38.

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zulema's pov.

Lo psicologo alzò gli occhi al cielo per il mio solito sarcasmo e sorrisi, nervosa.
Ennesima seduta.
Facevo progressi? Assolutamente no.
Ma andavo comunque perché mi ostinavo a ripetermi che io, avevo un trauma più grande di me che mi mangiava viva da anni ormai.
"Come ti senti oggi?" disse l'uomo davanti a me, sospirai rilassandomi nella poltrona e chiusi gli occhi.
"Non lo so, sono apatica." dissi facendo spallucce e risi leggermente, mi facevano ridere anche le risposte che davo io stessa.
Volevo mascherare il mio dolore.
Avevo tutto il diritto di farlo? Sì.
Mai in tutta la mia vita volevo mostrarmi debole però mi ostinavo comunque a parlare con uno sconosciuto dei miei problemi, del mio passato complicato.
Parlare.
Non é particolarmente una cosa che amo fare ma talvolta anche stare troppo in silenzio vuol dire: comunicare.
Ed io comunicavo in silenzio.
"Zulema, abbiamo già parlato di questa cosa e va bene stare male. Va bene avere il cuore chiuso, è okay essere te lo sai questo, ?" disse con un tono di voce calmo e lo guardai dritta negli occhi, restando in assoluto silenzio.
"Ho conosciuto una ragazza." sbottai di colpo e mi maledii subito, non sapevo nemmeno io perché diavolo stavo mettendo in mezzo Macarena.
Ma tanto qui, tutto era un segreto, Marcus era una tomba abnorme.
"Davvero? Parlami di lei." disse appuntando alcune cose e sorrisi piano, prendendo un lungo respiro profondo e mi sdraiai meglio sul suo divano comodo.
Lo facevo sempre.
Fissavo il soffitto, con lo sguardo perso nel vuoto e riuscivo a parlare di tutto.
"È una mia specializzanda, è più piccola di me e arde dalla voglia di essere amata. Siamo già andate oltre, parlando di attrazione fisica ma c'è un problema." dissi mordendomi il labbro inferiore e Marcus mi incitò a parlare, senza fretta.
"Non riesco a farmi toccare da lei." dissi sbuffando appena e mi toccai il viso nervosamente.
"Può essere derivato dalla perdita di tuo marito, no? In precedenza mi hai raccontato che hai provato a frequentare tantissime altre donne. Cos'ha lei che le altre non hanno?" mi disse arrivando dritto al punto e mi presi alcuni secondi per pensarci bene.
Cosa aveva di così speciale la bionda?
"Ha amore, troppo amore dentro di sé. Lo vedo da come mi guarda, come mi parla, come mi tocca. Ha paura. Ha paura di rompermi in mille pezzi perché ha il terrore di spezzarmi di nuovo, ma non si è ancora accorta che appena sono con lei io, divento cenere e mi dissolvo nell'aria." sussurrai chiudendo gli occhi e mi sfiorai il collo con le dita, pensando ai suoi baci ricchi di amore, di gentilezza pura.
"È diversa perché é umana rispetto alle altre, insomma, sei una donna che può ottenere tutto quello che vuole e al solo pensiero che una semplice ragazza possa darti tutto quello che ti manca, può metterti angoscia." disse Marcus e una lacrima mi rigò il viso perché aveva maledettamente ragione.
"Sono terrorizzata Marcus, cos'ho di sbagliato? Non mi sento ancora pronta nel lasciare Hanbal una volta per tutte. Ma forse questa ragazzina, può aggiustarmi tutta quanta al 100%." dissi serrando la mascella e mi misi seduta, asciugandomi il trucco colato.
L'uomo davanti a me mi sorrise dolcemente e appoggiò il block notes al suo fianco, giocherellando poi con la fede che portava al suo dito.
"Vedi Zulema, talvolta devi spegnere quello che ti sta spegnendo da una vita. Lascialo andare via piano perché l'amore è molto più potente dell'odio. Smettila di odiarti, la vita è movimento, hai troppo odio instaurato dentro di te. Sono sicuro che questa ragazza, può amarti a tal punto da farti ritrovare tutta quella luce che hai perso." disse guardandomi dritto negli occhi e sospirai.
Un'altra lacrima mi rigò il viso e non riuscivo a togliermi quello che un tempo, era l'amore della mia vita.
Mi sentivo troppo diversa con Macarena.
"Sono fottuta, devo lasciarla andare?" dissi tirando su con il naso, ma Marcus scosse la testa ripetutamente.
"No, perché da come ne parli non riusciresti mai a farlo totalmente. Hai bisogno di lei, hai bisogno di ricevere tutto quello che ti potrebbe dare." disse con un tono di voce serio e sgranai appena gli occhi.
Non vedevo la ragazzina da un paio di giorni a già mi mancava vederla.
Marcus aveva ragione.
Non avevo la forza di lasciarla andare del tutto perché lei già si stava instaurando dentro alla mia vita, molto piano.
"Descrivimela." disse ad un certo punto l'uomo davanti a me per sdrammatizzare la tensione e risi appena.
"Oh, d'accordo." dissi alzando gli occhi al cielo sentendomi bene e mi sdraiai nuovamente, chiudendo gli occhi.
"Ha i capelli biondi, un pochino lunghi con una frangia che le incornicia il viso in modo impeccabile. Occhi verdi, ma a volte diventano più chiari quando è di buonumore e spesso cambiano colore a seconda delle situazioni in cui si trova. È più bassa di me, magra, ha una fossetta sulla guancia sinistra che si vede tanto quando ride o sorride." dissi descrivendola e mi sedetti di scatto, sembravo una fottuta adolescente innamorata ed ero sconvolta.
Che cazzo mi stava succedendo.
"La cosa che ti piace di più di lei?" disse Marcus sorridendo per il mio scatto improvviso e sospirai, esausta.
Parlare così tanto di me mi rendeva la persona più stanca del mondo intero.
Perché era come se il male che portavo dentro, usciva tutto quanto per intero.
"Il suo profumo, amo sentirlo addosso a me e poi amo baciarla forte. Amo dimostrarle che la desidero con tutta me stessa, sento fuoco quando prendo in mano la situazione io." dissi mordendomi il labbro al solo pensiero dei suoi gemiti e delle sue unghie che tracciavano la mia pelle, rovente per lei.
"Perché invece, non lasci che sia lei a prendere in mano la situazione su di te? Il sesso, in un rapporto è una cosa molto importante e talvolta può essere nocivo per entrambe." disse Marcus facendo spallucce e tremai.
Ecco, il mio tasto dolente.
L'avevo fatta mia ma ogni qualvolta che lei ci provava, non la lasciavo fare.
Giù le maschere, Zulema.
"Solo Hanbal poteva toccarmi con il cuore, perché siamo sinceri.. La pelle te la può toccare chiunque ed è vero, ho frequentato tantissime donne con l'unico scopo di provare piacere e nient'altro. La bionda, quando mi tocca va dritta all'anima, la accarezza senza distruggerla tutta quanta e donarmi a lei, cambierebbe tutto quanto." dissi togliendomi un peso dal petto a dir poco enorme e mi afferrai il viso tra le mani.
Ecco la verità.
Avevo mostrato tutto il mio dolore a quest'uomo che mi stava seguendo da un paio d'anni.
E lo consideravo ancora uno sconosciuto, ma non lo era affatto.
Forse Marcus era il mio posto sicuro dove potevo essere me stessa al 100%.
"Dillo, respira, liberati, coraggio." disse quest'ultimo incitandomi e presi un lungo respiro profondo.
Ora o mai più.
"Sento che sto tradendo Hanbal, ma voglio sentirmi sua come io la sento mia, ma fino a quando non proverò a farlo davvero rimarrò così." dissi a bassa voce ma Marcus mi sentì eccome.
"Dovresti darle una possibilità perché queste occasioni del genere non capitano una seconda volta nella vita. Macarena potrebbe essere la tua eccezione, tentaci, lasciati guidare da lei e da quello che ti fa provare." disse sorridendomi e sospirai annuendo.
È troppo difficile per me.
Macarena era così gentile, molto spesso l'osservavo con i pazienti ed era amorevole, così portata a prendersi cura degli altri in modo impeccabile.
Ma si sarebbe davvero presa cura di me?
"Hai questa corazza Zulema che al posto di proteggerti, ti soffoca veramente tanto e sei al limite. Hai così tanto da offrire al mondo, sul tuo ambito sopratutto! E una persona del genere ha bisogno di te come tu hai bisogno di lei, per non crollare." mormorò con la sua solita voce decisa e annuii, aveva come sempre ragione.
"Fanculo." mormorai alzando gli occhi al cielo perché odiavo quando le persone avevano ragione, ero tanto egocentrica.
E la mia ambizione mi aveva portata maledettamente lontano, volevo che la bionda facesse lo stesso con me.
"Ti manca?" domandò Marcus trascrivendo alcuni appunti e arricciai le labbra, facendo mente locale.
Mi mancavano i suoi gemiti.
Era da un bel po' che non la facevo mia e volevo baciare ogni centimetro della sua pelle, osservarla venire sotto di me e vedere il suo volto contorcersi dal piacere grazie al mio tocco esperto.
Amavo farla mia perché era come se in un certo senso, le insegnassi tante cose.
Lei mi insegnava ad amare.
Io le insegnavo a fare l'amore.
Volevo proteggerla.
Volevo morderle quelle labbra e vederla ridere anche per la cosa più banale.
Forse non stavo facendo niente di male se provavo a trovare quella felicità.
Hanbal perdonami.
Ma sono umana, anche io.
E le persone attorno a me molto spesso, lo dimenticano.

" mi manca, tanto."

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