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Ho trascorso il weekand ad impacchettare tutte le mie cose. Non perché avessi molto da portare via, ma perché solamente il pensiero di dover lasciare la casa dove ho vissuto i momenti più belli della mia vita mi spaventa, non quanto però, mi spaventa l'idea di dover tornare a vivere con mia madre dopo cinque anni in cui non abbiamo avuto il minimo rapporto.

Sto finendo di impacchettare i miei libri quando mia madre bussa alla porta,

<< Posso entrare tesoro?>> chiede lei con voce flebile,

<<Ti ho già detto che non devi chiamarmi tesoro. Sono Selene per te>> ribadisco con tono talmente freddo che stupisce persino me.

La sento sospirare da dietro la porta. Un po' mi dispiace risponderle in questo modo, ma non posso dimenticare come mi ha trattata dopo il divorzio con mio padre.

<<D'accordo. Volevo solamente avvisarti che la ditta per i traslochi è arrivata, quando sei pronta avvisami che li faccio salire a prendere gli scatoloni.>>

Sento i suoi passi allontanarsi dalla porta e scendere giù dalle scale, per poi aprire la porta d'ingresso e richiuderla subito dopo. Guardo fuori dalla finestra che da sul vialetto di casa, mia madre sta parlando con due uomini con indosso una divisa grigia e rossa, affianco a loro è posteggiato un furgoncino bianco con una scritta rossa " Traslocare non è mai stato così bello!", a leggere quella frase mi viene proprio da ridere, mia madre non poteva scegliere una ditta con un slogan più azzeccato.

Dopo aver finito di sistemare velocemente gli ultimi scatolini, scendo in salotto e avviso i due uomini in divisa di prendere pure le cose dalla mia camera.

Questi due giorni sono stati uno stress unico, così prima di uscire di casa decido di fare un giro in moto, ho davvero bisogno di smettere di pensare per un po'.

Vado all'ingresso e pro il cassetto dove io e mio padre teniamo tutte le chiavi, sia di casa che quelle delle moto, ma per mia sorpresa lo trovo vuoto. Un senso di agitazione e nervosismo mi pervade il corpo. Mi precipito in cucina, dove mia madre è appoggiata sul bancone con le gambe incrociate, impegnata in una telefonata << dove sono le chiavi della mia moto?>> all'udire della mia voce, alza di scatto la testa nella mia direzione, facendomi segno con la mano di aspettare che finisse la chiamate << Si, certo...capisco. Mh, si avvocato>> resta per qualche minuto in silenzio ad ascoltare la controparte, annuendo di tanto in tanto e lanciandomi qualche occhiata di sottecchi.

Incrocio le braccia al petto e inizio a battere il piede a terra, facendo capire a mia madre che sto iniziando a spazientirmi. Lei lo nota, e chiude immediatamente la chiamata <<...mi scusi se la interrompo, la posso richiamare tra dieci minuti?... perfetto. La ringrazio>> dice prima di chiudere la chiamata e posare il telefono nella sua borsa firmata per poi porre finalmente la sua attenzione su di me.

<< Dimmi tes...Selene>> dice lei correggendosi immediatamente,

<<Dove sono le chiavi della mia moto?>>

<< le ho prese io>> cerca di rispondere impassibile, come se non sapesse che questa sua azione mi avrebbe irritata più di quanto non lo sia già, ma il tremolio della sua voce non gioca a suo favore.

Biker's loveWhere stories live. Discover now