- 48 -

1K 19 0
                                    

"Hey, posso entrare?" domanda Paulo dopo aver bussato contro la porta della stanza di Seira.

"Si." gli sorride, mettendosi seduta sul letto così da fargli posto.

"Peccato, quello con i cuoricini era più carino." commenta osservando il pigiama estivo con gli orsacchiotti.

"Gli orsacchiotti sono più teneri." sospira quando lui si siede e torna a guardare per terra.

"Come sta?" chiede lui.

"Adesso meglio." sospira ancora una volta. "Però si sente in colpa e non capisco perché non voglia superare questa cosa."

"Non deve essere facile per lei, certe cose passano dopo un po' di tempo." mormora.

"Io vorrei che lei fosse felice." ha la voce più bassa e più incrinata, infatti si morde il labbro ed asciuga velocemente gli occhi.

"Non devi tenerti tutto dentro." le accarezza una spalla e lei scoppia a piangere, venendo stretta da lui. "Hey va tutto bene."

La abbraccia e le accarezza la schiena, focalizzando davanti a sé l'immagine della persona che per tanto tempo ha odiato e che spera davvero di non vedere più, specialmente nella vita di Seira e Patricia. Quest'ultima era ancora ragazzina quando ha incontrato Ismael per la prima volta e se n'è innamorata al punto da accettare di sposarlo e di avere un bambino con lui. Nel 1996 è nata la loro unica figlia, il cui nome è stato scelto dal padre stesso perché era convinto che Dio gli avesse dato una figlia femmina per ricordare la sorella venuta a mancare qualche anno prima, Sahar, "appena prima del tramonto", ed ha deciso di chiamare sua figlia con il nome di 'Seira' che significa "nuova stella", come una continuazione a quella che era l'essenza della zia passata a miglior vita. Andava tutto bene, erano una famiglia felice. Poi qualcosa si è rotto. La pazienza di Ismael era sempre più sottile e, a pagarne le spese, erano la moglie e la figlia.

"Scusa." le sente dire mentre tira su con il naso.

"Non devi scusarti." le asciuga le lacrime. "Va tutto bene."

"Ogni tanto ho paura che lui possa tornare." confessa dopo qualche istante di silenzio.

"Non tornerà, sai che non può." gli accarezza la guancia.

"È il mio peggior incubo."

Se chiude gli occhi rivede uno dei tanti momenti brutti passati: Ismael che prende a schiaffi Patricia, sdraiata a terra mentre piange e gli urla di fermarsi, Seira che corre per aiutare la madre e che viene automaticamente colpita dall'ira del padre.

Quante volta l'ha vista con i lividi, con il sorriso triste e con le lacrime agli occhi.. ma mai si sarebbe potuto immaginare che la sofferenza di Seira iniziasse non appena tornasse a casa. Suo padre non lavorava nemmeno più e sua madre doveva pensare a tutte le spese del marito, tanto che si ammalò varie volte. Seira restava con Alicia, aveva la scusa di giocare insieme ai suoi figli e la compagnia di Paulo la aiutava a distrarsi per un po'. Non gli disse mai niente. Fu Patricia a crollare, a piangere tra le braccia di sua madre e della sua migliore amica, chiedendo aiuto perché non poteva più vedere sua figlia soffrire per le botte, per le urla. La vista di lei rannicchiata in un angolo a piangere mentre nell'altra stanza suo padre spaccava tutto ancora la tormenta.

"Non sa nemmeno dove siete adesso, non potrà mai trovarvi."

È stato denunciato da Margherita e da suo marito, arrestato e portato via. Patricia è riuscita ad ottenere un ordine restrittivo e anche a cambiare casa, trasferendosi con i suoi genitori in una casa sempre più vicina a quella della sua cara amica Alicia. Ma ha dovuto lottare per Seira che la notte non dormiva quasi mai, controllava sempre porte e finestre, piangeva sempre più spesso e sobbalzava ogni qual volta che qualcuno si avvicinava per darle un abbraccio o una carezza.

'Dov'è Seira?' chiese Paulo mentre teneva un pallone sotto braccio.
'È nel salone.' rispose Patricia, riponendo una grande speranza in quel bambino di appena 7 anni.
'Ciao!' la salutò e lei rispose con un piccolo sorriso. 'A cosa vuoi giocare oggi?'
'A quello che vuoi tu.'
'Lascio scegliere a te oggi.'
'Non lo so.. in realtà non ho nemmeno tanta voglia di giocare.'
'Allora vieni, facciamo quello che-'
'HA!' ha urlato quando ha visto la mano dell'amico farsi vicina ma non per uno schiaffo, ma bensì per aiutarla a mettersi in piedi.
'Seira..' la richiamò quando si circondò la testa con le braccia, forse per proteggersi e notò dopo che si era messa a piangere. Istintivamente l'abbracciò e gli rimase vicini fino a quando non smise di piangere.

Non se ne sarebbe andato nemmeno questa volta, non l'avrebbe lasciata per nessuna ragione al mondo se prima non si fosse assicurato che stesse bene al 100%.

"Grazie." mormora lei con un piccolo sorriso, stringendosi di più al ragazzo.

"Non devi nemmeno dirlo." le sorride. "Però adesso basta piangere, va bene?"

"Va bene." risponde e si asciuga gli occhi, senza però staccarsi da lui.

"Non devi avere paura, Seira. Io ti proteggerò sempre, anche se dovessi essere dall'altra parte del mondo, tornerò sempre se dovesse succederti qualcosa." mormora e lei sorride sollevata, alzando lo sguardo in direzione del ragazzo. "Ti basta farmi uno squillo."

"Sei sempre stato il mio piccolo guerriero." ricorda tutti i giochi, lei la principessa e lui il prode cavaliere che la salvava sempre. "Adesso sei il mio grande eroe."

Si abbracciano e, sul suo volto, non colano più lacrime di tristezza ma spicca un sorriso di gioia e di felicità. Patricia li osserva dalla fessura lasciata dalla porta leggermente socchiusa e sospira dal sollievo quando si rende conto che le parole di Alicia e Margherita erano veritiere.

× × ×

"Non temere il drago, fermerò il suo fuoco, niente può colpirti dietro questo scudo. Lotterò con forza contro tutto il male e quando cadrò tu non disperare. Per te, io, mi rialzerò. Io sono un guerriero e troverò lo forze, lungo il tuo cammino sal tuo fianco mentre ti darò riparo contro le tempeste e ti terrò per mano per riscaldarti sempre. Attraverseremo insieme questo regno e attenderò con te la fine dell'inverno; dalla notte al giorno, da occidente a oriente, io sarò con te e sarò il tuo guerriero."

Guerriero, Marco Mengoni

Just My Type / Paulo DybalaWhere stories live. Discover now