❥ 𝟒𝟐 - 𝐧𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐨̀ 𝐦𝐚𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐨𝐧𝐚𝐫𝐞

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«Geumjae è tornato»

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«Geumjae è tornato»

«Cosa?» chiese confuso il più piccolo, non credendo quasi alle parole pronunciate dal fratello

«È tornato ed è venuto qui» si spiegò meglio Yoongi «non so come abbia fatto a scoprire l'indirizzo ma si è presentato alla nostra porta. È stato Jimin ad aprire e lo ha fatto entrare in casa prima di chiamarmi, quando l'ho visto ho sentito una rabbia viscerale risalirmi e gli ho urlato contro così violentemente che alla fine ha fatto l'ottima scelta di andare via»

«Non ci posso credere»

Jungkook era sconvolto, così come l'altro d'altronde.

Geumjae era sparito dalla circolazione anni e anni addietro, prima ancora che il suo fratello di sangue si trasferisse dai Jeon qualche tempo dopo la morte dei loro genitori.

Lo aveva abbandonato, non curandosi per niente di lui. Lasciò Yoongi, solo e in balia degli avvenimenti della vita che lui ancora non aveva scoperto del tutto perché troppo piccolo, e solo per poter scappare da quel dolore che lo stava logorando a causa della morte dei suoi genitori.
Non si fece più sentire, andando a nascondersi chissà dove e facendo preoccupare da morire il suo fratellino che non smise mai di chiamare il suo nome nelle notti insonni.

«Ho spaventato alla follia Jimin, ne sono sicuro. Ero troppo accecato dalla rabbia per ragionare lucidamente e lui non faceva altro che ripetermi che avevo sbagliato, che avrei dovuto ascoltare quel traditore prima di cacciarlo» sospirò sconsolato, sedendosi sul divano del suo salotto e mettendosi le mani tra i capelli «ha solo provato a farmi ragionare ma io ero così in preda alla furia che gli ho urlato contro che non doveva intromettersi perché non era nessuno per farlo.
Mi odio in un modo che neanche immagini Kook; Jimin è la mia intera vita e so di averlo ferito nel profondo con quelle mie parole assolutamente non vere.
Era distrutto, ho letto il dolore nei suoi occhi, uno di quelli che si provano raramente nella vita, e il senso di colpa mi sta consumando. È scappato da qui poche ore fa ed io mi sento sempre più di morire senza di lui»

«Andrà tutto bene Yoongi, Jimin si sente in colpa tanto quanto te e gli manchi alla follia anche tu» disse il minore sedendosi accanto a lui sul divano e guardandolo intenerito, con una mano che faceva su e giù sulla sua schiena per confortarlo «lasciagli qualche giorno per tranquillizzarsi in modo che non ti mandi a quel paese quando cercherai di scusarti.
Usa questo tempo in cui starete lontani anche per decidere cosa fare con Geumjae, temo che non si arrenderà facilmente, soprattutto senza che tu gli permetta di spiegarsi»

Yoongi annuì, grato che il suo fratellino fosse riuscito a placare il suo animo tormentoso con così tanta maestria.

Lui e Jungkook avevano un rapporto profondo, uno di quelli che sei contento di avere perché ti rendono una persona migliore giorno per giorno.

Jeong — (情)

Una parola coreana che indica un legame tra due persone che non può essere reciso. Anche quando l'amore diventa odio queste restano sempre nel cuore, saranno sempre legate l'una all'altra.
Con questo concetto si fa riferimento a una sorta di "connessione". Un legame emotivo e psicologico che interessa più livelli: lo si prova quando ci si sente affezionati, ci si preoccupa, si comprende l'altro, si è leali e affettuosi.
Il jeong non si prova, è lui che lega una persona ad un'altra, ad un animale o ad un luogo.

Così si erano uniti lui e Yoongi, all'improvviso ed inconsciamente.

«Non voglio sapere cosa ha da dirmi o cosa vuole Jungkook» sospirò il più grande dei due «lui non si merita niente da me. Ha scelto dì abbandonarmi quando ero troppo piccolo per capirlo e quando avevo disperatamente bisogno dì mio fratello per superare la grande perdita subita. Non lo potrò mai perdonare»

«Comprendo il tuo dolore hyung, ma questo non deve renderti cieco ed insensibile» lo riprese l'altro «tutti meritano una seconda possibilità, o perlomeno di essere ascoltati, a prescindere dal fatto che noi crediamo che siano brutte persone.
Diventeremmo esattamente come loro se chiudessimo la nostra mente in questo modo.
Fallo parlare, fatti spiegare cosa lo ha spinto a fare ciò che a fatto –perché, tra l'altro, una spiegazione te la meriti– e poi scegli se perdonarlo o meno.
Ascoltalo, senza vincoli, e poi decidi se lasciarlo fuori dalla tua vita o renderlo partecipe dei tuoi prossimi traguardi»

«Da quando sei diventato così saggio moccioso» gli diede una spallata giocosa Yoongi

«Sarà stato uno dei miei hyung ad influenzarmi positivamente» sorrise Jungkook per poi farli una linguaccia infantile «ma sicuramente non tu»

«Mi rimangio tutto quello che ho detto» gli diede uno schiaffo sulla nuca il più grande

«A parte gli scherzi Yoongi hyung» ritornò serio il rosso «devo per la maggior parte a te la persona che sono oggi. Ti ringrazio di essere stato un punto di rifermento in ogni momento. So che non te lo dico spesso ma ti voglio davvero bene»

Yoongi scrollò la testa, indeciso sul da farsi, per poi sbuffare sonoramente e racchiudere Jungkook in un grande abbraccio, mettendo da parte l'allergia di entrambi al contatto fisico.

«Anch'io ne voglio a te e ti devo ringraziare. Sono stati tanti i momenti in cui volevo abbandonarmi al dolore o far prevalere la rabbia repressa, ma tu sei sempre stato in grado di riportarmi sulla retta via, anche solo guardandomi profondamente negli occhi»

Interruppero l'abbraccio e si sorrisero per poi scoppiare a ridere nello stesso momento.

«Troppa dolcezza per i miei gusti» emise un verso di disgusto il più piccolo

«Anche per i miei» concordò l'altro «dovremmo lasciare i baci e gli abbracci a Jimin e Taehyung»

E risero ancora, insieme.

Con Jungkook contento di sapere che suo fratello stesse bene, e di poter dire a Jimin di stare tranquillo, e con l'animo di Yoongi alleggerito da tutti i pesi degli avvenimenti delle ultime ore.

Con Jungkook contento di sapere che suo fratello stesse bene, e di poter dire a Jimin di stare tranquillo, e con l'animo di Yoongi alleggerito da tutti i pesi degli avvenimenti delle ultime ore

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