Introduzione.

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Sono le tre di pomeriggio di una bellissima giornata di giugno. Sto aspettando, davanti ad un corridoio lunghissimo che dovrebbe farmi raggiungere il mio aereo, che i miei genitori smettano di piangere. E' stata una scelta difficile da parte di tutti noi ma perché versare così tante lacrime?                                                                                  "Farai la brava, vero?"  disse mia madre tra quel fiume di lacrime che parve non avere più  fine. "Si mamma, ti chiamerò tutti i giorni." "Ci sentiremo su skype ogni ora vero?" Rispose lei. "Mamma! Adesso esageri. Starò bene." Fui interrotta da quel chiassoso microfono che stava annunciando il volo dell'aereo che dovevo prendere. Salutai i miei genitori e mi incamminai in quel corridoio infinito. La pista era enorme e io e la mia valigia in confronto sembravamo formiche. C'erano molti aerei di vari tipi e riconobbi il mio fin da subito. Arrivata sopra l'aereo che doveva portarmi a Los Angeles mi sedetti al mio posto. Per fortuna non avevo nessuno accanto e mi stavo preparando mentalmente a quel che avrei fatto durante il viaggio. La prima opzione era dormire. E la seconda e la terza anche. Questa faccenda dell'intercultura mi aveva stancata molto, più di quanto pensassi. Per convincere i miei c'è voluto almeno un mese ma alla fine hanno capito le mie priorità. Ho sempre desiderato studiare all'estero. E dopo diciasette lunghi anni posso farlo. Si ho 17 anni, sono nata in Italia e mi chiamo Nicole. Ho una chioma rossa e  le lentiggini. A scuola non andavo tanto bene e non ero né la più popolare nè la più carina. Ero me stessa. Da una parte sto fuggendo anche da questo; dalla mia vecchia vita. Starò via solo cinque mesi ma in cinque mesi le cose possono cambiare. Chiusi gli occhi e mi abbandonai al suono rilassante che le mie cuffiette emettevano. Mi svegliai di soprassalto pensando di essere in camera mia. Strinsi gli occhi e sbadigliai affannosamente. Mi spaventai quando vidi un ragazzo accanto a me. Quando si era seduto qui?

"Non pensavo di essere così brutto da spaventare una persona" Disse lui sfoderando un sorrisino beffardo.

"Non sei simpatico, mi hai quasi fatto venire un infarto. Da quanto sei qui?"

"Beh direi da quando l'aereo stava a terra. E' venuta un'anziana a dire che quel posto dove sei seduta era il suo ma né io né lei volevamo svegliarti."

Eh?

"Senti, questo posto è il mio. Sul biglietto c'è scritto che sto qui. Quindi se non ti dispiace adesso vorrei chiudere questa inutile conversazione."

La presenza di questo ragazzo mi inquietava. Soprattutto il fatto che mi abbia visto dormire. Controllai il telefono, avevo dormito quasi sei ore. Aprii la tasca esterna della mia valigia e presi il libro che avevo portato con me in questo lungo viaggio. Dopo una ventina di pagine il mal di testa prese il sopravvento. Mi annoiavo da morire! Decisi di riprendere ad ascoltare la musica, ma quando misi la prima canzone della playlist, l'ipod mi si spense. Controllai il telefono, 3%. "Cazzo." dissi fin troppo ad altra voce. Alzai lo sguardo e mi stavano guardando tutti.                "Tieni" disse il ragazzo accanto a me porgendomi una cuffietta che emanava musica rock.                                          "Non è esattamente il mio genere di musica e poi non accetto cuffiette da sconosciuti." dissi spacciatamente.        "Ti sto offrendo una cuffietta, non soldi per fare qualcos'altro."                                                                             "Se stai cercando di fare lo spiritoso non funziona. E adesso sta' zitto, voglio dormire."                                             "Come se non l'avessi fatto già fatto sei ore di fila" disse sussurando. Gli avrei tirato un calcio alle palle fossi stata più sveglia ma feci finta di non sentire, mi adagiai sul fianco e chiusi gli occhi. Dopo non meno di 10 minuti riaprii gli occhi. Quanto caos!  Guardai con aria interrogativa... beh, tutti. Che palle, dovevo aprire una conversazione con quello.                                                           "Scusa, cosa succede? Per arrivare a Los Angeles mancano  ancora 4 o 5 ore!"                                                                           "Los Angeles? Hey, qui siamo a New York!"

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