Muschio e gelsomino

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Lizzie avvertì l'odore di gelsomino prima ancora di aprire gli occhi.

Gelsomino e muschio, come i cespugli lungo il limitare della foresta, dove lei si nascondeva quando era piccola.

Dopo l'odore, quello che avvertì fu la rigidezza del suo corpo, fasciato stretto con qualcosa di ruvido.

La luce venne subito dopo, non appena aprì gli occhi e vide la grande finestra con tende bianche di una stanza che non riconosceva.

"Lizzie! Sei sveglia!" gemette sua madre vicino a lei.

Quando Lizzie guardò nella sua direzione, metterla a fuoco le parve difficilissimo.

Cosa ci faceva lei al suo fianco? Come era possibile che quella donna fosse ancora nella sua vita? Tutto era cambiato ormai. Cambiato? Perché?

Lizzie cercò di raddrizzarsi, come se rimettere in riga il suo corpo potesse avere una diretta conseguenza sui suoi pensieri.

Poi si ricordò del rosso e del buio.

"Il lupo!" esclamò a voce alta.

La madre trattenne a fatica un singhiozzo, prima di iniziare ad accarezzarle i capelli, "Oh, tesoro! Tranquilla, sei al sicuro, adesso! Papà è di sotto, sta arrivando!"

"Dov'è il lupo, mamma?" le chiese lei, agitata. Come poteva sua madre essere così tranquilla?

Lei doveva trovare quel lupo!

"Per fortuna ti hanno trovato! E io che che ne parlavo così male! E invece sono tanto dei bravi ragazzi!"

"Chi mi ha trovato?"

"I ragazzi della riserva! Quelli nuovi! Ti hanno trovato nel bosco e ti hanno portato all'ospedale! Che cari!" singhiozzò di nuovo sua madre.

Il respiro di Lizzie accelerò, nonostante cercasse di controllarsi, "Ero nel bosco?" chiese.

"Si! E di questo dovremo parlare! Che ci facevi laggiù? Di notte, poi!"

Il suono di qualcuno che bussava alla porta diede a Lizzie la possibilità di non rispondere.

Un ragazzo comparve sulla soglia, bruno, dalla carnagione olivastra e occhi neri come pozzi oscuri.

Lizzie lo riconobbe subito, il suo lupo.

"Oh, Xander caro! Siete passato a trovarci! Non dovevate!"

Il ragazzo sorrise amabilmente a sua madre, ma Lizzie si accorse che una delle mani era contratta in un doloroso pugno che gli sbiancava le nocche.

"Signora, visto che sua figlia è sveglia, io e i miei amici possiamo tornare a casa con l'animo più leggero."

"Ma certo, caro! Avete fatto più del dovuto! Ve ne saremo per sempre grati!"

Lui annuì, ma invece di uscire dalla stanza fece un altro passo verso il letto, "Prima, però, vorrei scambiare due parole con sua figlia. Per lei va bene?" chiese, il sorriso che lasciava intravedere una leggera nota melliflua.

Gli occhi di lui cercarono quelli di Lizzie, che era pronta a sostenere il suo sguardo, ad accoglierlo.

La madre rimase interdetta per un solo secondo, prima di balbettare una risposta automatica, "Ma certo!". Prese quindi la borsetta e uscì, tirandosi la porta.

Lizzie sentì salire la tensione ad ogni passo che lui faceva verso il letto.

Ebbe l'improvvisa consapevolezza del suo aspetto, dei capelli in disordine, delle labbra screpolate, dell'orribile camice verde che non si era accorta di indossare.

Il legame tra di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora