> Capitolo DICIANNOVE.

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Ciao ragazzi, allora in questo capitolo l'angolo autrice sarà all'inizio.
Ieri sera ho caricato il capitolo ma qualcosa è andato storto e per sbaglio ho caricato la bozza (il capitolo non era terminato e nemmeno corretto), appena me ne sono accorta sono stata costretta a cancellare la pubblicazione. Mi scuso per l'equivoco,il capitolo "giusto" è qui tutto per voi,spero vi piaccia. Xx

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Arrivo davanti alla porta di casa sua quasi di corsa, prima di suonare, controllo l'orario sul cellulare. É quasi l'una, non so se é il caso di svegliarlo, sempre che sia a casa.
Piggio diverse volte sul campanello, aspetto un po' di minuti e, proprio quando sembro non avere risposte, la porta si apre. Lui ha un'aria assonnata, é in boxer, ha gli occhi lucidi e socchiusi e i capelli scombinati. Si passa una mano fra i capelli e successivamente sul viso,per poi guardarmi meglio ,come se stesse mettendo a fuoco la situazione. Come biasimarlo? Una persona normale non piomberebbe a casa di qualcuno in piena notte.

"Hai idea di che ore sono?" Chiede un pò scocciato, con la voce ancora impastata dal sonno.

"Lo so, mi dispiace, ma ho bisogno di parlarti"

"Entra.." dice e un pò contrariato apre di più la porta per permettermi di entrare in casa.

Silenziosamente, forse anche troppo, mi guida in camera sua, dove ci sediamo sul letto, troppo distanti. La stanza é quasi completamente buia, solo la luce della luna filtra dalla finestra e, nonostante questo, riesco a cogliere quasi perfettamente i lineamenti del suo bellissimo viso.
Sembra riflettere un attimo, poi si alza, accende la piccola lampada sul suo comodino e torna a sedersi dov'era prima.

"beh, dimmi" dice sottovoce per poi lasciarsi andare sul letto.

"Mi dispiace.." sussurro semplicemente e vorrei che per me non fosse così difficile.

"Cosa?"

"Averti detto alcune cose, aver litigato, insomma..io non lo pensavo davvero, é così,credimi. Sappiamo entrambi come sono fatta"

"Beh, capisco"

"Hai..hai soltanto questo da dire?" Chiedo davvero amareggiata e sento il cuore iniziare a battere più velocemente.

"Alexa, non so come dirti tutto ciò che avrei da dire"

"Beh, questo non giustifica il fatto che tu faccia il menefreghista, fino all'altro giorno non eri tu quello del "calmati e parliamone"? Forse ricordo male?"

"Ti prego Alexa, non scaldarti" mentre pronuncia queste parole, solleva il suo stesso peso dal letto e torna a stare seduto.

"Cavolo,per me è più che difficile anche solo scusarmi con qualcuno, non potresti venirmi incontro?!" Come al solito, finisco per alzare la voce. Detto questo, mi alzo dal letto e mi sposto davanti a lui.

"Odio i tuoi dannati sbalzi d'umore" borbotta, passandosi nuovamente le mani sul viso e fra i capelli.

"Non sono venuta qua per parlarti dei miei fottuti sbalzi d'umore"

"Dio, Alexa, ti vuoi calmare?" Non rispondo, semplicemente mi passo le mani fra i capelli, frustrata.

"Hai ragione, scusa, me ne vado"

Gli do le spalle e quando inizio a camminare verso la porta la sua mano si posa sulla mia spalla. Mi blocco per un secondo, ma poi continuo a camminare, la sua presa si stringe sul mio braccio , facendomi girare verso di lui e prende il mio viso fra le mani. Senza che io riesca a rendermene conto poggia piano le sue labbra sulle mie, immediatamente ricambio quel piccolo bacio che pian piano approfondisce, fin quando le nostre lingue si incontrano.

Blackmail.Where stories live. Discover now