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La giornata passò molto lentamente, durante le lezioni continuavo ad avere gli occhi di tutti puntati  addosso.
"Non farci caso, non hanno di meglio da fare!" Mi disse Layla mentre fulminava con lo sguardo un ragazzo che subito dopo tornó a rivolgere l'attenzione alla lezione.
Nonostante avessi l'appoggio delle mie due migliori amiche, la cosa iniziava a darmi fastidio. Odiavo stare al centro dell'attenzione.
Quando arrivò il momento della pausa pranzo, il mio ingresso in mesa fu accompagnato dal brusio del vociare delle persone.
Feci un respiro profondo ed entrai senza degnare nessuno della mia attenzione e mi sedetti al solito tavolo insieme alle mie due amiche.
"Oggi non ho per niente fame. Vorrei solo andarmene a casa" dissi giocherellando con i fagiolini nel piatto che mi aveva portato Jenny.
Ormai mi ero abituata al vociare delle persone, per questo non mi accorsi che il rumore si era zittito improvvisamente ed era calato un silenzio tombale.
Layla mi scosse un braccio per richiamare la mia attenzione, alzai la testa dal piatto e seguii il suo sguardo fino ad incontrare quello di Jace.
Era in piedi vicino all'entrata con il casco della moto in mano che si stava guardando intorno con aria nervosa.
Nessuno osava più fiatare, tutti gli studenti che fino a poco prima avevano tanto di cui chiacchierare si zittirono, tutti al di fuori di uno.
Un ragazzo alto dalla corporatura abbastanza muscolosa  stava continuando a parlare, nonostante le occhiate di ammonimento che gli stava lanciando l'amico seduto si fornite a lui.
" te lo giuro! Ma come si fa a non sapere di chi sei incin..." non riuscì a terminare la frase che Jace lo prese dal colletto della camicia facendolo stendere sul tavolo. D'istinto scattai in piedi ma qualcuno alle mie spalle mi prese per un gomito "stai qui, non fare niente"  Mi voltai, trovandomi di fronte a Neil. Non lo avevo mai visto così arrabbiato, non sembrava nemmeno lui.
Annuii e tornai a sedermi. Jenny e Layla mi stavano osservando come per chiedermi che cosa stesse succedendo, ma non ne avevo idea nemmeno io.
"Cos'è? Adesso non parli più?" Gli ringhiò Jace a pochi millimetri dal viso del ragazzo, che nel frattempo era diventato paonazzo.
"I-o n-on..." non fece in tempo a finire la frase che Jace gli sferrò un pugno in pieno viso, facendogli colare una goccia di sangue dal naso.
In quel preciso momento ci fu un sussulto generale, gli studenti guardavano la scena pietrificati.
Jace lasciò andare il ragazzo, che rotoló giù dal tavolo " se non volete fare la sua stessa fine..." urlò indicando il ragazzo steso a terra inerme "...chiudete quelle cazzo di bocche!"
Jace sembrava fuori di se e suo fratello non stava facendo nulla per calmarlo, anzi gli stava reggendo il gioco " osate pronunciare anche solamente il suo nome..." disse Nail puntando il dito verso di me, facendo spostare lo sguardo di tutti gli studenti nella mia direzione "...che..." non gli feci finire la frase. Mi divincolai dalla sua presa e mi diressi affianco a Jace, il quale mi guardava inespressivo.                                                                                                                                                        Tutti i ragazzi presenti non avevano più lo sguardo puntato sui due fratelli, ma su di me.                     Degluti.Odiavo stare al centro dell'atenzione, sopratutto quando si trattava di questioni così futili, ma ormai la gente sapeva, e dovevo mettere ion chiaro le cose prima che fosse stato troppo tardi.                                                                                                                                                                               Lanciai uno sguardo alle mie amiche, anche loro mi stavano fissando e potevo leggere nei loro occhi la confusione più totale " Adesso basta..." la voce mi uscì meno forte e autoritaria di quello che avrei voluto far trasparire " ...volete sapere la verità?" chiesi spostando lo sguardo su tutta la folla che nel fratttempo si era radunata. Nessuno osò fiatare, dunque lo presi per un si. "Mio padre è morto pochi mesi fa in un incidente, e mia madre mia ha costretta ad andare a vivere con lei e la famiglia del suo nuovo compagno. Si , proprio così! questi due ragazzi che tanto acclamente sono i miei due nuovi fratellastri e vi posso assicurare che è la cosa peggiore che mi sia capitata..." respirai profondamente e continuai "... e non lo dico perchè sono delle brutte persone..." risi "... Dio, non li conosco nemmeno! è la cosa peggiore che mi sia capitata, perchè ogni maledetto giorno che li vedo, che mi sveglio nella loro casa..." dissi dsottolineando la parola LORO "... mi rendo sempre più consapevole che la mia vita non sarà più quella di prima, e che non potrò rivedere più mio padre" pronunciai quelle parole con le lacrime agli occhi " Quindi NO! non sono incinta, non sono mai andata a letto con nessuno dei due e non ho fatto nulla di tutto quello che state dicendo in giro!" pronunciai quelle parole talmente tanto velocemente che non pensavo che qualcuno potesse averle comprese, ma dagli sguardi bassi delle persone ebbi conerma del contrario.                                                                                                                   Chinai la tetsa con gli occhi che mi pizzicavano, sapevo che non sarei riusicta a trattenere le lacrime ancora per molto. Fortunatamente in quel momento la capanella trillò, segnando la fine della pausa pranzo e l'inizio della lezione succesiva.                                                                                               La giornata semmbrava non giungere mai alla fine, fortunatamente quando anche l'ultima ora di lezione si concluse, corsi letteralmente fuori dalla scuola.                                                                             Quando arrivai a casa mi precipitai in camera mia, avevo biosgno di restare un pò da sola e di liberare la mente. Mi diressi verso la scrivania, e aprii il cassetto nel quale tenevo le chiavi della moto, ma era vuoto. Come era possibile? Andai verso l'armadio e spalancai le ante, non c'era traccia nemmeno del mio casco e della mia giacca.                                                                                                Sentii una fitta al cuore, le uniche cose che mi erano rimaste, che mi facevano sentire vicino a mio padre erano sparite, e sapevo già chi me le aveva portate via.

Biker's loveWhere stories live. Discover now