte e precisa.
Mi portai la mano sulla guancia rovente gemendo dal dolore e non ebbi il coraggio di guardarla negli occhi.
Potevo avere tutte le ragioni del mondo ma comunque, quella che poteva permettersi di sbagliare era lei e non io.
"Punto primo, non alzare la voce con me perché non sono tua amica." incominciò puntandomi un dito contro e il suo tono di voce era tanto pacato.
"Punto secondo sono il tuo capo, devi portarmi rispetto in qualsiasi circostanza. Sei per caso chirurgo o primario? Non mi sembra, sei una specializzanda come tutte le altre, irrilevante per me." aggiunse dopo mezzo secondo e gli occhi mi bruciavano parecchio.
"Punto terzo, guardami negli occhi perché ti sto parlando di cose molto importanti che ancora non hai capito. Se non lo fai, ti sto dando un'altro schiaffo magari per farti svegliare." disse avvicinandosi a me e alzai la testa subito, togliendo la mano dalla mia guancia e la guardai dritta negli occhi.
Strinsi i pugni dalla rabbia e una lacrima mi rigò il viso dal dolore, ma rimasi neutrale con le labbra tanto serrate.
Non le facevo nessun effetto perché i suoi occhi avevano la stessa potenza, anzi, tutta questa situazione da una parte le divertiva parecchio.
Ma cosa potevo fare io? Nulla, questo ospedale era suo da cima a fondo.
Aveva ragione.
"Sono talmente irrilevante per lei che non si è fatta nessuno scrupolo a infilarmi la lingua in bocca e baciarmi." dissi non appena si voltò per andarsene e si bloccò di scatto, ridendo appena.
Molto lentamente si voltò verso la mia direzione e mi asciugai le lacrime, gemendo per il dolore alla guancia.
Era stata veramente tanto forte con me.
"Davvero ti sei illusa per uno stupido bacio? Te l'ho detto che non ha significato un cazzo per me." disse facendo spallucce e serrò la mascella venendo davanti a me, osservando poi quasi con orgoglio il segno che mi aveva lasciato, dritto sulla mia guancia.
"Non mi sono illusa, non penso che lei voglia qualcosa da una specializzanda irrilevante no?" dissi ferita e mi morsicai il labbro con gli occhi lucidi, le diedi le spalle bevendo nuovamente dell'acqua e sussultai guardando nello specchio il segno che avevo, tantissimo rosso.
"Devi chiudere quella cazzo di bocca." disse la donna alle mie spalle e la guardai tramite lo specchio per poi voltarmi e appoggiarmi nella scrivania.
"Sa una cosa? Penso che Lauren sia perfetta per lei, si, vi completate a vicenda e state benissimo insieme." dissi con un tono tagliente e la mora scosse la testa, alzando di poco le braccia per le parole che stavo dicendo.
"Non c'entra niente questo, dove vuoi arrivare con questa affermazione?" disse con un tono di voce annoiato e mi avvicinai a lei molto lentamente.
Fino ad arrivarle faccia a faccia.
I suoi occhi neri mi guardavano incuriositi e abbassai lo sguardo sulle sue labbra che volevo assaggiare nuovamente.
"La mia é solamente un'affermazione per dirle che mi dispiace se ho parlato in questo modo di lei, tutto qui." dissi sospirando appena e nonostante tutto le scuse gliele dovevo perché non avevo il diritto di giudicare una persona che non conoscevo ma, dal momento che qui dentro ogni secondo era un'inferno non riuscivo ad essere spensierata.
Non mi meritavo questo trattamento.
"Okay, scuse accettate. Vedo che hai capito che non sono una persona che scherza molto, spero che il tuo comportamento cambi con me." disse severa e annuii, mettendo poi il viso di lato non riuscendo a guardarla.
"Va bene." dissi serrando la mascella e la mia gamba si muoveva freneticamente.
Ovviamente non avevo ancora finito di parlare perché poi, la guardai di nuovo.
"Inoltre volevo scusarmi, se ho messo in mezzo il fatto del bacio. Ha ragione, è stato insignificante e poco maturo inserirlo nella discussione senza alcun motivo." aggiunsi a bassa voce e Zulema mi guardava autoritaria lacerandomi l'anima in due con il suo sguardo.
Si leccò piano le labbra e mise la testa di lato guardandomi attentamente.
"Scuse accettate, anche se ultimamente ti sto riprendendo spesso e tu ti stai scusando troppo con me. Pensandoci bene, forse.." sussurrò facendo scorrere lo sguardo in tutto il mio corpo e afferrò l'elastico dei miei pantaloni in modo tale che potesse spingermi ancora più vicino a lei.
Spalancai la bocca incredula ed ero rigida come una statua dato che non volevo toccarla per nessuna ragione al mondo.
E si era mossa appena, allungando semplicemente il braccio in modo lento.
"Dovrei importi qualche regola, no? La disciplina è una cosa alla quale sono molto legata, odio che quest'ultima venga infranta così spesso." aggiunse sottovoce e mi morsicai il labbro abbassando la testa, ero tantissima rossa in viso e tremavo appena nel percepire il suo profumo così inebriante.
Il suo viso era a pochi centimetri dal mio e stavo fissando le mie scarpe, non sapevo cosa diamine fare.
"Cosa ti ho detto prima? Devi guardarmi quando ti sto parlando." disse un attimo dopo con voce rauca ma aveva comunque tutta la sua autorità.
Come diavolo faceva?
"Mi dispiace, davvero io-" dissi in panico rossissima in viso e scoppiò a ridere in un modo talmente meraviglioso che mi vennero dei brividi assurdi.
"Rilassati, sono sicura che se fossi nuda col cazzo che non mi guardavi." disse stuzzicandomi e mi torturai le mani abbassando nuovamente la testa, non volevo che vedesse le mie guance rosse.
"Sbaglio? Facciamo una prova?" disse allungando una mano verso al suo camice bianco e lo abbassò piano.
Sbiancai di colpo e scoppiò a ridere nuovamente nel vedere la mia espressione in viso, ero in panico.
Si divertiva eccome nel vedermi così a causa sua, ovviamente non avrebbe mai fatto una cosa del genere davanti a me.
Mi staccai senza più fiato in corpo e non appena mi allontanai la sua mano afferrò il mio polso, riportandomi vicina a lei.
Feci per urtarle contro talmente era stata forte ma con l'altra mano strinse il mio fianco per mezzo secondo in modo tale che non potessi cadere.
Ero ricoperta di brividi da cima a fondo.
I suoi occhioni neri fissarono i miei verdi senza nessuna emozione e guardò le mie labbra, leccandosi piano le sue.
Serrai la mascella per quel gesto e avere il suo viso così vicino era veramente l'ottava meraviglia del mondo per me.
Senza alzare nessun dito su di me si avvicinò piano e sfiorò con il labbro la mia guancia, facendomi mugugnare un pochino dal dolore data la sua forza nel darmi quello schiaffo che, mi sarei ricordata a vita come minimo.
Chiusi gli occhi ansimando piano per come stava appoggiando le sue labbra nel segno rosso e ci lasciò un lieve bacio.
Ma era stato a malapena percepibile.
"Mettici del ghiaccio sopra." sussurrò scendendo al mio orecchio e il calore che stavo provando al basso ventre era unico, non ce la facevo a resisterle.
Alzai la mano e strinsi il suo camice per non farla staccare dal mio corpo, lei se ne accorse e abbassò piano la testa sgridandomi con lo sguardo.
"Un'altro passo sbagliato con me e ti licenzio biondina, sono molto seria. Pensa a studiare, frequenta qualcuno della tua età e non una come me. Sto pensando ad altro e queste sono cazzate della quale posso fare a meno. Cerca di pensare a te, ok?" mormorò piano facendomi il solletico con i suoi capelli lisci e annuii piano, volevo toccarla da morire ma non me lo permetteva per nessuna ragione al mondo.
"Quel bacio, è stato come uno dei tanti alla quale ho dato a tantissime donne." mi spiegò ridendo appena senza staccarsi dal mio orecchio ed ero stata una stupida nel pensare che poteva essere interessata a me per davvero.
"Capito." sussurrai appena ed ero piccolissima rispetto a lei che con la sua altezza mi sovrastava come niente.
Inspirò piano il mio profumo e si staccò lentamente dal mio corpo, guardandomi dal basso con una serietà unica.
"Buonanotte." disse solamente lanciandomi un'ultima occhiataccia e se ne andò lasciando in stanza una scia del suo profumo meraviglioso.
Buonanotte un emerito cazzo.

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