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sono arianna, ho 19 anni e sto correndo per le strade di un ospedale, con i miei due amici marco e alessio.
entriamo nell'edificio che c'era stato comunicato al telefono e mi avvicino velocemente al bancone.
"dov'è?" urlo alla signora. "signorina..."
"voglio sapere dov'è Aresu subito".
sento Alessio piangere alle mie spalle, ma non riesco a fregarmene in questo momento.
siamo qui perché la ragazza che amo, nonché sorella di alessio, ha fatto un incidente.
non so come sia successo, ma ho bisogno di vederla per sapere che stia bene.
"signorina... al momento non può vederla, mi dispiace"
"io la devo vedere!"
"è in pessime condizioni, devono operarla". il mio cuore perde un battito.
"a che piano è?" chiede marco facendomi allontanare dal bancone.
"secondo".
non sento più niente, inizio a correre verso le scale insieme ad alessio, mentre marco rimane lì per ricevere altre informazioni.
non ho mai salito delle scale così velocemente.
appena arriviamo al piano penso di star per morire senza aria. lì trovo ambro, due ragazze che non conosco e sua madre. appena arrivo vicino ad ambro, casco in ginocchio e inizio a piangere.
"amore no" sussurra ambro, abbassandosi alla mia altezza. "andrà tutto bene, sai che non la batte nessuno". annuisco e lo abbraccio. proprio in quel momento arriva marco. è nervoso, ha gli occhi lucidi, ma sembra che non riesca a versare lacrima.
"non le ho mai detto che la amo" ammetto, tornando a piangere. si girano tutti verso di me a parte ambro, che lo sapeva già.
sua madre è distrutta, ma dopo quelle parole la vedo sorridere. alessio, invece, è confuso e si avvicina. "la che?"
"la amo" ripeto alzandomi. il ragazzo mi tira uno schiaffo, facendo rimanere tutti confusi.
inizia a picchiarmi, ma finisce per abbracciarmi.
"anche lei ti ama" sussurra al mio orecchio. ricomincio a piangere più forte, ma dopo qualche secondo smetto. "vado a prendermi un caffè" dico. "vuoi che venga con te?" chiede ambro. scuoto la testa e sforzo un sorriso, poi vado a cercare le macchinette. sono all'entrata del reparto.
"cazzo, vai o no?" chiedo, sbattendoci una mano sopra. il caffè inizia a scorrere e faccio un sospiro di sollievo.
"arianna" sento dire. mi giro e vedo con poca sorpresa jenny.
"che ci fai qui?" chiede venendomi in contro.
lei è qui sicuramente per un suo amico, ha avuto un incidente sul lavoro ma niente di grave.
"lei..." dico solo. sgrana gli occhi e scuote la testa. "scherzi"
"no, non scherzo, ha avuto un incidente"
"porca troia, dov'è?"
"vai a lavoro"
"voglio vederla"
"sta bene" mento. voglio che se ne vada, non ho intenzione che stia male anche lei.
"sicura?". annuisco e la vedo tranquillizzarsi. "va bene, allora ci sentiamo"
"ciao je".
torno dagli altri e, invece di fermarmi a sedere, continuo a camminare bevendomi il caffè.
ma com'è possibile tutto questo? l'ho vista prima che se ne andasse in motorino, aveva litigato con marco e voleva andare a fare la spesa. mi ricordo di averla implorata per andare con lei, ma era convinta che ce la potesse fare da sola. ha la patente da tre anni, ero tranquilla sotto questo punto di vista, ma mi dispiaceva lasciarla sola. avrei voluto riempirla di baci mentre la vedevo giù di morale per marco, ma non l'ho fatto ovviamente.
a proposito di marco, mi avvicino e mi siedo accanto a lui, posandogli una mano sulla gamba. alza lo sguardo e scuote la testa. "è stata tutta colpa mia". dopo tanti anni, vedo scorrere una lacrima sul suo viso.
"non dire cazzate"
"è vero arianna, se non avessimo litigato a quest'ora saremmo tutti a casa felici e contenti a giocare ad UNO". gli accarezzo i ricci e provo a tranquillizzarlo.
"se fossi andata con lei a quest'ora non sarebbe successo niente, forse. o magari saremmo lì dentro insieme a tenerci la mano".
inclina la testa e sorride. "ti piace davvero?"
"la amo" lo correggo. "perché ne sei così sicura?"
"lo so e basta, non so il perché". giro quel che mi rimane del caffè e lo bevo tutto in un sorso.
"anche lei ti ama, allora".
"ma tu e alessio dite sul serio o lo fate solo per farmi tranquillizzare?".
scuote la testa e sorride. "è verissimo, non fa altro che parlare di te e di quanto tu sia bella" dice una delle ragazze che non conosco. "anche ad halloween si è ubriacata e non faceva altro che dire che fossi bellissima, quando hai pubblicato quella foto sulle storie" afferma l'altra.
mi copro la faccia con le mani e sorrido. non piango, sorrido. sono sicura che si rimetterà e a quel punto potrò dirle tutto ciò che provo.
appoggio la testa sulla spalla di marco e dopo qualche minuto mi addormento.
"amore" sento dire. marco continua a scuotermi. "eh? eh?".
apro gli occhi e vedo marco sorridere.
"sta bene". mi alzo e mi guardo intorno. a quanto pare, alessio e sua madre sono entrati in visita.
"dopo posso vederla?" chiedo subito. "sì, puoi".
lo sapevo, lo sapevo.
inizio a saltellare per tutto il corridoio, facendo ridere ambro e le ragazze.
"la amo, la amo, la amo". sento qualcuno abbracciarmi da dietro e non metto tanto a capire chi sia. alessio mi lascia tanti baci sulla guancia.
"avanti il prossimo" dice sua madre.
guardo le due ragazze, ambro e marco, ma vogliono che vada io.
"vado?" "sì, ti vuole vedere".
sua madre mi accompagna alla porta e mi fa segno di entrare. faccio come vuole, chiude la porta alle mie spalle.
"amore" dico. lei sorride e fa gli occhi dolci.
"sono viva, stronza".
mi avvicino velocemente e mi abbasso al suo volto. "posso?".
annuisce e le do un bacio sulla guancia. "come stai?"
"in forma, devo dire".
scoppio a ridere e mi siedo sulla sedia vicino al lettino. le prendo la mano e sorrido. "non ti ammazza nemmeno un camion, rendiamocene conto".
mi fa l'occhiolino e mi accarezza il dorso della mano. è un'amore. "sono così felice, ho avuto paura di perderti"
"non mi perderai arianna, so di ferro".
"non ne ho dubbi". mi fa sempre ridere, in qualsiasi situazione, non so come farei senza di lei.
"posso dirti una cosa?" chiedo. annuisce e aspetta.
"potresti piacermi"
"era ora che lo dicessi, vieni qua". mi alzo e mi avvicino. mi prende il volto e mi bacia.
mi sento rinata.
"ti amo"
"anche io".
sento delle voci, delle urla, nella mia testa. d'un tratto mi sveglio di nuovo.
marco mi sta scuotendo come prima. non era un sogno, non ci posso credere, è impossibile.
"non ce l'ha fatta".

one shot // arieteWhere stories live. Discover now