> Capitolo DODICI.

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Sfinita mi accuccio fra le lenzuola il più lontano possibile da lui. Voglio davvero tornarmene a casa, dormire nel mio letto, tranquilla. Invece mi trovo nel letto di un ragazzo di cui conosco davvero poco, pentita.
La pelle del collo é ricoperta di segni violacei e rossastri, fino al seno, le labbra gonfie, insieme agli occhi stanchi, le guance invece vanno a fuoco.
Non ho le forze necessarie per guidare, andrei sicuramente a finire contro qualche muro ma devo farmi coraggio così mi alzo a fatica, raccatto tutto il più velocemente possibile e mi rivesto, non ho intenzione di affrontarlo di nuovo.
É una causa persa.
Sta già dormendo ed é uno spettacolo indescrivibilmente stupendo,nonostante tutto.
Le labbra rosee e carnose sono dischiuse,la fronte corrugata, il corpo rilassato sotto le lenzuola candide.
Allunga le braccia verso il posto vuoto del letto, mugugna qualcosa nel sonno e quasi mi pento della mia scelta, ma so che se esaudissi i miei desideri adesso, domani mattina me ne pentirei ancora di più.
Stropiccio un pò gli occhi, vanamente, sperando di svegliarmi un pò.
Esco da casa sua ed il vento gelido mi colpisce subito, senza indugiare oltre vado a ripararmi in macchina.
Domani non oserò uscire di casa, e quando tornerò a casa non oserò guardarmi allo specchio.
Voglio solo dormire, non pensare fino a quando mi sveglierò, se i miei consueti incubi me lo permetteranno,ovviamente.
Ora mi chiedo solo dov'è finita quella ragazza senza sentimenti che c'era quando sono arrivata qui, quella senza ripensamenti e senza alcun tipo di pensiero fisso per la testa, quella che viveva minuto per minuto, quella difficile da ferire emotivamente.
Insomma, non mi sono mai pesate le critiche della gente su quella maschera che mi ero creata, che tuttora continua ad esserci, certamente.
É riuscito a far sorgere in me diversi dubbi, dubbi su di me, su di lui, su di noi.
Ma in fondo noi due non siamo nulla e non lo saremo,è solo un passatempo per lui, solo un gioco.
Mi ha soltanto indebolito, mi ha soltanto rubato tutta quella sicurezza di me stessa che ero riuscita ad acquistare.
Nessuno ci era riuscito finora, nessuno era riuscito ad entrare nei miei pensieri in maniera così insistente.
Non posso far a meno di sospirare malinconicamente quando lo penso, ai suoi occhi di giacchio, alla sua voce penetrante.
Mi getto sul materasso con poca grazia,avvolta nei ripensamenti, pian piano chiudo gli occhi, fino ad addormentarmi.

[***]

Apro lentamente gli occhi, chiudendoli subito dopo.
La stanza é ancora buia, le tende chiuse e fino a poco fa ero sepolta sotto le coperte.
Apro le tende, facendo filtrare la luce dalla finestra.
Non ho dormito bene inizialmente, poi sono riuscita a prendere sonno, ma se scoprissi che ormai sarei dovuta stare a tavola per pranzo, non me ne meraviglierei.

"Oh mio Dio" sussurro fra me e me quando mi accorgo che é tardissimo, sono già le 15:47. Non credo di aver mai dormito fino a quest'ora.
Inizio a riempire la vasca con l'acqua calda, mentre guardo riflessa nello specchio la mia immagine per qualche istante.
Mi immergo nell'acqua bollente, facendo rilassare i miei muscoli tesi e rimuovendo dalla mia testa tutti i pensieri.
Appena esco dalla vasca sento il campanello suonare diverse volte.
Non andrò ad aprire.
Avvolgo il mio corpo con un asciugamano, stesso per i capelli.
Mi asciugo, poi indosso una semplice tuta e una felpa.
Asciugo i capelli con il phon e sistemo il casino che ho combinato.
Scendo al piano di sotto per mettere qualcosa sotto i denti, squilla il cellulare e sullo schermo compare il nome di Niall, ne sono sollevata. Forse.

"Pronto?''

''Alexa, sei in casa? Prima sono passato ma non ti ho trovato''

''Adesso sì, come mai?''

''Volevo vederti''

''Oh...beh, non lo so, non mi sento un granché oggi'' In realtà non ho voglia di uscire di casa.

''Che succede?''

''Niente, ultimamente sono solo stanca''

''Vorrei parlarti Alexa''

Blackmail.Where stories live. Discover now