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parte due

"in tutti i luoghi in cui potevi portarmi, proprio via del corso" risi, sembrava imbarazzata.
"ma calcola non so nemmeno io perché, dai famo una passeggiata".
sorrisi e le presi la mano. per sviare l'imbarazzo decisi di dire qualcosa a caso. "ho freddo".
si girò a guardarmi e si bloccò: "vuoi che ti dia la giacca?" mi chiese. non nego che avrei voluto dirle di sì, solo per il gusto di avere la sua giacca, ma la verità è che non avevo freddo.
"no, ma va, tranquilla" la rassicurai io.
"no, davvero" provò a sfilarsela ma le bloccai il braccio. "tranquilla". alzò le mani in segno di resa e continuammo a camminare.
non sapevo cosa dire, ero imbarazzata, felice, terrorizzata. "quindi vuoi far uscire nuove canzoni?"
"esatto, avevo in mente di farle uscire a dicembre"
"oh dai, ci sta. hai mai pensato di fare qualche feat in particolare?"
"internazionale o italiano?" chiese.
"è uguale"
"internazionale direi clairo, italiano... forse franco126 ma abbiamo già in mente qualcosa, quindi..."
"con franco126? scherzi?"
"eh no". sorrise e si mise le mani in tasca.
"di che segno sei? ah no, ferma"
"hai capito". scoppiammo a ridere entrambe. "il tuo lo so già, non siamo molto compatibili eh"
"ma guarda, siamo identiche" affermai. "me ne sono accorta" ammise lei. si grattò l'occhio e poco dopo imprecò: "cazzo! il mascara! sembro un panda, per caso?". mi avvicinai al suo volto e le osservai gli occhi. poi mi resi conto del fatto che dovessi semplicemente dirle se il mascara si fosse rovinato, quindi se fossi rimasta ancora un po' ferma mi avrebbe presa per pazza. "non si vede nulla". mi allontanai tremolante. aveva uno sguardo che mi attirava un sacco.
"sicura che tu non abbia freddo?"
"zero" le ripetei. "mah, mah, stai tremando"
"mica per il freddo"
"e per cosa, allora?". rimasi in silenzio per qualche secondo e iniziai a pensare a tutte le scuse possibili da usare.
"non so, a caso". ma che diavolo mi passò in testa? "la giacca"
"arianna, ti giuro, sto bene. poi moriresti di freddo tu, non ha senso"
"vabbè, ma stai tremando cazzo, chi se ne frega di me"
"non prenderò la tua giacca, madame, ma grazie per l'offerta"
"almeno dammi la mano". fece gli occhi dolci e senza dire nulla accettai. pensai che fosse quella giusta, per l'ennesima volta.
la serata passò velocemente, stetti un sacco bene con lei. mi riaccompagnò a casa e mi seguì anche sotto al portone.
"dobbiamo riuscire" disse, quasi sussurrando. "sì, mi sono trovata benissimo. quando vuoi scrivimi"
"senti... per caso hai voglia di stare in chiamata domani? non so, mi sento sola la sera". mi fece uno sguardo strano e afferrai al volo la sua richiesta. "vuoi venire da me domani sera?"
"vieni tu". accettai e la abbracciai. "grazie arianna, comunque"
"di cosa?" domandò confusa. "per la serata"
"ma non ti ho nemmeno dato la giacca". si sistemò il septum e potrei giurare di aver pensato di baciarla in quel momento. forse lo pensò anche lei, perché abbassò lo sguardo sulle mie labbra e io feci lo stesso. "almeno non sei morta di freddo". si ricompose e sorrise.
"a domani allora". sventolai la mano e le diedi un bacio sulla guancia, poi entrai in casa e salii nel mio appartamento.
i miei amici dormivano, quindi decisi di andare direttamente a letto. ero molto stanca.

arriverà la terza parte sotto vostra richiesta :))

one shot // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora