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La settimana a seguire passa velocemente, non ho ancora detto alle mie amiche che i miei nuovi coinquilini sono i fratelli Brenna. Se ne fossero venute a conoscenza, sarebbero andate fuori di testa, in particolare Layla; sono anni che gli sbava dietro, mentre lui non sa nemmeno della sua esistenza.

E' sabato mattina, decido di alzarmi abbastanza presto, così da riuscire a sistemare le ultime scatole del trasloco.

Prendo uno scatolone e lo trascino vicino al letto tirandoci fuori il mio giubbotto dell'Alpinestar nero e rosa che mi aveva regalato mio padre l'anno prima.

Ci affondai il naso dentro, nella speranza di sentire anche lontanamente il profumo di mio padre, nel farlo una lacrima mi scese lungo la guancia e finì sopra la manica. Tiro fuori anche i guanti, i pantaloni e gli stivali, riponendoli accuratamente nell'armadio, ma nel farlo qualcosa cade dalla tasca della giacca finendo sul pavimento in legno della mia camera. Abbasso lo sguardo e un brivido di gioia mi percorre la schiena: la chiave di scorta della mia moto!

Senza rifletterci un secondo, mi chino a raccogliere la chiave e la infilo dentro un borsone insieme a tutto il resto. Ho bisogno della mia quotidianità, di tornare per qualche secondo ad essere me stessa e a vivere come ho vissuto negli ultimi anni. Avevo bisogno di qualcosa che mi facesse sentire ancora parte della mia stessa vita.

Scendo le scale talmente velocemente che mi tocca saltare due gradini alla volta.

Esco dall'ingresso principale, trovandomi di fronte ad una ventina di macchine tutte parcheggiate nel vialetto secondario che porta sul retro della casa dove c'è la piscina.

Mi avvicino al vialetto, sporgendomi oltre le mura della casa per capire cosa stesse succedendo. Il giardino sul retro è pieno di gente, alcuni visi sono famigliari, altri non mi sembra di averli mai visti. La maggior parte delle persone tiene in mano dei bicchieri rossi, mentre altre si dimenano a ritmo di musica. I fratelli Brenna hanno organizzato una festa.

Approfittando della situazione, esco dal vialetto principale, così da non dare troppo nell'occhio, dirigendomi verso la mia vecchia casa.

Ci misi quasi venti minuti ad arrivare, ma appena mi ritrovo di fronte al box di casa, tutta la stanchezza svanisce.

Mi chino verso il vaso di cipressi sulla sinistra alzando il sottovaso.

Bingo!

La chiave di riserva è ancora lì, dove l'avevamo lasciata.

La infilai nella serratura aprendo la serranda.

Il Garage è come lo avevamo lasciato, l'unica differenza è che manca la moto di Papà.

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