Il sole filtra dalle tende, apro gli occhi e guardo lei, ancora dorme, labbra socchiuse, gli occhi chiusi, i suoi capelli sparsi sul cuscino, il petto contro il mio che si alza e si abbassa regolarmente, le nostre gambe ancora incrociate, i nostri corpi nudi reduci dalla notte precedente. Un angelo. Passo lentamente, cercando di non svegliarla, le dita tra i capelli, attorciglio qualche ciocca tra le dita. Apre gli occhi.
"Scusami, non volevo svegliarti"
"Mhhh tranquillo, è bello essere svegliata così"
"Così come? "
"Con le tue carezze"
"Ti piacciono? "
"Tantissimo. Che ore sono? "Si accoccola di più sul mio petto ed io faccio fatica a prendere il telefono dal comodino. Dopo vari tentativi lo prendo, rischiando di cadere dal letto,ed accendo il display.
"Sono le nove e mezza, che dici se mi lasci andare così preparo la colazione? "
"No"
"E perché? "
"Perché mi piace ascoltare il battito del tuo cuore ed il tuo corpo vibrare quando parli, soprattutto appena sveglio: hai la voce rauca, bassa"
"E ti piace questa cosa? "
"Si, tanto"
"Allora facciamo così: ti canto una canzone con questa voce ma poi dobbiamo alzarci"Mi guarda preoccupata.
"Ei guardami, ci sono io. Ti aiuterò io. Non cadrai, piccoli passi d'accordo? "
Annuisce contro il mio petto ed io inizio ad accarezzarle la testa.
"Ti canterò una canzone che, dopo quello che è successo, è diventata ancora più speciale per me"
La guardo e vedo curiosità nel suo sguardo.
"La tua canzone, la canzone che ti ha riportato da me"
Mi stendo sul letto facendo combaciare la mia schiena con il materasso e me la porto sopra. Inizio ad accarezzarle la schiena con le dita, carezze leggere sulla sua pelle ferita. Si, i segni non sono spariti purtroppo. Scendo lungo la sua schiena e mi fermo prima del sedere per poi risalire.
"E sarai per sempre la mia lady
Perché entri in punta di piedi
Nella mia vita irregolare come le rock star
Girando la città
Ma a luci spente
Capirò che sei la mia lady.Ancora ci penso, la scena davanti agli occhi, li apri e guardi me. Il vuoto che sentivo si stava riempendo e il cuore aveva ripreso a battere di nuovo. Stavo rinascendo, stavo vivendo di nuovo e lo stavo facendo con te"
Gli occhi le diventano lucidi, gocce invisibili iniziano un percorso attraversando le guance. Con i pollici cerco di asciugare, tracciando il contorno degli occhi.
"Ho vissuto tutto con te"
"Come succede spesso... Sentivo che eri vicino e so che hai dormito poco"
"Poco e niente... "
"Non hai mangiato... nemmeno la colazione che ti portarono i miei"
"Nemmeno... Giulia, ancora non hai capito? "
"Cosa? "
"Che la mia vita sei tu e... sono contento di poterlo dire ora, domani e in futuro... "
"Come siamo romantici oggi"
"Non solo oggi, sempre. "
"Puntualizziamo, sia mai ahahah"
"Che ridi? Tu che fino a poco fa stavi piangendo? "
"Non posso? "
"No, non puoi"Le dico iniziando a farle il solletico. Inizia a ridere fortissimo ed a dimenarsi tra le mie braccia, senza successo. Quando inizia a tenersi la pancia, smetto con la tortura.
"Ah basta hai vinto. Piuttosto Santiago prenditi la pillola per l'asma"
"Lo faccio subito"Prendo la pillola dal comodino e bevo un sorso d'acqua per farla scendere.
"Bravo Santiago"
"Grazie Giulietta. Ora però ci alziamo, mi dai entrambe le mani così mi fai compagnia in cucina mentre preparo la colazione per tutti ma... Prima ci vestiamo"
"Oh giusto"Sorride accompagnata da un leggero rossore delle sue guance.
Mi alzo dal letto, conoscendomi potrei saltarle addosso anche ora ma devo resistere, devo aiutarla a riprendersi sia fisicamente che mentalmente. Prendo la canotta bianca ed i miei boxer da terra indossandoli e poi mi avvicino a lei ancora stesa sul letto intenta ad osservarmi."Guarda che mi consumi poi, so di essere bello ma addirittura da farti restare a bocca aperta, esagerata"
"Cretino, sei bello e poi sei il mio bimbo e posso guardarti quanto mi pare"
"Da quando siamo così territoriali? "
"Sempre. Sei mio e basta. "
"Va bene, mi arrendo. Ora porgimi le mani, ti aiuto ad alzarti"Allunga le mani verso di me ed io piano, cerco di sollevarla senza farle male. Riesco a metterla seduta e le passo le mutandine e la mia maglia che indossa come pigiama. Mi soffermo sul quella parte superiore che spunta dal lenzuolo: i ricordi della sera precedente sono molto nitidi nella mia mente. Le mie mani fremono al pensiero di quel seno che hanno esplorato, conoscono ogni piccola sfumatura di essi, fremono al pensiero di essere accolte dal suo corpo, un dito dentro che subito viene circondato dal suo calore, un altro ed un altro ancora. Il mio corpo porta i segni della notte di pazzo, puro, folle ma soprattutto vero amore: graffi, morsi e succhiotti. Mando giù la saliva che stava aumentando al ricordo.
"Giù" la chiamo fermando la con la maglia sulla testa. Mi guarda interrogativa.
"Sei proprio bellissima"Abbassa la testa imbarazzata mentre indossa finalmente l'indumento. Prova a girarsi per mettersi seduta con le gambe fuori, una piccola spinta con le mani e prova ad alzarsi ricadendo sul materasso.
"Non devi sforzarti, aspetta e lascia che ti aiuti"
Prendo le sue mani tra le mie e lentamente la faccio alzare. Lascio una sua mano per mettere l'altra dietro la sua schiena. Vedo come tremano le sue gambe, ha lo sguardo terrorizzato.
"Ei, guardami, guardami: piccoli passi d'accordo? Segui me. "
Inizio a camminare all'indietro e lei piano piano, a volte rischiando di cadere perché le gambe le cedevano ma io riuscivo sempre a mantenerla, riusciamo ad arrivare in cucina. La faccio sedere su uno degli sgabelli davanti alla penisola ed inizio a preparare la colazione.
"Che vuoi per colazione? "
"Mhhh pancake"
"E pancake sia. Ne faccio di più anche per i tuoi"Finisco di prepare i pancake e proprio in questo momento entrano Carlo e Susi.
"Oh buongiorno ragazzi. Ciao Giuliè"
"Ciao papino"
"Buongiorno Carlo"
"Ciao Sangio, vedo che hai preparato dei pancake grazie"
"Si per tutti"
"Buongiorno Sangio, buongiorno principessa"
"Ciao mami"
"Buongiorno Susi"Ci sediamo tutti quanti e facciamo colazione, tra risate e scherzi, è come stare in famiglia. Si crea un clima molto bello, vero, dove ci vogliamo tutti bene. All'improvviso sento qualcosa provare a saltare sulla mia gamba, abbasso lo sguardo sotto il tavolo ed è Gaston.
"Buongiorno anche a te, hai fame? Aspetta mo chiedo alla tua padrona"
Mi alzo e richiamo la sua attenzione.
"Lolita dove stanno i croccantini per la palla di neve che hai come cane? "
"Uh Gas Gas, scusami piccolo. Adesso Sangio ti va a prendere la pappa che sta nel mobile bianco vicino al frigorifero, quello sotto però"
"Arriva la pappa bello"Mi alzo e prendo il pacco. Vengo investito da lui che mi fa le feste.
"Eh no, seduto e buono. Aspetta. "
Verso i croccantini nella ciotola ed appena mi alzo, inizia a divorarli.
"È piccolo ma mangia quasi quanto me"
"Solo che tu non ingrassi, scemo"
"Ingrasso solo che non si vede"
"Chiamasi fortuna"
"Gelosa"
"Eh? "
"Sei gelosa del mio corpo meraviglioso e del fatto che io possa mangiare anche un bufalo intero e non ingrassare mentre tu no"
"Dai, uffa"
"Ho ragione? "
"Non ti darò questa soddisfazione"Il tutto davanti ai suoi che ci guardano con un sorriso stampato in faccia mentre gustano i pancake fatti da me.
Amo questo clima e spero possa durare molto a lungo.*****
Ecco un nuovo capitolo. Chiedo scusa se ieri e l'altro ieri non ho aggiornato ma le idee mancavano. Ma eccolo, nuovo nuovo, tutto vostro. Fatemi sapere nei commenti e votate. A presto e bacioni.

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Si ferma il tempo quando sei con me.
FanfictionDue anni. Due anni sono passati da quel giorno, due anni da quando mi ha mentito. Perché non ha voluto dirmi niente? Perché me lo voleva tenere nascosto?