xv. Iris si dà all'alcol

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Iris e Luke avevano appena lasciato Columbia.

Le loro magliette arancioni del Campo giacevano rovinate sui sedili posteriori, mentre i due fissavano la strada, fradici, con delle maglie troppo grandi per loro e nere, che li facevano morire dal caldo.

Iris aveva la schiena appoggiata al sedile, bagnandolo tutto, ma non le importava.

«Non racconteremo quello che è successo a nessuno, vero?» domandò la semidea, ma era più un ordine, che una domanda. Si tolse un capello bagnato che le era finito in bocca.

«No» rispose Luke. Teneva gli occhi fissi sulla strada, quasi come se lo aiutasse a non pensare a quello che era successo. I suoi capelli si erano mezzi-asciugati, al contrario di quelli di Iris, ma erano sparati in tutte le direzioni. Sembrava un porcospino.

«Neanche a Tom?».

«Soprattutto a Tom» disse Luke, quasi ridendo.

Già, se Tom lo fosse venuto a sapere, li avrebbe presi in giro fino alla morte. E probabilmente anche dopo.

«Al primo autogrill fermati, così ci cambiamo» disse Iris.

Luke annuì.

Quel segreto sarebbe morto con loro e nessuno lo avrebbe scoperto.

Nessuno.

Come detto, al primo autogrill Luke parcheggiò la decappottabile e i due presero i loro zaini, con dentro i ricambi, e scesero dalla macchina

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Come detto, al primo autogrill Luke parcheggiò la decappottabile e i due presero i loro zaini, con dentro i ricambi, e scesero dalla macchina.

Entrati, gli occhi delle persone si posarono subito su di loro, mentre l'aria condizionata li colpì in faccia. Fradici com'erano, non faceva bene. Si sarebbero presi il raffreddore, si disse Iris.

Evitando le occhiate di tutte le persone nell'autogrill, Iris cercò di evitare di tremare per il freddo. Ma era normale tutta quell'aria condizionata in estate? Volevano far prendere ai clienti la broncopolmonite.

Ad ogni modo, I due amici si divisero, entrando nei bagni.

Gli sguardi delle donne si posarono su Iris come le falene sui lampioni. Effettivamente, non era roba da tutti i giorni vedere un'adolescente fradicia, con una maglia più grande della sua taglia e nera in estate. Forse per il peso di avere così tanti occhi addosso, Iris sentì i piedi farsi stretti nelle scarpe bagnate. Dopo le avrebbe tolte.

Entrò subito in una delle toilette, posando lo zaino contro la porta e chiudendola. Si tolse subito la maglia e i pantaloni, lasciando l'intimo e i calzini. Non si fidava a posare i piedi nudi sul pavimento. prese un bel po' di carta igienica e iniziò ad asciugarsi il corpo.

Una volta essersi asciugata completamente ed essersi cambiata anche l'intimo, si rivestì e uscì da lì, cedendo subito il posto a qualcun'altra. 

Si avvicinò ad un lavandino, per pulirsi le mani, poi alzò la testa e si vide riflessa nello specchio.

(1)Scelte, luke castellanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora