> Capitolo QUATTORDICI.

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Raggiungo la mia macchina e quando vi entro estraggo dalla borsa, con le mani tremanti, il mio cellulare.
É tardi, ma senza pensare troppo all'orario compongo il numero di Niall, ha proprio ragione, non posso affrontare tutto sola, sono una stupida.
É tardi per tutto ormai, é tardi per tornare indietro, é tardi per ricominciare.
Esito un pò prima di chiamarlo,non so se proprio adesso é il caso di correre da lui dopo oggi,forse dovrei lasciargli un pò i suoi spazi, ma non ho idea di come potere uscire da questa situazione da sola. Mi dispero, sono così egoista da far schifo e se adesso sono qua é solo colpa mia. Finalmente,dopo qualche lacrima e qualche maledizione lanciata su me stessa, decido di chiamarlo.

''Alexa?'' Risponde un pò allarmato, dopo qualche squillo che sembra non finire mai,con la voce impastata dal sonno.

''Niall, sei a casa?'' La mia voce si spezza alla fine della frase, ma cerco di non farlo preoccupare troppo.

''Piccola, certo, cosa succede?''

''Io..." tossisco per cercare di tornare ad avere un tono più rilassato.

"Ti spiego dopo'' continuo.
Metto in moto e inizio ad imboccare la strada verso casa sua.

''Mi stai facendo preoccupare''

Riattacco, senza dire nient'altro e mi dirigo velocemente, forse troppo, da lui.

Quando apre la porta sembra abbastanza rilassato, dopo avermi guardata un pò e aver realizzato il mio stato sul suo viso si fa spazio un'espressione preoccupata.
Mi costringe ad alzare la testa e sposta dietro le orecchie i miei capelli. Mi guarda con aria turbata prima di stringermi fra le sue braccia.

''Alexa, che succede?'' Sussurra fra i miei capelli, accarezzandomi la schiena in un tentativo di calmarmi. Mi rilasso un pò e ricambio flebilmente la stretta.

"È...complicato" Dico e la mia voce é così sottile che potrebbe rompersi di nuovo. Non ricordo quand'è stata l'ultima volta che ho pianto così.
Liam, da subito é riuscito a far in modo che mi sottomettessi a lui, é riuscito ad abbattere tutte le barriere che mi ero creata.

''Spiegami cosa ti é successo''

''Io...non so come spiegare'' mi copro il viso con le mani,imbarazzata.

''Con calma...non c'é fretta'' dice dolcemente e subito dopo le sue labbra si poggiano delicatamente sulla mia fronte. Avvolge un'altra volta le sue braccia intorno a me, ma non é comunque come vorrei sentirmi.

''Lui, lui-'' singhiozzo, mi stringo ancora al suo petto, cercando di non farmi vedere.

"Lui..?" Mi incita a continuare.

''Io,beh prima di venire qui ma anche le prime settimane non ero così, riconosco di essere cambiata, un'altra volta. Non piangevo da due anni, mi sento così strana, ho sempre preferito chiudermi in me stessa e allontanare tutti ma ho capito che non é giusto, soprattutto grazie a te e te ne sono grata.Ho perso mio fratello, poi il mio fidanzato a da lì sono diventata come tutti i ragazzi della mia scuola, piercing e tatuaggi. In qualche modo credevo di allontanare gli altri, solo un modo per nascondermi, non voglio più affezionarmi a qualcuno perché nessuno é disposto a sopportarmi,finisce sempre male.
Ho solo paura di soffrire, proprio come adesso. Ho iniziato a spacciare droga, inventai a mia madre che avevo trovato un lavoro in un bar del centro, lei la bevve anche perché ai miei non fregava nulla di me. Ho continuato così fino a qualche tempo fa, lui mi ha vista, ha fatto delle foto e ora mi ricatta dicendo che se non...come dire...se non vado a letto con lui quando vuole le farà vedere alla polizia'' dico con difficoltà e lui con altrettanta difficoltà cerca di capire il mio discorso sconnesso e interrotto ogni tanto dai miei singhiozzi, ma devo ammettere che aver detto queste cose mi sta aiutando a liberarmi.

''É proprio caduto in basso''

''Ho fatto una cazzata Niall, per favore, dimmelo, rinfacciamelo, ti prego" piango sulla sua spalla.

''Tutti commettono degli errori, é umano. Credimi, in una situazione del genere poche persone avrebbero fatto la cosa giusta''

''Non sarei mai dovuta venire qui, avrei dovuto continuare la mia vita senza preoccupazioni''

''No, non dire così Alexa."

Mi allontano da lui e passo le mani fra i capelli, frustata da questa situazione.

"Non so che cazzo fare" penso ad alta voce. ''Non ti merito, in realtà non merito nulla'' sussurro poi.

"Di questo ti sei auto convinta, non é come pensi"

"Non contraddirmi, per favore"

"Alexa, ti prego.."

"No, é come ti dico, non puoi uscirtene così, non è così cazzo, preferisco che tu mi rinfacci quanti sbagli ho commesso" alzo la voce, ovviamente. Mi scoppia la testa, la tengo fra le mani mentre lui mi guarda e sospira.

"Che dici se adesso andiamo a riposare? Sei stanchissima, ne parliamo meglio domani, eh?''

Annuisco debolmente e mi guida in camera sua. Mi siedo timidamente sul letto, togliendo le scarpe.

''Stenditi pure, vado un attimo in bagno'' mi dice e annuisco tenendo lo sguardo basso.
"Ti porto qualcosa? Non so, un bicchiere d'acqua, o cosa?"

"Sto bene così, grazie"sussurro e tiro un piccolo sorriso.

Mi stendo lentamente, chiudendo subito gli occhi in balia di tutto ciò. Il buio nella stanza mi provoca una profonda sensazione di sollievo e stropoccio gli occhi per il sonno, per poi chiuderli e rilassare il mio corpo sul comodo letto.
Quando torna in camera sono quasi addormentata, lo sento coprire il mio corpo con le coperte, poi si siede accanto a me. Accarezza la mia guancia,quasi impercettibilmente, poi mi lascia qualche bacio sul viso.

''Meriti soltanto qualcuno che ti ami, che ti renda felice, non che ti riduca così. Se solo potessi, l'avrei già fatto'' sussurra credendo che stia già dormendo.
Si stende vicino a me, attirandomi fra le sue braccia. Ha proprio ragione, forse avrei davvero bisogno di qualcuno che mi tratti bene, qualcuno che riesca davvero a far venir fuori quella ragazza che ero prima, ma nell'intimo so che quel qualcuno non può essere Niall, per quanto lui rispecchi il ragazzo che vorrei.
Piano piano mi addormento, cadendo in un sonno profondo.

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