CAPITOLO TERZO

1.1K 63 0
                                    

Lione è una città bellissima, davvero meravigliosa. Papà ci aveva chiesto se volevamo vivere a Parigi, ma nulla può portarmi via da questa città.

L'indomani la scuola sarebbe iniziata. Ero pronta, o quasi. Mi guardai allo specchio e iniziai a parlare da sola.

《Hey, ma sei bellissima tu, eh? Nuovo taglio di capelli, nuovi abiti e una nuova stanza. Fantastico, tutto bellissimo. Sono fi..》mi fermai, qualcuno suonò il campanello. Christian dormiva, e non mi andava di svegliarlo solo per vedere chi ci fosse dietro al portone.

Era un ragazzo. Alto, moro, bello. Bello, tranne gli occhi. Erano verdi, come quelli di Michael. E da quando lui se n'è andato ho inziato ad odiare gli occhi verdi.

《Dimmi. Sei nuovo e sei il solito rrubacuori che entra in casa con la scusa "ho finito il sale"?》

《Sì,》disse convinto.《ce l'hai?》era tosto. Si atteggiava e non mi piaceva. Era vanitoso, fin troppo. Entrò in casa come se ci vivesse da anni e mentre io prendevo il sale, lui continuava a fissarmi il didietro.

《Tieni, anche se molto probabilmente non ti servirà.》

《Grazie.》si avvicinò al portone e prima di andarsene si girò, facendomi un occhiolino e leccandosi il labbro superiore, come se volesse fare sesso con la prima vicina che incontra. Gli chiusi la porta in faccia.
Era proprio un maleducato.
Mi girai e vidi Christian appena svegliato.《Chi era?》disse con aria spaesata.

《Nessuno, solo uno stronzo.》

Aveva una faccia indengnata. Ripudiava, e ripudiare è una parola forte, le persone che dicevano le parolaccie.《Non ti ho cresciuta per dire parolaccie.》

Da ribelle che sono gli risposi con un tono leggermente acido.《Ed io non sono nata per essere una santarellina.》

Poi si voltò e tornò indietro.《Lasciamo perdere, io continuo a dormire.》

《Si, vado pure io.》Tornai in camera e mi addormentai.

《Charlie, Charlie svegliati.》

《Non mi va.》iniziai a smorfiare, a fare versi strani.

《Alzati.》disse con voce più forte.

Misi la testa sotto al cuscino.《No.》

《Devo contare? Okay, mi costringi tu.》non mi alzai. Ma sapevo a cosa andavo incontro, e non era una cosa bella.《Uno,》rimasi immobile sul letto.《due, t..》sentivo l'allarme nella mia testa, che si faceva pian piano più forte.《..r..》mi alzai, e corsi verso il bagno.

《Ecco, vado, corro, scatto.》andai così di fretta che inciampai, legandomi alla coperta.
Quando lui contava fino a tre, era pericolo. Non so come facesse, ma ti prendeva il piede con dei riflessi micidiali e ti dava una scossa forte che non ti potevi dimenticare.

Arrivai a scuola, tutti mi guardarono in modo strano, ma io continuai a camminare. Con indifferenza. Arrivai dalla Nancie, la mia prima migliore amica.

《Porca puttana, che cazzo ti è successo?》sorrisi, mio fratello non va tanto d'accordo con lei e, beh, la motivazione è evidente.

《Nuovo look, eh? Ti piace?》dissi girando, facendole una mini sfilata.

《Cazzo, è strabiliante.》

《Tu hai qualche cosa nuova?》curiosai nel suo corpo, ogni volta si faceva un tatuaggio nuovo.

《Guarda questo tatuaggio.》Nancie, non aveva la mia stessa età, era più grande di due anni perché è stata bocciata per ben due volte.
Aveva i capelli rossi, e gli occhi gialli. Era una ragazza unica, dolce, ma trasgressiva. Quella santamaria che a volte si buttava perche come diceva il suo primo tatuaggio "You Only Live Once".
Lei aveva un nome strano: Nevancelen Gauthier. Mi mostrò il polso, proprio sulle vene, proprio li sopra, aveva scritto "C'est la vie".

《Guarda quello lì, non trovi sia carinissimo?》mi disse spintonandomi.

Alzai lo sguardo verso il ragazzo. No, non era vero. Non poteva essere lui. Non era possibile.

NON SONO ALL'ALTEZZA [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now