Capitolo undici.

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Con la mia rabbia sarei riuscita a sfondare la porta ma dovevo riuscire a calmarmi. Lui non mi avrebbe tradita, ne ero certa. La testa inizió a girarmi e visto che mi ero bevuta solo una birra non potevo essere ubriaca, era sicuramente un attacco di panico. Presi a pugni la porta altri cinque minuti. Possibile che nessuno doveva venire in bagno. Camminai avanti e indietro in cerca di una soluzione. Cercai in alcuni scaffali oggetti che mi avrebbero aiutato ad aprire la porta ma non trovai un bel niente. Sentii l'aria fresca della sera travolgermi. Mi girai e vidi una finestra. Ma quanto potevo essere stupida? Non mi ero accorta neanche della sua presenza! Mi affacciai ed essendo il secondo piano era troppo alto per me. Appoggiai la testa al muro pensando ad una cavolo di soluzione. Perchè John non veniva a cercarmi? Mi sedetti sul pavimento e l'unica cosa da fare era aspettare. Scott avrebbe aperto quella porta prima o poi no?
Il mio telefono non dava segni di vita. Dovevo ricordarmi di non uscire con il telefono scarico. Mi affacciai nuovamente alla finestra per vedere se trovavo John.
ECCOLO.
stava sulla spiaggia con lei. Stavano parlando. Se avessi un sasso a portata di mano glielo avrei lanciato in testa. Ma poi lui non si stava preoccupando per me? "No" disse la mia testolina. Stava con lei.
"John" urlai a squarciagola. Ma sapevo che non mi avrebbe mai sentita da li. La musica era altissima e la gente urlava coretti stupidi. Aspettai ancora e il cuore mi martellava il petto. Non mi stavo sentendo bene! Cominciai a vedere gli scaffali muoversi, le onde sembravano venire da me. Scossi la testa ma in un attimo non ci stavo capendo più niente. Chiusi gli occhi e caddi per terra.

Mi sveglio di soprassalto e spalanco gli occhi dalla paura. Dove sono? Mi guardai intorno e le mattonelle bianche mi fecero ricordare che stavo nel bagno. Era l'alba e nessuno era venuto ad aprirmi... e poi come ci ero finita lì? La testa era ancora pesante ed io non riuscivo a ricordare niente.. apparte Kate.
"Scott." urlai più volte. Sentii la serratura girare e finalmente quella porta si aprì.
"Nicole che ci fai quà dentro?" mi disse spaventato.
"Scott niente domande, portami a casa." dissi fermandomi un secondo a respirare. Dire che ero incazzata nera era poco.

Suonai il campanello più volte e sbattei la mano alla porta. Mi dovevo fare dare le chiavi da John prima o poi. John aprii la porta ed io entrai infuriata senza degnarlo di uno sguardo.
"Mi dici che cazzo ti salta per la testa?" gridai. "Sono stata una nottata dentro un bagno di merda e tu non ti sei accorto di niente? fai sul serio John?" Ero su tutte le furie. Camminavo avanti e dietro capendo perchè lo avesse fatto. "E per di più stavi con Kate." sottolineai. John mi afferró per un braccio e mi fece fermare. I miei occhi erano pieni di rabbia, tanto che abbassó lo sguardo.
"Nicole,ascoltami." disse a bassa voce.
"Non ascolto un bel cazzo. Mi hai lasciata da sola e te ne sei andato con un'altra."
"Non sono stato con Kate." ribattè.
"Vi ho visti." risposi sbuffando.
"Era venuta sulla spiaggia a dirmi che ti aveva visto in camera di Scott,dentro il suo letto." Che cosa? Non ci posso credere! Lui era incazzato con me perchè pensava che fossi andata a letto con un altro.
"Cosa? Spero stai scherzando!" dissi incredula.
"No. Sono andato a controllare e vi ho visti." i suoi occhi erano tristi.
"John io non sono andata a letto con lui. Stavo rinchiusa nel bagno e ci sono stata fino a poco fa. Mi ci ha chiusa Kate. Non ero io colei che hai visto nel suo letto." mi uscirono le lacrime. Non ci credo, ci avevano manipolati ancora.
"Appena ho visto Scott con chiunque era quella ragazza che ti assomigliava mi è venuto un nodo alla gola. Kate mi voleva riaccompagnare e farmi compagnia ma le ho detto di no. Sono venuto qui e mi è iniziata a girare la testa. E sono svenuto." Le lacrime non smisero di uscirmi.
"John sono stata rinchiusa in quel bagno credimi, ho anche sentito la voce di Kate. Vi ho visti dalla finestra e mi è venuto un tonfo al cuore" mi fermai e riflettei sull'accaduto. Qualcosa non andava. "John, anche io mi sono sentita male. Ho avuto un forte giramento di testa e sono svenuta." dissi con aria turbata. Lui si toccó il mento come se riuscisse a pensare meglio.
"Non eravamo ubriachi, Nicole."
"È quello che ho pensato anche io." Chissà che era successo. Ma dovevo parlare con Scott e lo avrei fatto tra qualche ora. Salii le scale e dopo essermi spogliata mi infilai nella doccia. Avevo un nodo alla gola e non riuscivo a trattenere le lacrime. Finii presto la doccia e mi sedetti sul letto. Con le mani circondavo le gambe e la testa era poggiata sul ginocchio; quella era la posizione che secondo me mi potreggeva. Mi sentivo così piccola e fragile e le lacrime non smisero di uscire. Perchè quando andava tutto bene arrivava una persona che doveva ribaltare tutto? Sentii la porta aprirsi e non mi sganciai dalla mia posizione. John si sedette vicino a me e si mise a gambe incrociate.
"Ti credo Piccola." disse cercando il mio sguardo. Non volevo guardarlo per il momento, volevo affogare nei miei pensieri.
"È stata Kate a manipolare tutto questo. Non dobbiamo dargliela vinta." concluse. Aveva ragione, gliela stavo dando vinta. Io le stavo permettendo di dividerci. Ma questo non doveva accadere. Io e John dovevamo restare uniti. Mi voltai a guardarlo e lui mi asciugó le lacrime accarezzandomi il viso.
"Mi dispiace." dissi abbracciandolo. Quella notte chiusa la dentro non mi aveva fatto bene ne fisicamente ne emotivamente. Si sciolse dall'abbraccio e mi afferró il viso con le mani.
"Tu sei la cosa più importante che ho e non ti lasceró andare per una stupida come Kate. Ricordalo." Finalmente riuscii a sorridere.
"Lo faró." dissi.

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