Famiglia

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《Maria》
Sono in studio, a registrare le ultime puntate. Non vedo l'ora di partire, e di godermi anche io le meritate vacanze.
Quest'anno vorrei che ci fosse anche Gabriele con noi, vorrei passare più tempo con lui, ma al tempo stesso lasciarlo libero, ha i suoi amici ed è giusto che vada con loro.

In questi giorni ho sentito Emma e Alessandra, le vorrei invitare nella casa sul mare. Mi hanno detto che mi raggiungeranno, e non vedo l'ora, poiché ho bisogno di distrarmi e di essere circondata da altre persone.

Nel pomeriggio tardi, non appena tornata a casa, mi metto a preparare la valigia.

Finalmente, anche per me è arrivato il momento di partire.
La casa sul mare dista a un'ora da Roma, io e Maurizio, come di consueto, ci dirigiamo con due macchine differenti.

Appena arrivata, apro la porta e mi lascio andare sulla poltroncina che abbiamo sulla veranda.
Mi distendo e chiudo gli occhi, sospirando quest'aria nuova, ma conosciuta.
Facciamo un giro di ricognizione, ovviamente vengo qui anche quando voglio staccarmi da tutto, è capitato anche più di una volta che fosse venuta anche Sabrina.
Ripenso a lei, al suo profumo e al mik bisogno di averla qui.
Maurizio mi raggiunge, nota che c'è qualcosa che non va. Mi mette la mano sulla spalla e mi sorride.
È un gesto semplice, il suo, ma mi fa bene. Ricambio il sorriso e lo abbraccio. Penso a quanto sia fortunata ad averlo.
"scrivi a Sabrina, solo per sapere come sta e per ringraziarla per il telefono" mi dice
"Sarà con Flavio" gli rispondo amaramente
"Fallo comunque" insiste, con tono decisivo. Lo guardo negli occhi, lo bacio sulla bocca. È un gesto naturale, mi viene spontaneo. E quando lo guardo, capisco che questo gesto lo ha spiazzato, non faccio in tempo a scusarmi che mi dice:"non preoccuparti, so perché lo hai fatto. Scrivi a Sabrina".

Vado sulla terrazza, e le mando un messaggio
"scusa se ci ho m tanto a risponderti. Grazie per il cellulare, non dovevi. Come stai? Ti stai godendo le vacanze? Salutami Flavio"
《Sabrina》
Stiamo in camera da letto, stesi sul letto, Flavio guarda il computer, io il mio cellulare.
Flavio sta pensando di fare scalo a Positano, e di visitare un po' la costiera. Siamo innamorati del Mediterraneo, vorrei viverci per sempre, vorrei che fosse sempre estate e a maggior ragione, vorrei portarci anche Maria. Apro la nostra chat, vedo che mi ha inoltrato un'immagine del mare, e mi ha scritto un messaggio. Le rispondo: "Ciao, stai tranquilla. Siamo in vacanza, sarebbe assurdo, se tu pensassi solo a me. Per il cellulare, dovevo, spero che questo ti spronerà a rispondermi molto più velocemente. Sto bene, ho un leggo mal di testa, però sai... sarà la stanchezza del viaggio. La vacanza si prospetta abbastanza gradevole, anche se Flavio crede di essere in crociera. Una di quelle romantiche eh, dove si fa l'amore dalla mattina alla sera, ma non ha capito niente. A te come vanno le cose? Salutami i tuoi cari, mi raccomando". Forse mi sono dilungata troppo, ma ci tenevo a sottolineare, ogni minimo particolare.
"Te stai a consuma le unghie, tra messaggi e sigarette. Se vede che sei proprio stressata", mi dice Flavio, stanco del mio atteggiamento.
"Aoh, senti se non te sta bene... puoi cambiare posto. Voglio sta cosi", gli rispondo con tono freddo.
"Non è che non me sta bene. Non me sta bene vederti cosi, è diverso", dice mentre si avvicina. Mi allontano.
"Da oggi una persona non può stare stressata, perchè l'hai deciso te?", gli chiedo in modo brusco. "Pure se fosse, quella cosa a cui sicuramente starai pensando. Già te dico, che sto cosi, per il lavoro, perchè me capita de sta mattina e sera a lavorare, de non avere n'attimo de pace e un mal di testa che me continua a disturba. Lo sai pure te, che il lavoro mio, non è solo quello che se vede. Lo sai benissimo", aggiungo, mantenendo un tono freddo.
"A maggior ragione, non ce dovresti pensa a quel cellulare, te se stancano gli occhi", mi consiglia.
"E cosa dovrei guardare? Quanto è bello mio marito. Andamo Flavio, non siamo più due ragazzini. Io te voglio bene, t'amo, non ce voglio pensa alle altre persone, però capisceme pure tu ogni tanto. E che cazzarola".
Mi abbraccia. 
《Maria》
Sono a tavola a far colazione, seduta accanto a Maurizio. Tra poco ci raggiungerà anche Gabriele, e domani verranno Emma ed Alessandra.
Non so come sentirmi, sono agitata per Gabriele, emozionata per Emma ed Alessandra, nostalgica verso Sabrina e in colpa verso Maurizio.
Una serie di emozioni, che mi fanno solamente venir voglia di dormire, di vomitare, di piangere, di odiarmi.
Non sono più io. Non mi sento la Maria di una volta.
Quella donna mi ha stregata, altrimenti non si spiega. Certo, già in passato lo ha fatto, ma ora c'è andata pesante.

Una volta finita la colazione, mi dileguo in camera mia.
Apro il cassetto del comodino e tiro fuori il mio oggetto del piacere. Per ora è l'unico modo per distrarmi.

Guardo le sue foto su Facebook, tramite il mio profilo fake, e inizio a toccarmi i seni.
Mi soffermo su una in particolare. Lei, vestita di bianco, con un libro in mano. Non importa che l'abbia fatta per pubblicità.
La mia mente vaga, pensando a lei, vestita in quella maniera.
Sono al lavoro, ho finito una giornata sfiancante al lavoro. Entro nel mio camerino e li c'è lei, vestita in quel modo, così provocante e bella.
"Marì, te vedo sotto tono, ho pensato de poterte aiutà" dice in un modo sensuale e sexy, mentre mi si avvicina slacciandosi i bottoni della camicia, facendo intravedere il suo bellissimo seno, coperto dal reggiseno.
Mi bacia con foga
"te vojo Maria" mi dice mentre mi palpa il sedere. Non so cosa dire, sono presa completamente da lei, e dalle sue movenze. Si toglie la camicia ed il reggiseno, si avvicina ai miei seni, me li palpa, stringendo un poco i capezzoli, che a quel contatto diventano leggermente duri. Mi spoglia, rimaniamo entrambe con il petto di fuori. Si avvicina con la bocca al mio seno, inizia a mordicchiare piano il bottoncino rosa, e io gemo a quel contatto.
La sua mano sfiora il cavallo dei miei pantaloni
"hai un paio di indumenti superflui" mi dice, iniziando a slacciarmi l'elastico dei pantaloni.
"Sempre con 'sta tuta, Marì. Nun dico che nun te sta bene, anzi, però daje, te devo fa' zarina" scherza la scema. Sono nuda davanti a lei.
Intanto io sento le sue mani che entrano in me. Inizia a massaggiarmi il clitoride duro, e scende con la bocca ed alterna con quest'ultima le sue movenze. Gemo sotto al suo tocco.
Inizia a muovermi le mani più velocemente e mi succhia il clitoride. È un male dolce il suo. Sono completamente in estasi.
Muovo il vibratore più veloce, facendolo passare e soffermare per un paio di secondi sul clitoride.
Gemo, pensando a Sabrina, alle sue mani, la sua bocca su di me.
In pochi attimi vengo.

Sdraiata sul letto, faccio respiri profondi, per cercare di calmare il mio respiro affannato.
Sento bussare alla porta. Cazzo.
Nascondo il vibratore sotto al cuscino, mi alzo i pantaloni e vado ad aprire, dandomi una leggere pettinata ai capelli.
Apro leggermente la porta, voltandomi a guardare se si nota qualcosa sotto al cuscino. Si vede. Eccome.
Alla porta mi trovo davanti Gabriele. Tiro un sospiro di sollievo. Lo abbraccio forte. Averlo qui, in queste occasioni di vacanza, mi fa star bene.
"Andiamo a fare un giro sulla barca, io e te? Papà deve lavorare" mi domanda
Annuisco, sorridendo. Mi dà così tanta gioia.
"Certo, finisco di prepararmi, e arrivo" dico.
Mi metto il costume bianco, con sopra una maglietta bianca e dei pantaloni, esco e mi dirigo nella sua stanza. Busso.
"Andiamo" dico. E lui scherzando mi prende sotto braccio
"la mia dama è pronta a partire per una fuga romantica?" mi dice ridendo
"quanto sei scemo" gli dico, dandogli un leggero schiaffo sul braccio

In barca, io e Gabriele parliamo del più e del meno. Siamo quasi in mezzo al mare, molto lontani dalla costa, voglio godermi queste vacanze senza incontrare gente che mi possa riconoscere. Voglio stare con mio figlio e dedicare tutte le mie attenzioni a lui.
Non sono mai stata una di quelle madri impiccione. Il nostro rapporto si basa sempre sul dialogo. Se vuole fare una cosa, che la faccia, ma prima me ne deve parlare.
Mi diverto a stare con lui, a scherzare. Solo la sua presenza mi fa star bene, e vorrei che questo momento non finisse mai. Lo abbraccio dandogli un leggero bacio sulla guancia. Mi stringe a lui.
"Sono fortunata ad averti" gli dico

L'InfinitoOù les histoires vivent. Découvrez maintenant