27.

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Infilai lo stetoscopio attorno al collo e sorrisi non appena Richard mi venne incontro con un sorriso sulle labbra.
"Bentornata, novellina." disse stringendomi la mano e ricambiai felice.
Avevo deciso di tornare.
Stare in pronto soccorso mi mancava terribilmente tanto e subito mi misi all'opera sotto la guida di Miranda Bailey.
Tutti erano felici di riavermi qui.
"Vai nel letto affianco, io assisto questo paziente qui intesi?" disse autoritaria e annuii subito, una donna aveva una grosso ferita alla testa e Amelia aveva già fatto tutti i controlli a partire dalle varie TAC.
"Ha bisogno dei punti, mi è mancato vederti qui e inoltre volevo chiederti scusa per ciò che è successo." disse seria e la tranquillizzai con lo sguardo.
Si stava riferendo a Zulema e le sorrisi dicendole che andava tutto bene.
Mi lasciò con la paziente e cercai di rassicurarla, misi lo stetoscopio al collo e mi legai i capelli, guardandomi attorno.
"Si rilassi, ora le metto i punti così può riposare tranquillamente fino a quando non è stabile." dissi dolcemente e la signora davanti a me annuì, infilai i guanti e presi il filo da sutura concentrandomi.
Dopo vari secondi percepii una presenza alle mie spalle e sussultai notando che si trattava dell'araba.
Sbagliai infilando l'ago e le mani mi tremavano, la signora gemette dal dolore e mi scusai subito maledicendomi.
"Ferreiro, stai sbagliando togliti." disse divertita dalla mia reazione ma mi lanciò un'occhiataccia severa.
Era per caso sbucata da sottoterra?
"Scusi." sussurrai mordendomi il labbro e l'araba mi intimò di guardare, aveva i capelli legati in una coda stupenda e tranquillizzò la signora subito mettendola a proprio agio.
Osservai le sue mani impeccabili muoversi abilmente e la mia mente andò altrove ricordando ciò che mi aveva fatto nella sua macchina.
Il suo collo era esposto ed ero letteralmente imbambolata facendomi dei viaggi mentali assurdi, notai che mi stava spiegando alcune cose ma non connettevo, perché era troppo bella.
"Mi stai ascoltando?" sbottò finendo il suo lavoro e sussultai di scatto.
"No." dissi stuzzicandola e alzò gli occhi al cielo, mi trascinò in laboratorio senza farsi vedere da nessuno e sorrisi.
Amavo quando si infastidiva così.
"Che cazzo hai oggi?" sbottò chiudendo la porta e serrai la mascella non appena davanti a me, mise della pelle sintetica con il filo da sutura.
"La colpa è tua, non puoi venire dietro di me in quel modo cazzo mi sono spaventata e ho sbagliato!" esclamai rossa in viso sbuffando, non volevo sbagliare con nessun paziente.
Ed era strano darle del tu.
"Ora rifai i passaggi, sei qui per imparare ma non devi sbagliare con chi ha bisogno del tuo aiuto." disse severa e mi sedetti facendomi subito piccola, mi infilai i guanti con la concentrazione alle stelle e rifeci tutto da capo molto lentamente.
Ma ovviamente la figlia di puttana doveva mettermi pressione perché mi stava fissando con quei suoi occhioni neri.
"Se lo faccio giusto, voglio un premio." dissi ad una certa mettendola alla prova e volevo capire se dopo quello che era successo, era cambiata con me.
"Ah pure?" disse l'araba ridendo e la guardai nel mentre che si toccava la sua lunga coda, sistemandosi la frangia.
", voglio un bacio." dissi sorridendole a trentadue denti con uno sguardo di sfida e sogghignò.
"Non bacio le mie specializzande." disse afferrando una sedia e si mise al mio fianco per osservare il mio lavoro.
Che discorso del cazzo, il suo.
"Io sono la sua preferita." mormorai fissando le sue labbra e mi avvicinai al suo viso perfetto, era rigida come una statua e non si mosse di un millimetro.
Le lasciai un lieve bacio sulle labbra e mosse appena la bocca, ricambiando.
"Dai, fallo un'altra volta ragazzina." disse sbuffando appena staccandosi e serrai la mascella, annuii e sfilai nuovamente i punti, facendo tutto da capo come aveva richiesto.
Strinsi saldamente le pinze e il suo sguardo era fisso su di me, ad un certo punto la sua mano si appoggiò sulla mia coscia e la strinse appena.
Le pinze mi caddero a terra e Zulema scoppiò a ridere divertita.
Maledizione.
"Fanculo." sbottai piagnucolando per il mio scarso autocontrollo e non volevo essere così tanto debole con lei.
"Ops, niente bacio." disse appoggiandosi nella sedia e la guardai male, aveva un sorriso sulle labbra stupendo e mise la mano dietro alla sua testa per reggersi meglio e rilassarsi.
"Me ne vado allora." dissi sfilandomi i guanti ma l'araba mi guardò furiosa.
"Senza il mio consenso? Rimani qui." disse facendomi un cenno e la guardai dritta negli occhi cercando di non cedere.
"Altrimenti? Che fai?" sussurrai sensualmente ed era più forte di me.
Zulema serrò la mascella guardandosi attorno e tremai non appena la sua mano si serrò attorno alla mia gola, stringendo.
"Vuoi proprio sapere cosa ti farei quando, fai la presuntuosa con me?" sussurrò ad un centimetro dal mio viso e mi leccai le labbra, amavo stuzzicarla.
"Sentiamo." dissi stringendo il suo braccio e mi tirò vicino al suo viso.
"Ti scoperei, talmente tanto che non ti farei nemmeno venire." disse seria e mi eccitai solamente a sentirla parlare così.
Era una scoperta nuova ogni secondo.
"Pensa a cosa abbiamo fatto nella mia macchina, non vorresti rifarlo?" aggiunse ansimando contro al mio orecchio ed era la prima volta che lo faceva, stavo uscendo fuori di testa.
"Può darsi, magari questa volta sarò io a farti mia Zulema non credi?" dissi mordendomi il labbro al solo pensiero e rise divertita per la mia affermazione.
"Sogni troppo in grande, decido io con chi lasciarmi andare ma in questo caso sei tu che ti lasciata andare a me, lasciandoti scopare come niente." disse sfiorando le labbra con le mie e sgranai gli occhi incredula.
Aveva ragione, se n'era accorta.
Ero così debole rispetto a lei.
"Io sono stata sincera, il mio sesto senso non sbaglia mai e fidati che quella che finirà nel mio letto, sei tu." dissi innervosendomi e non mi riconoscevo letteralmente più.
"La bambina, mi sta provocando?" disse accarezzandomi il viso e mi porsi, tirandole il labbro inferiore con i denti.
"Sono una donna, e tu ami le donne come me. Se mi hai scopata non significa che non potrei farti impazzire perché ti sto studiando ogni giorno." sussurrai sensualmente e i suoi occhi neri ebbero una scintilla, quasi orgogliosa.
Incredibile il fuoco che avevamo dentro entrambe e stava uscendo la parte che amavo più di me stessa: quella forte.
"Buono a sapersi, ma ancora non mi conosci bene. Se decido di farti mia anche ora posso farlo perché tu mi dai tanto potere." disse con la mascella contratta e strinse la mia coscia accarezzandola piano, con le dita.
"Ti piace sottometterti, ami che prenda il controllo sul tuo corpo perché so cosa ti piace, non è così?" continuò provocandomi ed era impossibile reggere una conversazione del genere con Zulema Zahir.
"So cosa piace anche a lei, e sono sicura che non le dispiacerebbe vedermi infilata spesso tra le sue gambe o peggio ancora nel suo letto." dissi dandole del lei apposta e sorrise divertita per il mio discorso.
Mi baciò un secondo dopo per zittirmi e le nostre lingue si intrecciarono tra di loro, ricambiai il suo bacio passionale e decisi di prendere in mano la situazione.
Non stavo scherzando, non più.
E dovevo essere maledettamente forte.
Spostai la mia sedia alzandomi e mi misi a cavalcioni sopra al suo corpo perfetto.
Zulema sgranò gli occhi ma l'afferrai per la mascella e le morsicai le labbra, baciandole e succhiandole il labbro.
Con lei perdevo ogni limite possibile.
Mi mossi appena facendola ansimare un pochino contro la mia bocca e le sue mani erano sulla mia vita stretta, che si affrettò a stringere possessivamente.
"Non so se per te ha significato qualcosa quello che è successo ma se vuoi saperlo, per me , tanto cazzo." dissi contro la sua bocca e mi lasciò un ultimo bacio staccandosi appena.
Dovevo mettere le cose in chiaro.
"Ma ti avviso Zulema, sono rotta tanto quanto te e se sei talmente sopraffatta dal tuo orgoglio del cazzo, arrivando a pensare di usarmi ti sbagli di grosso. Sto imparando ad aggiustare il mio cuore con il tempo, quindi dovresti farlo anche tu una volta per tutte." dissi guardandola dritta negli occhi e la presa sulla mia vita diminuì di scatto.
L'avevo inquadrata bene.
E lei di questa cosa, se ne stava accorgendo terribilmente tanto.

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