CAPITOLO QUARANTASEIESIMO

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Ed eccoci lì. Ad aspettare la canzone d'entrata. Toccava a me. Del tutto, io ero la prima.
Sorrisi a mio padre. Era così felice. Mi annuì di avanzare e così feci. Camminavo a testa alta con Charlie a braccietto. Avevo un pò paura di cascare, di fare brutte figuraccie dato la mia maldestraggine.  Cercai di arrivare li senza essere goffa. Arrivai da papà e lo baciai in guancia. Poi mi misi da parte.
Jive entrò a sua volta con Christian che sorrideva. Si fecero da parte anche loro e Christie arrivò.
Quel vestito incantava tutti. Lei scoppiò a piangere come mio padre e quando si raggiunsero, si baciarono emozionati e al settimo cielo di quello che stava per accadere.
Arrivarono le promesse ed in quel momento scoppiai anch'io.

《Tutto cominciò due anni fa. Quando io arrivai in quella azienda. Non conoscevo nessuno e tu sei subito venuto da me. E allora io da quel momento già ti amavo. Sei stato sempre dolce con me e mi hai messa al centro di tutto. Magari all'inizio non sono stata amata dai tuoi figli, ma proverò tutto pur di non farmi odiare da loro. Tu, James. Mio fratello, mio migliore amico, mio marito.》disse Christie.

《Tu mi hai sempre aiutata quando ne avevo bisogno. Sono sempre stato uno sbadato e nella mia vita ho fallito molte volte, ma tu mi hai ripreso moltissime volte e salvato. Mi sei sempre stata vicino e mi hai completato. Per tutto quello che era sbagliato in me, hai potuto cambiare e mi hai fatto essere l'uomo più felice del mondo. Nella vita non si deve brillare da soli..ma si deve brillare insieme.》

E dopo questa parte piena di lacrime di dolcezza, loro confermarono il loro amore.

《Vuoi tu, James Trent Capitols, Christie Barbarinèe come tua moglie?》

《Lo voglio.》

《E invece, vuoi tu, Christie Anjoline Barbarinèe, James Capitols?》

Si sorisero. Stava per rispondere "Lo voglio" quando qualcosa la blocco. I suoi occhi felici, pian piano appassirono e diventarono tristi. Il suo sorriso non diventò una smorfia di dolore. Lei cadde perdendo i sensi.

《Christie!》urlò papà.

《Mamma!》urlai.

Chiamarono il pronto soccorso e la portarono all'ospedale.
Eravamo tutti attorno al suo letto con il sottofondo del suo  cuore che batteva.
Bip. Bip. Bip. Bip. Bip.
Nello schermo si vedevano montagnette che nascevano dal nulla e finivano. 
Papà piangeva. Jive e Charlie guardavano Christie con gli occhi lucidi, mentre io e Christian eravamo li in piedi a guardarla con malinconia.
Silenzio. Solo quello. Anzi, si sentiva dolore. Si sentiva il male che colpiva ognuno di noi. Mi sentivo una merda. Quando stavamo all'altare splendeva il sole, e dalle finestre dell'ospedale si intravedeva la pioggia.
Io e Charlie ci avevamo messo tanto a more ad organizzare tutto. Volevamo il massimo per la seconda chance di felicità dei nostri.
Charlie si alzò essendo inginocchiato, si avvicinò a me e mi abbracciò.

《Ho paura Charleen.》

《Credimi, sto come te.》

Mi strinse più forte.

《Non voglio perderla.》

《È una gran donna. Forse è colpa mia.》

《Perché?》

《Magari ha voluto fare così per me. Perché a me manca ancora mia madre.》

《No, Charleen, no. Non è così fragile mia madre.》

La guardai. Anche da così riusciva a sprigionare quella bellezza che possedeva. Era una meraviglia. Avevo paura. Paura che da quel giorno lei non si sarebbe più svegliata.

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora