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Quando Jace parcheggiò l'auto di fronte alla casa dove si teneva la festa, non fece in tempo a scendere che un gruppo di ragazze gli si accalcò intorno. Lui le lasciò fare, ma non sembrava dargli molta importanza. Si allontanò lasciandomi da sola e senza dirmi una parola.
Entrai nell'enorme Villa che trasbordava di studenti ubriachi. Nell'aria c'era un odore di sudore mista ad alcol che la rendeva in respirabile.
Mi Addentrai tra i ragazzi accalcati all'ingresso, una volta superati Mi trovai di fronte alla porta della cucina dove un gruppo di ragazze era
Riunito intorno a Nail, Il quale sembrava già abbastanza brillo e stava facendo un discorso di ringraziamento per tutte le persone che avevano tifato per lui.
Un senso di orgoglio mi pervase, quei complimenti in un certo senso erano indirizzati a me. Anche se, sicuramente se avessero saputo che ero io, le ragazze non mi avrebbero fatto tutte quelle moine che stavano facendo a lui.
Prima che potessi allontanarmi Nail mi intercettó "ehi sorellina! Vieni qui a festeggiare con noi!"
A quelle parole il mio viso andó a fuoco, volevo sprofondare. Tutte le persone riunite in quella stanza si voltarono verso di me ad osservarmi.
"Sorellina?!" Esclamò una ragazza avvinghiata al braccio di Logan " amico! Potevi dirmelo che avevi una sorella così figa!" Pronunció un ragazzo "dove ti sei nascosta per tutto questo tempo?" Chiese avvicinandosi e allungando una mano verso i miei fianchi. Mi scostai indietro, solo il pensiero che mi sfiorasse con quelle mani mi irritava; Cercai di allontanarmi, ma lui mi afferó. Non aveva la minima intenzione di lasciarmi andare.
Cercai con lo sguardo Nail, ma era sparito e non riuscivo a vederlo da nessuna parte "toglimi le mani di dosso" dissi cercando di divincolarmi, ma lui non stava a sentire, anzi, avvicinó ancora di più il suo viso al mio collo.
Sentivo il suo respiro caldo sul mio collo e il suo alito sapeva talmente tanto di alcool che mi pungevano le narici.
"Non dirmi che oltre scemo sei pure sordo?"
La voce di Jace fece mettere sull'attenti il ragazzo, che però non mostrava il minimo interesse a volersi allontanare da me "voi Brenna siete così egoisti, volevate tenere tutto per voi questo gioiellino?" Da coma biascicava capii che il suo tasso alcolico era alle stelle.
"Ti conviene toglierle quelle luride mani di dosso, se non vuoi che ti mandi in coma prima che lo faccia tutto l'alcol che hai ingerito"
Ma prima che potesse anche solo capire cosa avesse appena detto Jace, un pugno lo colpì in pieno volto facendolo cadere all'indietro.
"Oddio!" Esclamai involontariamente.
I ragazzi che avevano assistito alla scena alternavano lo sguardo da me a Jace e da Jace al ragazzo che giaceva a terra in mobile.
"La festa è finita! Andatevene tutti!" Urlò Jace sotto lo sguardo allibito dei ragazzi, che erano rimasti tutti immobili a fissare la scena.
"Avete sentito o volete fare la stessa fine di questo coglione?!" Sbraitò vedendo che nessuno aveva intenzione di andarsene.
I sui occhi erano socchiusi in una fessura, e guardavano disprezzante il ragazzo inerme.
Avevo bisogno d'aria, dovevo uscire da quella villa al più presto.
Mi voltai per andarmene ma prima che potessi fare anche solo un passo, Jace mi afferó per il braccio "dove stai andando?" Chiese
"Ho bisogno di prendere un po' d'aria"
"Non ti allontanerai da me finché non se ne saranno andati via tutti quanti" disse serio.
Sentii le guance andare nuovamente a fuoco, ma questa volta non per la vergogna.
Quando se ne furono andati via tutti quanti uscii finalmente fuori e respirai a pieni polmoni.
Mi sedetti su un muretto e poggiai le mani sulle ginocchia "già finita la festa?" Logan comparve al mio fianco. Aveva un paio di jeans e una camicia bianca sbottonata che lasciava intravedere l'addome. Si posizionò di fronte a me mettendo le mani in tasca come se stesse aspettando una mia risposta "già, tu che ci fai qui?" Chiesi sorpresa.
"Stanno girando voci che esci con ì Brenna. Sono venuto a controllare di persona" disse facendo spallucce
La situazione mi stava sfuggendo di mano, le voci iniziavano a girare. Non dovevo accettare di andare con Nail a questa stupida gara.
"Io- io..." balbettai. Non sapevo cosa dire, sapevo che prima o poi sarebbe venuta fuori la questione, ma non pensavo così presto.
All'improvviso sentii una mano avvolgermi il fianco, mi voltai è il mio sguardo incroció quello di Jace "Logan, come mai qui?" Gli chiese " non credo tu sia stato invitato"
Al sentire di quelle parole, lo sguardo di Logan da preoccupato divvene arrabbiato, guardava Jace in cagnesco.
Nel frattempo cercai di staccarmi dalla sua presa, ma lui mi teneva saldamente. Cosa voleva dimostrare?
Lo sguardo di Logan da Jace cadde su di me "non pensavo fossi una facile" sputó lui velenoso.
Il mio cuore inizió a palpitare sempre più forte, quelle parole mi ferirono più di quanto avrei mai pensato "non è com...." Cercai di spiegargli che era un errore, che non era quello che sembrava, ma Jace mi si paró davanti sovrastando Logan " fatti due domande se tutte le ragazze che hanno a che fare con te, alla fine le ritrovi sempre nel mio letto" disse con tono intimidatorio.
Logan non disse nulla, rimase li fermo a fissare Jace in cagnesco.
"Che sta succedendo?" La voce di Nail giunse alle nostre spalle, interrompendo la tensione che si era venuta a creare.
Logan si voltò senza dire niente e si allontanò a passo svelto scomparendo nel buio.
" sei un coglione!" Dissi a Nail puntandogli il dito contro. Lui indietreggió con aria perplessa " tu invece..." dissi portando il dito contro il fratello "...non devi più permetterti di intrometterti in cose che non ti riguardando"
Mi voltai e mi incamminai sul marciapiede che costeggiava la strada. Volevo solo andarmene a casa e non uscire più dalla mia stanza.
Non solo mio padre era morto costringendomi ad andare a vivere con mia madre e la sua nuova famiglia contro la mia volontà, adesso tutti a scuola avrebbero pensato che andavo a letto con i fratelli Brenna.
Dopo qualche minuto di camminata, mi accorgo che un auto mi sta seguendo.
"Vattene" sapevo perfettamente che era Jace, avevo riconosciuto il suono della sua macchina.
"Sali" disse lui accostandosi e seguendomi a passo d'uomo
"No, conosco la strada. Grazie"
"Ho detto di salire" lo ignorai e continuai a camminare senza degnarlo di uno sguardo.
Lui di tutta risposta accelleró e si fermò poco più avanti. Scese dall'auto e mi venne incontro prendendomi come un sacco di patate "lasciami andare!" Urlai colpendolo sulla schiena con una sfilza di pugni. Lui sembrò non farci minimamente caso, aprì la portiera del passeggero e mi buttó dentro.
"Questa me la paghi Brenna! Eccome se me la paghi" dissi mettendo il broncio.
Lui mi guardò dallo specchietto retrovisore e per un millesimo di secondo mi sembrò di vederlo ridere.
Quando arrivammo a casa, uscii di corsa dall'auto e mi fiondai in camera mia chiudendomi dentro a chiave.
Scivolai  sul pavimento e mi portai le mani sul viso. Che l'incubo abbia inizio.

*

La mattina seguente, appena arrivai a scuola mi resi conto che ormai tutti sapevano.
Avevo gli occhi puntati addosso in qualsiasi momento, sia le ragazze che i ragazzi mi fissavano e bisbigliavano tra loro.
Mi recai al mio armadietto, cercando di non far caso allo sguardo delle persone, ma quando arrivai trovai Layla e Jenny  appoggiate alla parete intente a fissarmi con aria delusa.
Non avevo proprio pensato a loro! " vi prego, almeno voi non guardatemi così" supplicai, ma loro non dussero niente.
"Fatemi spiegare, non è quello che si dice in giro"
"Quale delle tante cose che si stanno dicendo sul tuo conto?" Chiese Layla incrociando le braccia al petto " che vai a letto con I fratelli Brenna? Che sei incinta e non sai chi dei due sia il padre? Che sei..."
"Basta" dissi interrompendo Layla.
"Veramente si dice questo in giro?" Chiesi alibita,
Entrambe annuirono con la testa " spero che voi non ci abbiate creduto" dissi, ma i loro sguardi dicevano tutt'altro.
Alzai gli occhi al celo, se le mie due migliori amiche avevano potuto credere ad una cosa del genere, chissà cosa avrebbero pensato tutti gli altri.
Le presi in disparte e spiegai loro la situazione: di come mia madre aveva iniziato a frequentare il sig. Brenna e di come dopo la morte di mio padre ero stata costretta a vivere con loro nonostante fossi contraria.
"Siamo le tue migliori amiche, avresti potuto confidarti con noi!" Disse Jenny una volta conclusa la spiegazione "esatto!" La sostenne Layla " non siamo arrabbiate perché non c'è lo hai detto, ma perché non ti sei fidata di noi, avremmo potuto aiutarti, anche solo stando a sentire i tuoi sfoghi"
"Avete ragione, ma ero sconvolta. Da un secondo all'altro mi sono trovata a vivere una vita che non era la mia. Mi potrete mai  perdonare?" Chiesi.
Loro mi guardarono serie per qualche secondo, ma subito dopo scoppiarono a ridere "non c'è niente da perdonare, che migliori amiche saremmo senó?!" Disse Layla abbracciandomi, Jenny la seguì a ruota.
Una lacrima mi scivoló sulla guancia. Forse la mia vita non stava andando poi così a rotoli come immaginavo.

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