> Capitolo DICIOTTO.

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Wolverhampton, 28 Dicembre.

Negli ultimi giorni non ho fatto che pensare a Liam,a ciò che è successo, alle parole che ci siamo detti e soprattutto al susseguirsi di sbagli che ho commesso.
Non sono praticamente uscita, mi sono rifiutata anche di vedere Niall, senza dargli nemmeno spiegazioni, non ho più risposto al telefono o nulla del genere.
Mi sento in colpa per averlo fatto preoccupare ma non mi và di vedere nessuno.
Ho pensato tanto a chiarire con Liam, ho davvero intenzione di parlargli, so perfettamente di essere completamente incoerente, confusa e indecisa, ma purtroppo non so davvero ciò che é meglio per me.
Io credo di essermi davvero in qualche modo innamorata di Liam ed ogni volta che mi trovo vicina a lui o a pensarlo tutto ciò mi appare cristallino, non so più bene come riuscire a controllare questa cosa, ma io e lui non riusciamo ad andare d'accordo se non per una notte.
Esco dal letto e rabbrividisco a causa della differenza di temperatura, mi avvicino alla finestra, mi siedo sul davanzale dove c'era appoggiato il mio cellulare. Non so realmente per quale motivo l'ho lasciato qui, sblocco lo schermo ignorando tutte le chiamate perse e i messaggi da parte di Niall per poi comporre il numero di Liam.
Esito un pò prima di chiamarlo e ansiosa avvicino il cellulare all'orecchio.
Dopo numerosi squilli, non ricevo nessuna risposta, così un pò sconsolata scendo in cucina per fare colazione.

*

Sono quasi le 23:00 e oggi sono rimasta tutto il giorno in casa a far nulla se non le solite noiose cose che si fanno in casa.
Potrei uscire a fare un giro, ma ora come ora non so se ho voglia di incontrare qualcuno.
Non so davvero cosa fare, ho soltanto bisogno di un consiglio, che non sia da parte di Niall.
Dopo aver esitato un pò, finalmente decido di uscire, così mi preparo.
Quando reputo di essere pronta, esco di casa, non ho una non meta precisa, semplicemente avevo voglia di rimanere chiusa dentro.

Non so bene come, ma in un modo o nell'altro mi ritrovo sempre nello stesso locale, a far sempre le stesse cose.
Sono seduta al bancone, ho lo sguardo perso nel nulla e adesso vorrei solo tornare da lui.
Un bicchiere é poggiato di fronte ai miei occhi,nell'attesa di essere svuotato.
Non ho bevuto molto e non ho intenzione di farlo, però prendo un altro pò di liquore e lascio stare il bicchiere, senza finirlo. Sono già abbastanza stordita con qualche sorso.

"Di cattivo umore stasera?" Chiede una voce abbastanza familiare, mi giro per poi trovare Harry a sorridermi e sedersi vicino a me.
Appoggio la testa sul bancone e lui mi guarda un pò perplesso.

"Si" rispondo semplicemente, senza dilungarmi troppo. Non sono abbastanza lucida per parlare con qualcuno.

"Mh, cosa risolvi bevendo?"

"Non lo so" farfuglio.

"Non dovresti" alzo gli occhi al cielo per la sua affermazione.

"Mi aiuti?" Chiedo.

"Emh, dipende. Cosa ti serve?"

"Un consiglio"

"Beh..dimmi pure"

Mi alzo dallo sgabello sotto il suo sguardo confuso, lo prendo per il polso e lo trascino fuori con me, in un posto più calmo. Quando arriviamo fuori ,il vento freddo mi fa rabbrividire così mi stringo nella giacca sotto il suo sguardo attento e un pò confuso.

"Allora" inizio dopo essermi guardata attorno ed essermi accertata che nessuno ci stia guardando.

"Allora" ripete lui con un piccolo sorriso sulle labbra.
Mi siedo su uno scalino e lui fa lo stesso, mettendo cautamente una mano sulla mia gamba.

"Credo di amare un ragazzo, un altro tempo fa mi ha detto di essere innamorato di me, sono successe troppe cose ed ho paura di averlo illuso"

"Il ragazzo che tu credi di amare, ricambia?"

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