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"Paulo." mormora una voce, sentendosi scuotere. "Paulo."

"Mh?" mormora ed apre gli occhi senza però muoversi ulteriormente.

"È l'una di pomeriggio, hai saltato la colazione, vuoi almeno pranzare?" domanda con un sorriso Seira.

Lui si sposta leggermente, le prende il braccio e la tira con sé sul letto. Poggiando una mano sulla sua schiena e la accarezza leggermente.

"Dai, alzati." lo scuote ancora ma non sembra aver voglia di svegliarsi questa volta.

Continua con le carezze e, salendo un po', si rende conto che accarezza la sua pelle nuda la cui continuità è spezzata da qualcosa. Riconosce subito il costume da bagno e, aprendo gli occhi, la vede sbuffare mentre ha il viso leggermente arrossato e i capelli umidi.

"Sei andata al mare?" domanda con voce bassa.

"Si." risponde.

"E perché non mi hai svegliato?" si acciglia leggermente, abbassando lo sguardo e trovandola con i pantaloncini addosso.

"Perché dormivi come un angioletto." risponde mentre si mette seduta.

"E sei andata da sola?"

"No, siamo andate io, la nonna e la signora Rita." dice mentre anche lui si mette seduto.

"E chi sarebbe?"

"La signora che sta qui accanto, a quanto pare ha fatto amicizia con la nonna e adesso stanno giocando a carte. È spassoso vederle discutere sulle regole dei giochi." spiega brevemente e si tira su, osservandolo mentre fa lo stesso.

Si dirigono verso la cucina e lui si siede a tavola dove trova un piatto di pasta ancora caldo.

"Chi l'ha fatta?"

"Io." risponde. "C'ha la panna e il prosciutto cotto, mangiala o diventa colla."

"E tu da quando sai cucinare?"

"Ho imparato, che domanda è?" ride leggermente.

"Non ne volevi sapere niente fino a qualche anno fa."

"E invece ho cambiato idea dopo un mese che sei partito." risponde mentre si lava le mani e lega poi i capelli.

Mangiano mentre alla televisione danno un cartone per bambini che Seira guarda con una certa attenzione, riuscendo a capire solo metà delle battute.

"Che vuoi fare adesso?"

"Adesso lavo i piatti e poi vado a lavare me stessa per togliermi il sale di dosso." risponde mentre prende i piatti e li mette nel lavandino.

"Vai adesso, ci penso io qui." dice e le toglie i piatti dalle mani.

"Grazie." gli da un bacio sulla guancia e torna per un attimo in camera sua per prendere dei vestiti puliti ed entra poi in bagno.

Sospira quando la vede di sfuggita dal corridoio e il pensiero che sia meravigliosa gli balena ancora in testa.

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"Ma si può sapere da dove ti è venuta questa idea?" domanda Margherita quando si ritrova la nipote ad insistere sul doverla truccare.

"Boh, ci stavo pensando mentre facevo la doccia." risponde con sincerità e le mette un rossetto rosso sulle labbra e un po' di mascara. "Prima del nonno, hai avuto altri fidanzati?"

"No."

"Peccato, magari ti avrebbero rivisto e si sarebbero innamorati di nuovo di te." ride e finisce quello che ha iniziato nemmeno 2 minuti fa. "Super top model Margherita Russo al rapporto."

"Ma non sarà esagerato un rossetto rosso per una della mia età?"

"No, stai benissimo." si gira verso Paulo. "Diglielo anche tu."

"È vero, ti sta bene." commenta lui, sorridendole dolcemente.

Seira si siede poi per terra, davanti allo specchio, e inizia a truccarsi anche lei con quel poco di mascara che stende sulle ciglia e un lucidalabbra. Si alza e va poi a vestirsi dato che è l'ultima e mette un semplice vestito bianco e dei sandali ai piedi. Scioglie i capelli, li spazzola e poi torna dai due.

"Ti sei abbronzata un bel po' da quando siamo arrivati." sorride Margherita mentre si mette in piedi. "È questo il tuo colore perfetto."

Lei sorride e abbraccia la nonna, per poi uscire con lei a braccetto come ogni volta. Paulo le osserva e scatta qualche altra foto che poi farà vedere alle due.

"Dove andiamo?" gli chiede poi Seira.

"Dove volete." risponde lui.

"Perché sei così lontano? Avvicinati." lo afferra per un polso e lo avvicina a loro così da non lasciarlo indietro.

"Come mai di così buon umore oggi? Inizi a spaventarmi."

"Sono semplicemente di buon umore come ogni essere umano." afferma e si stacca anche al suo braccio. "Sembra che mi stiate tenendo ferma per portarmi in manicomio."

"Io cercherei su google qual è il più vicino e ti lascerei lì." scherza l'amico.

"Magari dopo, adesso vi porto in un posto veramente bello."

"Dove?" chiedono in coro.

"Vedrete."

Camminano per un po', la nonna ha detto che non è molto lontano da lì e quindi non si sono preoccupati di prendere un taxi o un autobus. Passeggiano tranquillamente sotto il sole che oggi non è terribilmente insopportabile e arrivano poi davanti ad un edificio tinto di nero e molto formale. Li trascina dentro dove vengono investiti dalla frescura dell'aria condizionata. "M&M Agency" leggono sul muro ma non riescono comunque a capire si cosa si tratti.

"Posso aiutarvi?" domanda una gentile signora.

"C'è la signora Caruso? Vorrei parlare con lei."

"Mi dispiace ma non è possibile parlare con lei, se volete posso chiamare sua figlia."

"Non sono qui per parlare di lavoro, sono una vecchia amica."

"Ah." mormora titubante. "Posso sapere il suo nome?"

"Margherita Russo."

La donna si allontana, forse per andare a chiedere alla donna stessa se la conosce davvero o è solo una pazza che si è presentata qui perché completamente priva di senno.

"Tu sai chi è?" chiede Paulo vicino al suo orecchio ma Seira scuote la testa ed alza le spalle, sentendo una strana sensazione addosso.

Dopo qualche minuto, la donna di prima torna con accanto una signora più anziana che sembra essere quasi impaziente.

"Oh buon Dio, ma allora sei davvero tu!" esclama poi quando vede Margherita e si avvicina per darle un forte abbraccio. "Credevo che non saresti mai tornata qui da noi, ci sei mancata tantissimo."

"Non avrei mai potuto, dovevo vederti invecchiata almeno una volta nella vita." la prende in giro e nei suoi occhi si svela una leggera malinconia. "Anche voi mi siete mancati tantissimo, uno per uno." continua poi e si abbracciano ancora una volta.

× × ×

"Ogni volta che ti guardo non riesco a fare a meno di pensare che sei così bella."

Sei così bella, Gionnyscandal

Just My Type / Paulo DybalaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora