Stanotte non ho praticamente chiuso occhio: la mia mente un continuo girare e girare. Vorrei portarla in un posto, a visitare come delle persone comuni, turisti ecco.
Un posto dove vedere il suo sorriso praticamente tutto il giorno.Il riflettere notturno termina con un'idea che potrebbe renderla la bimba più felice sul pianeta ma in questo posto in cui ho in mente di portarla vi è un luogo che vorrei tanto visitare: il campo dei fiori, un luogo di esposizione del grande De André, uno dei cantautori più importanti della musica italiana.
Prendo il cellulare ed imposto la sveglia alle sei, compro due biglietti in prima classe per le sette. Domani si va a Genova.Quando suona la sveglia la sento mugugnare infastidita contro il mio petto.
"Mhhh che ore sono? "
"Le sei e ci dobbiamo alzare, dai che altrimenti facciamo tardi" dico alzandomi col busto facendola ritrovare stesa sulle mie gambe.
"Ehi, che modi sono questi? " dice con la faccia immersa nelle coperte.
"Alzati o ti prendo di peso: oggi un programma spaziale e sono sicuro ti piacerà tantissimo. " dico spostando il suo corpo dalle mie gambe.
"Ma ti sei svegliato con le cariche a molla? Di solito mi svegli in modi decisamente più delicati"
"L'hai voluto tu" dico prendendola di peso da sotto le coperte e portandola in bagno.
"Lavati e vestiti, non abbiamo molto tempo" le dico.
Mentre lei è in bagno a lavarsi, io prenoto il ristorante per l'una.Il tempo passa e dopo aver indossato la mia tuta gialla evidenziatore mentre lei un top corto, con mio enorme disappunto essendo che è una fascia tipo reggiseno elastico, nero e dei pantaloni larghi cargo, zaini in spalla e scarpe comode, ci troviamo nel treno in prima classe diretto a Genova.
"Hai indossato veramente qualcosa che ti fa passare inosservato, vedo"
"Sai che il mio ego deve essere nutrito" le dico stando al gioco.
"Si, praticamente vestendoti come un evidenziatore. Lo hai rubato a dei bambini? " chiede trattenendo a stento una risata.
"Si, è stato come rubare delle caramelle a un bambino" le rispondo facendole l'occhiolino.
Dopo questo scambio di battute sbadiglia stiracchiando la schiena per poi strofinarsi un occhio. Subito questo diventa lucido e un altro sbadiglio sfugge al suo controllo.
Delicatamente, dopo aver alzato il bracciolo di mezzo, accompagno il suo corpo a stendersi sulle mie gambe. Nessun segno di resistenza, si lascia accompagnare, si lascia trasportare. Chiude gli occhi la mia piccolina, un sorriso dolce disegnato su quelle labbra, le mani sotto il capo per far da cuscino e le ginocchia strette al petto che io reggo con una mano mentre le accarezzo lentamente il viso liscio come seta, rilassato e puro senza una minima imperfezione, come lei: perfetta e pura.
Il respiro lieve che scalda un poco le mie cosce, magre rispetto alle sue, poco allenate ma per lei rappresentano un posto sicuro in cui rifugiarsi, su cui depositare le sue emozioni e sensazioni.
"Anni sono passati eppure continuo a chiedermi come fai a trasmettermi le tue sensazioni anche senza dire una parola. Trasmetti gioia a tutti coloro che ti stanno intorno, magari ridendo, magari ballando e tutti ti adorano ma non tutti ti amano, non tutti sentono il cuore battere veloce ogni volta che incontrano i tuoi occhi, non tutti ascoltano il cuore perdere un battito alla vista del tuo sorriso, non tutti sorridono ascoltando la tua risata diffondersi, non tutti si fermano ad osservare ogni tuo movimento scrivendo parole confuse su un foglietto. Non tutti o meglio nessuno ha il privilegio di stringerti la notte, tenerti al sicuro e sussurrarti quanto tu sia splendida.
Siamo fortunati sai? Insieme siamo fortissimi, abbiamo superato numerosi ostacoli ma siamo sempre tornati insieme, più forti di prima.
Il tuo nome è come musica, mi riempie e non mi stanca mai. Giulia. "Il tempo che passa, il paesaggio fuori scorre veloce, il mio viso rilassato appoggiato al finestrino mentre continuo ad accarezzarle i capelli.
Sposto lo sguardo su di lei: sembra un angelo, dormiente su una nuvola candida, le ali nascoste all'interno dell'anima.
Il mio piccolo angelo custode.
"Piccola, non hai fame? " le chiedo ricordandomi che ha mangiato appena la mattina non avendo abbastanza tempo per farlo.
"Ehi, non tanto" risponde sbadigliando e stiracchiandosi continuando a stare sulle mie gambe.
"Ma non hai mangiato tanto stamattina"
"Il tempo non era abbastanza"
"Tutte scuse" dico osservando il corridoio in attesa del ragazzo con il carrello del cibo e bevande.
"Ma anche te non hai mangiato quindi siamo pari"
"Secondo te signorina" dico continuando a guardare il corridoio.
Eccolo che appare, si ferma ad ogni passeggero fin quando non arriva a noi.
"Salve, desiderate qualcosa da bere e da mangiare? " chiede cortese.
"Si, thè caldo e dei biscotti per entrambi" rispondo cortese. Il ragazzo serve due bicchieri con il thè e due pacchetti di biscottini.
"Grazie mille" dico rivolto al ragazzo.
"Prego, buona continuazione" dice passando oltre.
"Ti devo imboccare? " chiedo notando il suo voler continuare a stare in questa posizione.
"No, mi alzo. Grazie" dice dandomi un dolce bacio sulla guancia.
"Prego, Lady" rispondo sorridendo ancora di più.
Guardo attentamente ogni suo movimento: prende il bicchiere e assaggia un poco di thè con la punta della lingua per poi ritrarla subito ed iniziare a soffiare.
"Come hai fatto a berne già metà che scotta un sacco? "
Un sorrisetto compare sul mio volto mentre continuo a tenere il bicchiere in una mano, la guardo spostando solamente le pupille, non muovendo la testa.
"Ho il corpo bollente, gli ormoni sono impazziti immaginando cosa si cela sotto quel coso striminzito che tu chiami top.. "
"Shhh non dire queste cose ad alta voce, ci sono altre persone" dice arrossendo e continuando ad osservare il contenuto nel bicchiere.
"E quindi? " continuo tenendo sempre lo sguardo su di lei, il sorrisino stampato sul volto mentre continuo a bere lentamente.
"E quindi niente, devi smetterla" dice diventando rossa in volto. Le scatto una foto, una foto spontanea, una foto che rappresenta uno dei tanti lati del suo carattere, una foto realistica e non preparata. Una foto che sicuramente farò stampare e metterò appesa alla nostra parete.

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Si ferma il tempo quando sei con me.
FanfictionDue anni. Due anni sono passati da quel giorno, due anni da quando mi ha mentito. Perché non ha voluto dirmi niente? Perché me lo voleva tenere nascosto?