Capitolo inutile.

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Distesa sul divano, a gambe incrociate, guardo un film di Sabrina. Risale al 2004, quanto era bella in quegli anni.

Ad ogni passo, ogni cambio d'abito, ogni battuta, ripeto nei pensieri: "Quanto minchia è bella".

Squilla il telefono, è lei. Avrà avvertito la potenza dei pensieri.

Rispondo.

"Sabry?", dico meravigliata ma al contempo felice.

"Senti, mi apri o devo stare tutto il giorno fuori alla porta?".

"Sei tornata in anticipo?".

Mi alzo dal divano e vado ad aprire. Bella più che mai, con un borsone tra le mani.

"Sei tornata adesso da Milano?".

Annuisce, appoggia un braccio dietro al mio collo e mi bacia. Le lascio posare la borsa a terra, in modo da liberarla dai pesi e potermi abbracciare. Approfondisco la passione del nostro bacio. 

"A Milano con Flavio...", interrompe la mia domanda, affermando: "No, non è successo niente". Riprende a baciarmi.

Con una mano le stringo il seno, con l'altra mi faccio spazio tra i suoi capelli, per sfiorare il collo e trattenerla vicina.

Mi rinnamoro ogni volta, in ogni bacio, e questo mi tortura quando non è accanto a me. 

"La mia ragazzina", afferma sorridendomi.

Faccio una smorfia, poso le mie labbra sulla punta del suo naso.

"Mi desideravi?", dice mostrando uno di quei sorrisi che fanno respirare la felicità.

"Ti stai divertendo?", le domando.

Annuisce.

"Pensavo, cosa ti andrebbe per cena Maria?".

"Devo dirtelo?!"

Voglio solo lei, assaporare il suo profumo, la sua pelle, incatenare il viso tra le sue gambe.

"Te pazzerella come sei...beh.. facciamo che la regina prende le redini su questa donna. Andiamo?".

Mi prende per mano, ci incamminiamo in camera mia e una volta giunte li, accende la luce. La mia stanza è adornata da cose comprate da lei, che anche se non uso abitualmente, o quasi mai, le mantengo nei posti in cui li sistema, in modo che questa stanza sia sua.

Si incammina verso il mio bagno.

"Accomodati", dice con voce ammaliante.

"Tu dove vai?".

"Non fare troppe domande, amore mio", sussurra.

Eseguo i suoi ordini, mi stendo sul letto, mi sbottono la camicia e adagio la testa sui cuscini.

Avverto la presenza di un cartoncino sotto alla testa. Mi giro per vederlo, è una busta, la apro, inizio a leggere il contenuto:"Entra poca gente nella mia vita, solo chi è disposta a migliorarla, chi mi concede di poter vivere in sintonia e soprattutto tranquillità. Vivo nel caos più totale, per quanto mi sforzi, di dimostrarti il mio amore...non ci riesco. A volte va meglio, quando abbiamo tempo libero, quando diventi il punto fermo nella mia vita. Non so come finire questo pensiero, ma goditi questa serata, non so quando ricapiterà la prossima". Smorzo un sorriso, gettando a terra la lettera, con gli occhi lucidi mi alzo dal letto. Mi avvicino al bagno, lei esce, nuda con addosso solo un tanga.

La guardo impietrita, lei mi guarda perplessa.

"Amore, che succede?".

"Ho letto il foglio che hai lasciato sul letto, quella specie di lettera, sai te come definirla".

Sospira, trattenendo i pugni.

"Forse è il caso di rivestirmi".

"Quindi vuoi comportarti da permalosa Sabrina? Ti prego, dimmi che non sei seria. Siamo sole, io ti amo da impazzire e non hai motivo per vestirti. Sai che ti rispetto", le prendo la mano, ci sediamo sul letto.

La bacio, accarezzandole i capelli.

"Non sai ancora quando ricapiterà un'altra serata, come questa?", le domando, con un nervoso sorriso in volto.

"Questo weekend a Milano con Flavio, ti ha proprio cambiata".

"Non è questo, fidati", insinua. 

"A me viene quasi da piangere. Cazzarola, Sabrina, fermati a vivere a casa mia, te lo chiedo per favore. Non ti mancherà nulla e ti farò evitare le battutine sulla scomparsa, seguite da quelle sull'apparizione".

Lei sorride, disinvolta, le sue labbra scoppiano in una grande risata.

"Cretina che non sei altro!", ribatto, dandole un piccolo schiaffetto sul braccio.

"Non si commette la violenza sulle donne, vergognati", afferma ponendo uno sguardo da sfida, ma senza nascondere il sorriso.

"Tu vuoi davvero sfidarmi? Va bene, va bene".

Le bacio il collo, stendendomi su di lei.

"Vuoi davvero sapere perchè ho scritto quelle parole?".

Annuisco.

"Il weekend con Flavio mi ha resa molto triste, era tempo che non passavamo dei giorni insieme ai suoi figli. Come una famiglia, vederlo li, tra i suoi beni, pensare che io non potevo avere la stessa cosa, tanto meno sentirmi in quel modo. Mi ha reso triste. Che tu lo creda o no, è stato cosi".

La vedo sofferente, sussulta queste parole come se fossero bocconi amari che ha dovuto mandare giù con molta forza. Vorrei farle dire, consentirle di urlare, che stiamo insieme. Io e lei, siamo la dimostrazione che non basta amarsi, per vivere in totale serenità.

"Anche io, tante volte, quando non mi fido della presenza di Flavio al tuo fianco. Quando mi inoltri le foto con lui, le cancello, prima che la memoria possa ripresentarmele, prima di scorrere nei media della nostra chat. Evito di vedere il gran signore Cattaneo. Anche nei film romantici esistono gli antagonisti, e a volte prima che i più grandi avvenimenti accadano, bisogna vivere in maniera molto triste. Voglio fermare tutto questo, vorrei fermarti cosi, con me".

Passiamo del tempo a baciarci in modo delicato, i nostri cuori infrangono la tristezza, per concentrarsi a ricordare quello che stava accadendo. Il tempo corre, non si riesce a stargli dietro, io spero di fermare Sabrina, di salvare lei, di tenerla qui.

"Io nel tuo caos voglio scavare in profondità, voglio piantarci un fiore, che dia vita ad altri mille germogli, che dia vita all'immagine che ho di te, distesa su un prato a immedesimarti tra le nuvole. Li verrei a farti compagnia, perchè sai che sono innamorata da pentirmene di giorno e desiderarti tutte le notti".

Le bacio tutto il corpo, fino a giunge all'estremità della sua vagina.

"Il tanga ne risente", dice tra i gemiti.

Velocizzo il mio movimento, viene spingendo la testa indietro, stringendo la coperta nei suoi palmi.

"Sei un dipinto Ferilli", dico asciugandomi le labbra con le dita. 

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