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Sono le quattro di pomeriggio di giovedì, io e le mie due migliori amiche stiamo rientrando dopo una giornata di shopping.

<<Dopo la giornata che abbiamo trascorso oggi, non venire a dirmi che guidare quella cosa a due ruote è più divertente di fare shopping!>> mi dice Jenny mentre posteggia la sua auto di fronte al vialetto di casa mia, dove abito con mio padre da ormai cinque anni. Ho sempre avuto un rapporto speciale con lui, non solo per il fatto che è stato lui a crescermi e a farmi diventare la donna che sono oggi, ma soprattutto per i nostri interessi e passioni in comune, in particolare quella per le moto. Fin da quando ero più piccola ha sempre fatto di tutto per rendermi partecipe del suo mondo, portandomi a raduni e facendomi salire ogni volta che trovava l'occasione sulla sua Panigale 1299S, fino a quando non ho raggiunto l'età per poter finalmente entrare ufficialmente anche io in questo meraviglioso ambiente.

Per i miei diciotto anni, per festeggiare il raggiungimento della maggiore età, papà mi aveva regalato una Yamaha R3. Non era proprio la moto dei miei sogni ma finché non avrei potuto guidare la sua, mi sarei accontentata. Questa passione però, oltre ad amplificare il rapporto con mio padre, nel frattempo ha distrutto completamente quello con mia madre. Lei non è mai stata amante dei motori e di conseguenza di tutto quello che riportava a

questo mondo. Quando scoprì di aspettare una bambina, era la donna più felice del mondo, da quello che mi ha raccontato mio padre. Fantasticava su come sarebbe stata la mia vita, dai saggi di danza ai periodi dell'adolescenza quando le avrei rubato i trucchi di nascosto.

Ma tutto questo non accadde, il rapporto che si immaginava che avremmo avuto si rivelò tutto il contrario.

Ogni giorno era un litigio unico tra i miei genitori, e la causa ne ero io. Mia madre avrebbe voluto che mi >mio padre quando questo non accadeva.

Tutto questo finché non decisero di porre fine alla loro relazione, decidendo di divorziare.

Avevo solo sedici anni quando ufficialmente la cosa, ma il giudice nonostante le mie suppliche, ritenne più opportuno che stessi con mia madre, la quale per ripicca nei confronti di mio padre, mi impedì di avere a che fare con qualsiasi cosa facesse riferimento al mondo delle due ruote.

Questo fino al compimento dei miei diciotto anni, il giorno che aspettavo con più ansia in assoluto, questo perché finalmente avrei potuto avere la libertà di poter scegliere cosa fare e con chi vivere la mia vita.

Questo però, fino ad oggi.

<< Te l'ho detto Jenny, finché non provi, non sai cosa ti perdi.>> dico aprendo la portiera della sua Lancia Y Elefantino che le hanno regalato i suoi genitori per il suo compleanno.

<<Smettila Jenny! Goditi semplicemente la giornata che ci ha dedicato...>> interviene Layla, la mia migliore amica <<...ti ricordo che ha dato buca a suo padre per venire con noi, in dieci anni che ci conosciamo non è mai successo!>> ridacchia Layla. << Esatto. Non fatemi pentire di aver sprecato questa bellissima giornata di sole per stare rinchiusa dentro quattro mura di cemento>> Intervengo per sostenere l'affermazione di Layla, << Va bene, va bene. Mi arrendo>> Jenny alza le mani dal volante in segno di arresa << Ciao Lady Biker, ci vediamo domani mattina>> mi saluta mentre scendo dall'auto, liquidandomi con un gesto della mano tipico di quando si offende.

Chiudo la portiera e saluto le mie amiche mentre le guardo allontanarsi.

Quando spariscono definitivamente dalla mia visuale, mi volto e mi dirigo verso l'ingresso soddisfatta della bella giornata passata con loro.

Effettivamente, fare qualcosa di diverso ogni tanto non è poi così male.

Sorrido al pensiero di quella bella giornata, senza sapere che questa felicità durerà giusto il tempo di aprire la porta di casa.

Biker's loveOnde histórias criam vida. Descubra agora